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ROMA – Mancano solo 2 giorni ad Halloween del 1995 e si va verso la fine di un anno lunghissimo: l’11/7 si è perpetrato il “massacro di Srebrenica” che ha portato alla morte di 7000 bosniaci musulmani durante la guerra di Jugoslavia (il più grande genocidio d’Europa dalla II° guerra mondiale) e solo un mese prima il Sudafrica appena libero dall’Apartheid vinceva la sua I° Coppa del Mondo di rugby con Mandela presidente mentre in Europa veniva commercializzata la “Play Station 1” brevettata in Asia, in America viene lanciata la serie tv “Power Rangers” che diverrà idolo dei ragazzini di tutto il mondo per oltre 15 anni e i “La Bouche” hanno appena prodotto il loro singolo “Be my lover”.
Intanto però incombono gli europei in Inghilterra a fine stagione e Sacchi deve scegliere con cura chi portarsi per la spedizione: quali match migliori di Lazio-Juventus e Inter-Milan a orari sfalzati in occasione dell’VIII° giornata per vedere i club più tosti in lotta per il tricolore (rossoneri e bianconeri) o la Coppa UEFA (biancelesti e nerazzurri) intanto che si esaminano i vari nomi candidati all’azzurro?
È domenica e alle 15,00 si scende in campo all’Olimpico con Cragnotti e Chiusano insieme a Moggi, Bettega, Giraudo in tribuna mentre in panchina è ancora sfida Zeman-Lippi (come 10 mesi prima) oltre che, in campo, troviamo una marea di campioni: Marchegiani, Nesta, Di Matteo, Fuser, Casiraghi, capitan Signori da un lato e Peruzzi, Ferrara, Carrera, Torricelli, Conte, Di Livio, Del Piero, Ravanelli dall’altro intanto che Chamot, Winter e Sousa danno un tocco internazionale al tutto con a dirigere uno dei più migliori direttori di gara…Collina.
Da subito si capisce che i moduli sono quelli ormai classici: 4-3-3 da ambo le parti ma mentre la Lazio si mostra subito in palla e sforna occasioni a ripetizione malgrado debba giocare pochi giorni dopo a Lione per la Coppa UEFA, la Juventus ha la mente già alla trasferta di Glasgow della settimana seguente con i Rangers in Coppa dei Campioni. 
Nel primo tempo finiscono in diversi sul taccuino degli ammoniti: Nesta, Favalli, Chamot, Rambaudi e Carrera ma la gara non sarà solo falli e litigi poiché sarà anche sostituzioni, occasioni e gol…al 27° Marchegiani è costretto a uscire al posto di Orsi a causa di un brutale scontro con Negro nel tentativo di fermare Ravanelli che gli costa la sospetta lesione del legamento posteriore sinistro e fino al 39° arrivano solo azioni casalinghe con la prima capitalizzazione di “Beppe-gol” su un fendente di sinistro dal limite dell’area venuto fuori da un rimpallo fra Casiraghi e Conte che impatta sul legno superiore della porta e s’infila in rete appena 2 minuti prima della traversa colpita da Ferrara su corner di Di Livio, ultima giocata degna di nota a precedere il raddoppio di Casiraghi allo scadere: inserimento con anticipo su Peruzzi e Carrera (già ammonito), tiro a porta vuota respinto dal palo, stop e II° tentativo che va a buon fine.
Al ritorno in campo Marocchi, Vialli sostituiscono Torricelli, Di Livio rivoluzionando l’assetto: da 4-3-3 a 3-4-3 ma la sostanza non cambia…la difesa viene infilata da tutti i lati con il centrocampo che non copre e l’attacco che di uguale all’anno prima ha solo i nomi. È passata 1 ora di gioco e Boksic rileva il capitano laziale appena 11 giri d’orologio prima di veder realizzare il 3-0 di Rambaudi con un diagonale sul portiere in uscita mentre nei 60” successivi vengono giocate le ultime 2 carte dei CT: Marcolin per Fuser (fra i migliori dei suoi dopo i 2 attaccanti) e Pessotto per Tacchinardi ma lo show di “bomber Pierluigi” non è ancora chiuso…corre il 77° e Boksic va via sulla destra (fascia asfaltata completamente dai padroni di casa per tutta la partita) a Porrini e crossa per il n.9 che di testa non perdona sentenziando il 4-0. Nel finale di gara abbiamo un colpo di coda degli ospiti che colpiranno altri 2 montanti: traversa di Ravanelli (inoperoso fino ad allora per il lavoro perfetto di Chamot e Negro) con il sinistro al volo da lancio lungo e palo di Vialli di mancino su sponda di Del Piero (totalmente annullato da Favalli e Nesta). 
Al triplice fischio lo stadio è in festa mentre i torinesi tornano mestamente negli spogliatoi ma a fine stagione si faranno i veri conti: in riva al Tevere le coppe deluderanno pesantemente e il III° posto in classifica non basterà a compensare tutto mentre in Piemonte si vivrà l’en-plein europeo con la II° Coppa dei Campioni, la II° Supercoppa Europa, la II° Coppa Intercontinentale al prezzo di un mancato tricolore dietro al Milan e una coppa nazionale lasciata in ombra.
Quel periodo resterà nella leggenda, per entrambi i club…

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