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Presentato il centrocampista brasiliano: ”Giocare in Italia era un sogno che avevo, mio nonno mi raccontava sempre di questo Paese. Era arrivato il momento di una nuova esperienza”. Di Gennaro: ”Per me una grande occasione”

ROMA – Ieri giornata di presentazioni nel centro sportivo di Formello, con la società biancoceleste che ha fatto conoscere due dei 4 acquisti stagionali, Davide Di Gennaro e Lucas Leiva. I due centrocampisti si sono sottoposti alle domande dei giornalisti, accompagnati dal direttore sportivo Igli Tare.

DI GENNARO: ”GRANDE OCCASIONE” – Il primo è l’ex Cagliari, presentato come da prassi dal ds: “È un giocatore che ho seguito con tanta attenzione da tempo, perché era una richiesta di qualche allenatore del passato. Da quel periodo l’ho sempre tenuto in considerazione. Lui ha le caratteristiche che gli permettono di ricoprire diversi ruoli: mediano basso, mezzala o trequartista. Siamo contenti e felici di averlo tra di noi, un ragazzo straordinario e un professionista esemplare. La Lazio ha bisogno di questi giocatori. Spero sia un valore aggiunto di questa squadra”.

Dopo tocca allo stesso Di Gennaro prendere la parola: “Sono arrivato in una delle squadre più importanti d’Italia e a 29 anni si tratta di una grandissima occasione. Questo per me rappresenta un punto d’arrivo e credo che la svolta nella mia carriera sia arrivata quando, qualche anno fa, ho deciso di arretrare il mio raggio d’azione nel ruolo di regista”.

Poi sulla scelta del club biancoceleste: “Una volta saputo dell’interesse della Lazio ho rifiutato tutte le altre proposte che mi sono arrivate”. Infine un commento sulla partita con la Juventus in programma domenica all’Olimpico: “Penso che la Lazio debba sempre puntare alla vittoria. È questa la mentalità dell’allenatore. Incontriamo una grandissima squadra, che vince in Italia da tanti anni, ma la Lazio ha fatto un’annata straordinaria l’anno scorso e si merita di giocare questa partita: proveremo a vincerla”.

LUCAS LEIVA: ”LA MIA SFIDA” – Dopo di lui è il momento della presentazione del brasiliano Lucas Leiva, anche lui introdotto dal ds Tare: “È un onore per me presentare un giocatore come lui. Sono onesto, non credevo di riuscire a concludere questa operazione positivamente, così come ammetto di aver sperato fino all’ultimo in una permanenza di Biglia, che voglio ringraziare pubblicamente per i 4 anni trascorsi qui con noi. Per sostituirlo cercavamo un giocatore con personalità e leadership sia in campo che fuori. E vedendo queste sue prime settimane di lavoro, penso che la Lazio abbia fatto davvero un grandissimo acquisto, che mi auguro possa essere un punto di riferimento per tanti anni”.

L’ex Liverpool parla in inglese, ma promette che nel giro di poco tempo imparerà presto l’italiano. Poi, dopo i dovuti ringraziamenti del caso, spiega perché ha scelto la Lazio: “Dopo dieci anni non è stato semplice lasciare Liverpool e i tanti amici che avevo lì. Ma c’erano molte condizioni positive che mi hanno convinto a trasferirmi qui. Prima di tutto il valore della squadra, poi la possibilità di giocare in Europa. Ho parlato pure con qualche giocatore prima di venire e tutti mi hanno fatto ottime recensioni. Giocare in Italia era un sogno che avevo, mio nonno mi raccontava sempre di questo Paese che ora potrò conoscere meglio. Era arrivato il momento di una nuova esperienza, così ho deciso di venire qui e spero di poter aiutare la squadra così come ho fatto a Liverpool: questa è la sfida che ho deciso di intraprendere”. Anche perché rispetto alla Premier League, il “midfielder” deve avere altre caratteristiche: “Qui c’è molta più tattica, è un ruolo molto importante e ti rende un giocatore chiave. Sto imparando e credo che con la mia esperienza possa adattarmi velocemente e aiutare il club”.

Inevitabile parlare dei suoi dieci anni a Liverpool, a partire dall’addio di Gerrard, che spesso e volentieri ha dovuto sostituire in mezzo al campo: “Penso che nessuno possa prendere il suo posto, è il giocatore più forte di sempre nella storia del Liverpool. Quando si è ritirato ha lasciato un grande vuoto, io ci ho messo tutto me stesso per fare del mio meglio”. Poi sugli allenatori del passato: “Ognuno ha qualcosa di diverso dall’altro. Benitez per me è un po’ speciale, quando arrivai a Liverpool ero giovanissimo, mi ha insegnato molta tattica. Dalglish è stato come un padre per me, mi ha dato fiducia e mi ha messo nelle condizioni di dare il meglio. Klopp lo definirei molto intenso, un grande manager. Con Simone (lo chiama così, ndr) ho potuto già vedere come sia perfezionista: prova a correggere ogni errore e migliorare. Questo è molto positivo”. Infine, anche lui chiude con una battuta sulla Supercoppa italiana: “La Juventus è uno dei club più forti del mondo, ma nelle finali tutte e due le squadre possono vincere. Dobbiamo crederci e dare tutto”.

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