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MILANO – Il fatto che Roma, Milano, Torino siano state considerate da sempre le “città del calcio” ha fatto sì che, specie negli ultimi 40 anni si sia messa pesantemente in ombra una delle compagini che ha spopolato maggiormente a cavallo degli anni ’60 e ’70: la Fiorentina.

Fra i club che si sono dati maggiormente battaglia con i toscani, in coincidenza dei rispettivi cicli vincenti, vi fu il grande Milan capeggiato da Nereo Rocco per continuare poi con gli uomini di Liedholm e Capello successivamente.

Va da sé che questa disputa non ha fatto parlare di sè solo per ciò che concerne i risultati ma anche e soprattutto per gli scambi reciproci di giocatori o i doppi ex tipo Albertosi, Massaro, Roberto Baggio, Rui Costa, Montella (non in campo ma in panchina) che hanno scritto la storia di Milan-Fiorentina.

Il I° massimo apice della disputa si tocca nella stagione 1955/56 con la I° vittoria tricolore dei viola davanti ai rossoneri con +15 punti di vantaggio sotto la direzione del presidente Befani (record dell’epoca per i tornei a 34 partite raggiunto, fino ad allora, solo dal Torino del 1946/47) per poi essere ribadito nel 1968/69 avendo Baglini a condurre sempre con la supremazia fiorentina davanti al Cagliari oltre che al Milan ma si estenderà, nel 1974/75, anche alla Coppa Italia ribadendo che i gigliati, almeno negli scontri diretti o decisivi, non accettano lezioni di trionfo dai diavoli pure se la tradizione parlava già allora dei meneghini come una delle maggiori potenze assieme ai propri dirimpettai ed agli juventini…

Si giunge così alla soglia degli anni ’80 e da quel momento in riva all’Arno si conquisteranno solo 3 trofei (al netto di delusioni cocenti tipo la finale di Coppa Uefa persa nel 1989/90 dinanzi alla Juventus in uno strano triangolo che vede esclusi quasi sempre gli interisti) fra cui la Coppa Italia del 2000/01, ma l’altro sarà ancora sulla pelle del team di Via Turati: la Supercoppa di Lega del 1995/96 (a seguito alla conquista della coppa nazionale dopo 21 anni) con Cecchi Gori presidente e Batistuta a guidare i suoi (nell’anno in cui Capello conquistava il suo IV° scudetto in rossonero alla V° stagione battendo proprio i viola a soli 2 turni dal termine per 3-1 in casa con doppietta dell’ex Baggio condannando così la Juventus alla medaglia d’argento), in netto contrasto con il fatto che i milanesi fossero divenuti, ormai, uno dei battaglioni più vincenti del globo grazie alla presidenza Berlusconi iniziata da 8 anni potendo annoverare campioni del calibro di Van Basten, Baresi, Weah, Boban, Desailly oltre a tecnici come Sacchi a precedere Capello.

Con l’avvento del nuovo millennio i lombardi hanno consolidato il proprio prestigio mantenendo altissimi i loro standard costretti poi a vivere gli ultimi 8 anni di grossa crisi intanto che i toscani hanno dovuto addirittura vedere in faccia lo spettro del fallimento nel 2001/02 per sperare, solo dopo, in una lenta risalita in massima lega culminata nel 2003/04; con lo scoppio dello scandalo “Calciopoli” nella primavera del 2006 entrambi i club hanno rischiato di scontare pene molto lunghe nell’immediato futuro ma alla fine il prestigio ha trionfato riportando Milan-Fiorentina ad essere un match di livello pure se non significa più scontro-scudetto bensì solo spareggio-coppe (come nel caso del 2009, quando ci si doveva ancora aggiudicare le ultime 2 piazze per la Champions e finì 0-2 prima che si assistesse alla passerella finale con la standing-ovation da parte di tutto il capoluogo toscano all’indirizzo della leggenda Paolo Maldini sostituito da Nesta…tornato in campo per la I° volta di quell’annata dopo un anno a combattere con una schiena in condizioni terribili).

Milan-Fiorentina riassume in 90 minuti la storia rossonera e la tradizione viola, la costanza milanista contro il furore fiorentino, la consapevolezza milanese contro l’orgoglio toscano…che la prossima occasione rispetti le aspettative? Quale sarà il futuro dei 2 tecnici a seguito di codesto posticipo? Aspettiamo e vedremo.    

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