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NAPOLI – Siamo appena entrati nella primavera del 1987 e i “Genesis” si stanno per scindere fra Phil Collins e il resto della band, da poco sono iniziate le riprese per il film che uscirà nell’inverno seguente “Soldati – 365 all’alba”, alla Pasqua mancano quasi 3 settimane e a Napoli si respira un’aria di positività che sta contagiando tutti visto che siamo in pieno “miracolo sportivo”: il Circolo Nautico Posillipo vincerà fra pochi mesi la Coppa delle Coppe pur perdendo la finale-scudetto, il Basket Napoli è in piena lotta per salire in Serie B1, ma soprattutto il Napoli Calcio sta sdando battaglia per vincere il i scudetto della sua storia.

La domenica 29/3/1987 arriva sotto il segno dell’incertezza: ci sono da giocare sfide decisive per non retrocedere come Brescia-Avellino 2-0, ma la vera scena è tutta per Milan-Sampdoria 0-2, Torino-Inter 0-0…tutte e 4 sono in lotta per i posti UEFA e cercano di rubare la ribalta al big-match del weekend Napoli-Juventus, che doveva essere la gara del tricolore ma si è rivelata niente più che un incrocio d’alta classifica visto che i bianconeri sono quarti a 30 punti mentre gli azzurri hanno il posto da capolisti a 34.

Al “San Paolo” si registra l’abbattimento del precedente record degli incassi con almeno 60000 presenti, di cui appena 1000 juventini (la maggior parte provenienti dai “fan club” della Campania); sappiamo, inoltre, che Ferlaino arriverà assieme all’avvocato Agnelli e con Boniperti, a testimonianza che, almeno per una volta, la rivalità deve restare in campo.

Interessante, invece, è vedere come i 2 allenatori, Ottavio Bianchi e l’ex di turno Rino Marchesi, hanno preparato la sfida ben sapendo che nessuno dei 2 naviga in buone acque: il Napoli ha vinto appena una delle ultime 4 sfide ottenendo solo 2 timbri all’attivo oltre a 2 pari casalinghi con Roma e Sampdoria…ma come se non bastasse questo o il fatto che già a settembre si era usciti dalla Coppa UEFA ai rigori per mano del Tolosa nei trentaduesimi (vittoria 1-0 in casa e sconfitta con il medesimo tabellino in Francia per poi crollare 4-3 in rimonta dal dischetto con errore decisivo di Maradona, che colpirà il palo destro interno lasciando il portiere fermo), si deve fare anche a meno del giovane difensore infortunato Bigliardi, anche se il modulo speculare 4-4-2 (poi 4-3-3 e 5-3-2 verso la chiusura essendo tornati in vantaggio) non verrà cambiato per nulla lasciando anche i criteri delle marcature a uomo esattamente uguali alle previsioni

[Garella;

Volpecina-Ferrario-Renica-Ferrara;

Romano-Bagni-De Napoli-Caffarelli (51° Carnevale);

Maradona (cap.)-Giordano (68° Bruscolotti)]

mentre la Juve, estromessa a novembre negli ottavi di Coppa dei Campioni dal Real Madrid (anche per loro 1-0 a Torino con batosta identica Madrid e crollo 3-2 dagli 11 metri dopo essere stati anche sopra 0-1), è dalla trasferta di ottobre in casa dell’Ascoli chiusa sullo 0-5 che non porta a casa l’intera posta dai campi nemici oltre a dover fare meno di 3 pedine fondamentali a livello lo stopper squalificato Brio, del terzino sinistro Cabrini e dell’ala mancina Laudrup (entrambi infortunati)…l’assetto è sempre 4-4-2 come con Trapattoni, ma in corso d’opera si virerà verso un 4-5-1 più dedito alla ripartenza in velocità che alla manovra pur avendo il doppio regista quando verrà messo dentro Briaschi seguito da Vignola

[Tacconi;

Favero-Caricola-Scirea (cap.)-Pioli;

Mauro-Manfredonia-Platini-Bonini (65° Vignola);

Buso (61° Briaschi)-Serena].

Pochissimi, in proporzione al passato, i nazionali italiani a servizio del nuovo tecnico Vicini: capitan Scirea/Serena e Bagni oltre agli under-21 Ferrara/De Napoli o Tacconi mentre gli ex laziali Giordano/Manfredonia sono già stati dichiarati esclusi dal giro; se vogliamo, invece, andare a vedere gli stranieri fra cui il sammarinese Bonini, troviamo il capitano dell’Argentina campione del mondo nel giugno 1986 Maradona (capitano pure dei napoletani) con il leader della Francia arrivata fino alle semifinali per poi piazzarsi III° Platini.

Non si sa ancora con certezza ma si sospetta che questo sarà l’ultimo confronto fra “el pibe de oro” e “le Roi”: quest’ultimo sta pensando di ritirarsi a fine annata, e manterrà la sua parola…ma fino ad allora vuole dare battaglia per riuscire a vincere almeno una volta in casa del suo nemico, visto che in 2 precedenti ha pareggiato 0-0 prima e perso 1-0 poi (proprio grazie ad una rete magistrale su punizione di Maradona). Succede così che, a discapito di quanto si pensasse, gli accoppiamenti tipo Favero-Maradona, Caricola-Giordano, Manfredonia-De Napoli, Bagni-Platini, Ferrario-Serena, Ferrara-Buso vengono confermati, eppure le occasioni si susseguono da un lato all’altro già dalle prime battute: Mauro manda fuori di destro dalla fascia e poi Manfredonia mira troppo alto, cogliendo solo la coreografia della curva di casa, impegnata ad esporre un gigantesco tricolore…i padroni di casa si assestano e cercano di colpire ma anche Romano spedisce alto con Giordano che mette in difficoltà Tacconi pur non riuscendo a batterlo; tutto ciò è accaduto in appena un quarto d’ora, il tempo che la Roma passasse in vantaggio portandosi a -2 dagli azzurri (35-33) ma il Napoli ha diversi assi nella manica e al 14° Maradona lascia calciare a Renica una punizione guadagnata dal medesimo Giordano: il libero incolla un mancino potente ma impreciso che si infila in rete per l’1-0 (realizzazione n.1 per lui anche se andrà a segno anche in finale d’andata di Coppa Italia a giungo dinanzi all’Atalanta) solo grazie ad una grossolana disattenzione dell’estremo difensore piemontese, che si lascia passare la palla sotto le gambe consentendole di entrare a ridosso del montante destro. Gli zebrati non ci stanno e ripartono cercando di fare male con Buso prima e con Serena poi, ma se non sono imprecisi sono sfortunati come nel caso in cui Serena colpisca il palo alla destra di Garella da mischia su corner…i partenopei, da parte propria, sono coperti ed attenti per poi cercare di colpire: Giordano costringe Tacconi ad un bell’intervento in uscita bassa, Volpecina manda fuori di sinistro, Caffarelli spinge ma non riesce mai a saltare Pioli senza essere sfiancato dal continuo duello in velocità; Marchesi avverte che i suoi non sono sereni e li invita a non trascinare la contesa sulla rissa perché non conviene a nessuno, tanto meno al direttore di gara Pieri, che manda le squadre al riposo sapendo che la Juve è stata raggiunta momentaneamente dal Milan e che il Napoli dovrà cercare di mantenersi a 36 per restare a +3 sulla Roma.

Quando la sfera riprende a rotolare Platini vuole riprendersi il palcoscenico a discapito di Maradona e inizia a tempestare la porta di Garella con tiri piazzati di destro intanto che Romano mette a dura prova Tacconi: siamo al 50° e lo stesso regista francese riesce a calibrare un cross millimetrico dalla destra su cui Serena anticipa Garella incornando sul primo palo al punto da riequilibrare tutto sull’1-1 (7° gol per lui…saranno 10 su 16 fra tutte le competizioni a maggio) nello stesso istante in cui arriva la notizia del pareggio di Graziani a Udine contro la Roma…Bianchi non ci pensa un secondo di più e butta dentro Carnevale per Caffarelli passando, di fatto, allo schema con 3 punte pure se Maradona agisce da suggeritore e, se la prima volta il subentrato non arriva sulla palla, al secondo tentativo, innescato ancora dal suo leader sudamericano, arriva in scivolata dietro a tutti quanto basta per consentire a Romano di battere a rete con il piatto destro da pochi passa con la porta semi-sguarnita al 58° per il 2-1 (non segnava dall’ultima d’andata Napoli-ascoli 3-0 e non gli ricapiterà: decisamente un segno…). Al momento i campani comandano per 36-32 sulla coppia Inter-Roma (meneghini bloccati sullo 0-0 in casa del Toro malgrado avessero vinto lo scontro diretto casalingo solo 7 giorni addietro dopo che la Roma aveva fermato sullo 0-0 gli azzurri in casa loro) e da qui i padroni di casa pensano più a difendere l’esiguo vantaggio mettendo dentro Bruscolotti a fare il terzino destro marcatore intanto che Ferrara stringe in mezzo a Maradona va a fare il rifinitore con Carnevale unico riferimento mentre Marchesi butta dentro Vignola per dare manforte a Platini e Briaschi a ricoprire il ruolo di esterno sinistro in favore di un centrocampo che possa sfruttare una doppia regia di prima qualità oltre ad un dinamismo laterale che mette in difficoltà varie volte una difesa numerosa ma affaticata come quella napoletana, all’85° si scopre che Storgato ha segnato il 2-1 che manda la Roma a -5 lanciando il Napoli sempre di più verso lo scudetto: a 6 turni dal termine il vantaggio è di 2,5 partite (36-31)…a cominciare da mister Bianchi tutti negano di aver già vinto, prima Bagni (che ringrazia Marchesi di averlo aiutato negli anni precedenti), poi Romano, e infine il duo Renica/Garella poiché sono tutti già concentrati sulla trasferta di Empoli e solo Platini ha il coraggio di dire davanti alle telecamere che questo sarà l’anno degli azzurri pur senza rinunciare alla sua solita “verve” transalpina quando gli chiederanno come si sente ad aver segnato solo 2 volte in seguito a 4 annate di cui 3 da capocannoniere con 15 segnature di media.

Per la II stagione consecutiva gli juventini escono battuti dal capoluogo campano e infilano la terza batosta nelle ultime 5 contese con gli azzurri (2 pari al netto di 3 timbri all’attivo e 7 al passivo): per una società con il loro blasone non è ammissibile ma ci sarà tempo per rifarsi…

A giugno il Napoli diverrà il primo ed unico (ad ora) team del sud a vincere scudetto e coppa nazionale nello stesso anno: il I° tricolore arriverà alla fine di una lunga maratona con l’Inter (43-38) intanto che la Juve agguanterà il II° posto in extremis facendo 39 lunghezze…in coppa, invece, i bianconeri saranno fatti fuori nei quarti dal Cagliari (1-1 in Sardegna e 2-2 in Piemonte) che verrà poi estromesso in semifinale dai futuri campioni, i quali sconfiggeranno l’Atalanta (3-0 e 0-1 per un 4-0 totale) stabilendo il primato (ancora imbattuto con quel formato) di 13 vittorie in 13 gare.

Pensate che la storia di Napoli-Juventus sia finita? Vi sbagliate di grosso!!

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