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La Juve domina, male Biglia, Felipe, de Vrij e Marchetti. Il tecnico: “Approccio sbagliato, con le grandi c’è divario”

Niente, neanche stavolta la Lazio riesce a fare un favore alla Roma. Altro che amletico dubbio se autogufarsi (in chiave antigiallorossa) o no: la partita con la Juve dura 17 minuti, il tabù bianconero resiste e l’incubo Higuain colpisce ancora (gol numero 13 contro i biancocecelesti). Imbarazzante l’assenza totale di voglia da parte di quelli che dovrebbero essere i top player, da Biglia a Felipe Anderson, rimproverato in continuazione (ma inutilmente) da Inzaghi durante la gara. Se si aggiunge che Marchetti ha evidenti colpe sul gol di Dybala e de Vrij su quello di Higuain, si intuisce che i leader hanno completamente steccato la prova.

E Inzaghi si arrabbia: «Abbiamo regalato il primo quarto d’ora, eppure sapevamo che loro sarebbero partiti forte». Il tecnico spiazzato dalla formazione presentata da Allegri, con quattro punte più Pjanic: «Ma ci aspettavamo comunque una Juventus offensiva, hanno avuto la fortuna di segnare con i primi due tiri e poi hanno gestito il doppio vantaggio ». La cosa grave è che nel primo tempo la squadra non ha reagito: «C’è stata una mancanza di cattiveria generale, non solo da parte della difesa. Sul primo gol non dovevamo far calciare Dybala con tanta libertà, sul secondo Cuadrado ha crossato in solitudine. Serviva molta più attenzione, mi aspettavo un approccio diverso ». Pubblicamente non infierisce su Biglia e Anderson, ma a Formello si farà sentire: «Parlare dei singoli non porta a nulla. Di sicuro dobbiamo dare tutti di più». E il riferimento è soprattutto a loro, ai leader senza voglia.

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