“Se ho avuto la fortuna di lavorare con squadre con un grande budget, ho avuto anche la difficoltà di lavorare con squadre dove vincere è un miracolo. Ho vinto con quel Manchester United, ho vinto con la Roma una coppa e mezza (l’allusione è alla finale di Budapest, ndr). Non sono stato capace di vincere due coppe a Roma, anche se ho ancora 6-7 mesi di tempo”. Questa frase rappresenta uno dei punti più significativi della prima parte dell’intervista rilasciata da Josè Mourinho a Sky Sport per “Federico Buffa Talks”, andata in onda in questi giorni e avente come suggestivo scenario la Terrazza Barberini. Divisa in due puntate (ma reperibile per intero on demand), questa lunga chiacchierata con Federico Buffa e Federico Ferri, direttore di SkySport, ripercorre parte della vita di Zè (come lo chiamano i suoi concittadini): dalle origini nella sua Setùbal, laureato in Scienze Motorie, quindi giovane calciatore tra serie B e C lusitana grazie anche a papà Felix (ex portiere del Vitoria Setùbal), fino alla prima esperienza da allenatore con l’Uniao Lleira e successivamente col Porto. Un’ora di intervista che, se da un lato conferma quanto già conoscevamo del carattere dell’allenatore giallorosso, dall’altro alza il sipario sul suo lato umano come quando racconta di aver fatto, appena laureato, da insegnante di calcio ad un gruppo di rasgazzi con la sindrome di down ai quali è ancora molto legato. Oppure quando racconta che, saputo della sua nascita, i compagni di squadra di papà Felix sono andati in blocco a casa sua per dargli il benvenuto, facendolo così entrare di fatto nella famiglia del Vitoria Setùbal. Nella seconda puntata andranno in scena le pagine più prestigiose della carriera di Josè Mourinho: Chelsea, Madrid, Milano sponda Inter e Roma.
