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TORINO – Gli italiani sono stati per molto tempo un popolo di migranti che si sono fatti conoscere nel mondo con tutti i pregi e difetti della propria cultura: una delle mete più gettonate per trovare lavoro dai nostri compaesani fu la Francia, assieme a Germania, Inghilterra e paesi fiamminghi.
In particolare le regioni come Alsazia e Lorena sono sempre state nel mirino dei tanti che venivano dal nord-ovest del paese e proprio da un piccolo paesino piemontese, da Agrate Conturbia vicino Novara, partì una famiglia all’inizio del ‘900 con l’intento di aprire un esercizio gastronomico che potesse dare maggiore fortuna. Quella famiglia rimase a vivere a Joeuf e i figli hanno sempre mantenuto le proprie radici senza mai però rinnegare il loro essere francesi dalla nascita; uno di loro deciderà di intraprendere la carriera di calciatore venendo acquistato in tenera età dalla squadra più famosa dei dintorni dove aveva già giocato suo padre…ma quel ragazzino non immaginava che un giorno, dopo l’estate del 1982, avrebbe fatto ritorno nella terra d’origine dei suoi padri per diventarne il re andando a vestire la maglia più vincente del campionato italiano dopo aver fatto sfracelli nel club transalpino più nobile dell’epoca; quel bambino si chiamava Michele Platini, ma il mondo imparerà a chiamarlo con il suo nome francofono e spostando l’accento sulla terza vocale del cognome: Michel Platini, “le roi de Turin”.
È l’estate del 1955 e l’Europa sta ancora cercando di riemergere dai postumi della guerra quando nasce il nostro campione, che cresce giocando in mezzo alla strada con i suoi amici d’infanzia ma già a 11 anni la squadra locale lo tessera per lasciarlo andare 6 anni dopo al Nancy: saranno 7 stagioni che lo porteranno a 183 presenze, 98 gol, 2 titoli di miglior giocatore francese dell’anno, 2 trofei collettivi ma ottimi margini di interesse da parte di tanti osservatori oltre all’esordio in nazionale con la partecipazione a tutte e 3 legare di “Argentina 1978” pure se la spedizione finisce in modo disastroso (eliminazione ai gironi con 3 sconfitte su 3).
Nel 1979 gli scade il contratto e il Saint-Etienne riesce ad aggiudicarselo per 3 anni permettendogli vincere il suo primo campionato di Ligue 1 da professionista a fronte di 96 apparizioni con 50 marcature riuscendo a condurre la rappresentativa dei “galletti” al IV° posto nei mondiali di “Spagna 1982” totalizzando 6 presenze su 7 ma da bandiera ormai insostituibile con un gruppo da sogno anche se le maggiori gioie devono ancora arrivare…
All’indomani della coppa FIFA chiama l’Inter, club che non lo aveva potuto tesserare 4 anni prima a causa della chiusura del frontiere calcistiche nel “bel paese”, dichiarandosi ancora disponibile ad accettare la corte di Fraizzoli ma i nerazzurri non sono più interessati: Michel sa bene che per fare il definitivo salto di qualità deve venire a misurarsi con i migliori…chi può essere interessato a quel regista di ormai 27 anni con tecnica sopraffina, perfettamente ambidestro, ottimo goleador e assist-man, spietato come un killer su rigore, implacabile sui corner, chirurgico sulle punizioni al punto da far inventare il nome di “punizione alla Platini” disposto a vertire anche la maglia n.10, ottimo nell’ergersi a leader nei momenti di difficoltà in un periodo durante il quale i migliori metronomi e gli interpreti più carismatici giocano tutti in Italia? Ma la Juventus, naturalmente.
L’acquisto viene ultimato dopo la cessione di Brady e l’arrivo di Boniek(all’epoca gli stranieri tesserabili erano 2 per team) al prezzo di 250 milioni di lire: inizia qui il periodo più glorioso della carriera di “le roi”…1982-1987, 5 anni pazzeschi fatti di 2 scudetti (’83-’84 e ’85-’86), 1 coppa Italia (’82-’83) ma questi sono solo i titoli più semplici che il protagonista otterrà in quel lustro.
Diverrà il primo uomo capace di vincere 3 classifiche cannonieri e 3 palloni d’oro consecutivi (1983, 1984, 1985) oltre ad ergersi a protagonista di quasi tutte le finali internazionali giocate e portate a casa ad eccezione della I° Coppa delle Coppe (1984) e la I° supercoppa Europa nel gennaio seguente mentre segnerà decisivamente nella I° Coppa dei Campioni bianconera nella tragica notte del 29/5/1985, nella I° Coppa Intercontinentale nel dicembre successivo essendo stato il primo a vantare nel proprio palmares tutte le competizioni europee per club (esclusa la Coppa Uefa) assieme ai compagni Scirea, Tardelli, Cabrini, Rossi…tutti al culmine delle proprie carriere e guidati da uno stratega come Giovanni Trapattoni nel momento più epico del club di “Corso Marsiglia”.
Proprio durante la sua permanenza sotto la Mole Antonelliana si toglierà anche le maggiori soddisfazioni con il proprio paese: vincerà gli europei 1984 in casa divenendo il miglior goleador di una singola edizione in tale rassegna (9 gol in 5 partite) ottenendo poi il bronzo a “Messico 1986” giocando tutti e 7 i match…da sottolineare l’altissima caratura della sua “équipe”: l’allenatore Hidalgò, i difensori Tresor e Amoros, “le carrè magique” di centrocampo Tigana-Battiston-Giresse-Fernandez.
Chiuderà la carriera nel 1987 dopo un biennio tormentato da infortuni ma consapevole di aver fatto il massimo per essere ricordato nella massima lega possibile in un decennio nel quale dovevi chiamarti Falcao, Socrates, Zico, Junior, Cerezo, Dirceu, Maradona per fare il regista in Italia e spesso neanche bastava.
Dirà dopo la sua ultima gara con i sabaudi «[Ho giocato nel] Nancy perché erala mia città, [nel] Saint-Étienne perché era la migliore in Francia e [nella] Juventus perché è la migliore al mondo».
Fra i suoi tantissimi primati va sottolineato il fatto che sia fra i primi 10 giocatori della storia del calcio oltre ad essere annoverato nella top3 dei francesi con Zidane e Kopa ma soprattutto bisogna dire che è ancora oggi lo straniero che ha segnato più gol nel derby di Torino: 7 centri con 1 doppietta in 10 confronti e beh…se non era diventato il re di Torino, quanto meno era molto vicino all’incoronazione.
147 presenze con 68 gol in maglia piemontese, 82 timbri e 45 centri con la Francia: Michel Platini, “le roi de Turin”.

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