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NAPOLI – E’ la primavera del 1973 e fra soli 3 mesi una drammatica epidemia di colera colpirà tutte le coste a sud dell’Italia con epicentro in Campania, la “strategia della tensione” e le tante bombe esplose negli ultimi anni portano alla guerra fra lo stato e le “Brigate Rosse” che mette in ginocchio l’intero paese, l’Ignis Varese sponsorizzata dalla famiglia Borghi e con coach Nikolic in panchina vince il “grande slam” per la prima volta nella storia, al cinema sta per essere proiettato “Robin Hood”, eterno capolavoro della Disney dedicato al ladro gentiluomo più famoso di Nottingham, il calcio italiano é giunto all’ultimo atto: per la trentesima e ultima giornata di campionato nell’epoca delle 16 squadre e di tutte le partite fissate alle 15 vediamo una corsa scudetto furiosa, che coinvolge il Milan, reduce della finale di Coppa delle Coppe vinta il 16 maggio a Salonicco contro il Leeds United per 1-0 con timbro di Chiarugi in apertura (era stato anche chiesto di spostare le 3 sfide per il tricolore al lunedì o alla domenica dopo da parte dei meneghini, ma la scelta non sarà accolta dalla Federazione) e ancora in lotta per il girone di qualificazione alla finale di Coppa Italia, la Juventus, che deve disputare il prossimo 30 maggio a Belgrado la sua prima finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax (perderà 1-0) oltre a dover affrontare il girone di semifinale di coppa nazionale e la neo-promossa Lazio, che già a settembre era uscita dai gironi di Coppa Italia arrivando ultima dietro a Napoli, Taranto, Palermo e Brindisi (un pari e 3 sconfitte con un gol fatto e 4 subiti) oltre al fatto che il cammino in Coppa Anglo-italiana era già finito al turno eliminatorio per mano di Hull City (2-1), Manchester United (0-0), Crystal Palace (3-1) e Luton Town (2-2).

Si rischia lo spareggio…a 2 o a 3 squadre

La classifica é corta e il Milan comanda a quota 44 mentre bianconeri e laziali seguono a 43 e la differenza reti o gli scontri diretti non sono discriminanti in atto all’epoca mentre Ternana e Palermo sono già retrocesse con solo un posto ancora libero per scendere in B (se lo “aggiudicherà” l’Atalanta) ma i campi più importanti sono quelli di Verona, Roma e Napoli, dove vanno in scena Verona-Milan, Roma-Juventus e Napoli-Lazio, con veneti, giallorossi e partenopei che non hanno più nulla da chiedere al campionato. Le variabili e gli scenari possibili sono tanti, ma si sa che la volata la comanda il Milan: vincendo, i rossoneri sono certi di arrivare al loro decimo scudetto ma, in caso di sconfitta e pareggio delle altre 2 in gioco si arriverebbe ad un girone a 3 per poter vedere chi alzerà il trofeo vedendo 44 punti a testa mentre in caso di vittoria solo della Lazio si parlerebbe di spareggio con rossoneri i piemontesi a seconda del risultato diverso dalla vittoria maturato; in poche parole si possono fare molti conti, ma la domenica napoletana inizia nel peggiore dei modi, visto che gli almeno 15.000 laziali accorsi nel capoluogo campano trovano una pessima accoglienza e da subito si registrano grandi tafferugli specie per le ruggini maturate nella gara d’andata e la rivalità derivante dal gemellaggio Roma-Napoli.

Tensione alle stelle prima della gara

Il pullman della Lazio, appena arrivato a Napoli, viene fatto bersaglio di lancio di oggetti come bottiglie, sassi, travi di legno e il patron biancoceleste Lenzini accuserà questo agguato premeditato come organizzato da qualcuno che voleva caricare l’ambiente dopo la sfida dell’andata, in cui la tensione era già stata altissima e che si era conclusa con la vittoria della Lazio per 3-0…si riesce ad arrivare negli spogliatoi ma neanche il tempo di cambiarsi che Vavassori, il quale le aveva già promesse all’andata, attacca verbalmente Maestrelli e Wilson scoprendo parzialmente il fuoco che già covava sotto la cenere: in questo clima rovente si comincia con 2 moduli molto difensivi ma molto adatti a sfruttare il minimo errore del nemico…5-4-1 azzurro privo dei centrocampisti Fontana e Improta oltre agli attaccanti Abbondanza e Mariani mentre i difensori De Gennaro, Panzanato e il centrocampista Ranieri con l’attaccante Motti vengono lasciati a casa per scelta tecnica contro 4-5-1 ospite, in cui compaiono tutti i titolari ad eccezione del duo arretrato Facco-Petrelli oltre alle riserve Ferruccio Mazzola e Moschino, riserve della mediana ma presenti, tutti e 4, per poter assistere alla sfida con tutti i rischi che ne conseguiranno. Da subito volano parole grosse pure fra Chiappella e Maestrelli, che si beccano dalle panchine prima dell’inizio con molta fatica da parte dell’arbitro veneziano Angonese per calmarli e anche in tribuna non va meglio, con Lenzini bersagliato dai tifosi partenopei e il presidente Ferlaino che prova invano a riportare la calma.

Occhi in campo e orecchie alla radio

Finalmente si può fischiare il calcio d’inizio e da subito si nota che il clima é infuocato anche a bordocampo, dove i laziali vengono insultati e bersagliati ad ogni fallo laterale o corner battuto e le marcature a uomo sono quelle previste: Vavassori su Chinaglia e Martini per Ferradini, Oddi a tenere Damiani mentre Polentes ferma Cané, Pogliana destinato a Garlaschelli intanto che Bruscolotti prende Manservisi e in mezzo al campo Nanni si attacca a Esposito al netto di capitan Juliano che non molla mai Re Cecconi intanto che Frustalupi si trova a scontrarsi spesso con Rimbano, marcatore difensivo in avanzo…soltanto i portieri Carmignani e Felice Pulici, con i liberi Zurlini e capitan Wilson provano a dare spinta offensiva. Siamo in un’epoca in cui, a parte il brasiliano mai considerato in nazionale Cané, i giocatori degni di nota a livello italiano sono pochi: Wilson, Re Cecconi, Chinaglia e Juliano faranno il mondiale in Germania Ovest l’anno seguente venendo eliminati al primo turno per differenza reti dopo la sconfitta contro la Polonia per 2-1 il 23 giugno 1974 (nelle prime 2 sfide raccoglieremo una vittoria per 3-1 in rimonta e un pari per 1-1 con l’Argentina). Appena la gara comincia si vede subito che il Napoli, sfruttando il fattore campo, la vuole mettere subito sull’agonismo forte e la Lazio non riesce ad esprimersi, forse schiacciata troppo dall’importanza dell’impegno intanto che la classifica recita <<Milan 45, Lazio e Juventus 44>> visto che su tutti e 3 i campi permane lo 0-0…al 17′ la prima svolta giunge dal vantaggio del Verona grazie a Sirena, che porta tutte e 3 a 44 punti. Al 22′ la prima occasione dei laziali: Chinaglia tenta la rovesciata di destro ma Carmignani é pronto e blocca il suo pallonetto; al 25′ ecco il 2-0 veronese con autorete di Sabadini che rinfocola le speranze di Lazio e Juve ma al 29′ arrivano, insieme, il 3-0 di Luppi e il vantaggio romanista con Spadoni: al momento Milan e Lazio sono a 44 punti mentre la Juve segue a 43 intanto che al 27′ Damiani si era visto annullare un gol per fallo in attacco a danno di Oddi…al 32′ Rosato realizza il 3-1 che riporta in gara il Milan ma all’intervallo la situazione dice <<Milan e Lazio 44, Juventus 43>> intanto che al “San Paolo” infuria una vera e propria guerra agonistica.

Emozioni a non finire

Alla ripresa Polentes viene ammonito per proteste, i romani cercano di riprendere il mano il pallino del gioco ma i napoletani non demordono e al 60′ Rimbano si vede respingere sulla linea un tiro da parte di Oddi prima che Pogliana mandi alto un bel destro e che Bruscolotti si veda bloccare la conclusione di mancino da Pulici. Al 61′ ecco il pari della Juventus contro la Roma: Altafini riporta i suoi a 44 punti e rimette in gioco lo spareggio a 3; al 68′ altra parata di Pulici su bella rovesciata di Cané, servito da Pogliana e nell’arco di 180″ (70′-72′) Luppi segna il 4-1 anticipando l’autorete di Turone, che fissano Verona-Milan sul 5-1 spegnendo le speranze rossonere intanto che a Roma e a Napoli la situazione é più viva che mai. Al 70′ Maestrelli butta dentro l’attaccante La Rosa al posto di Nanni per passare al 4-4-2 e dare a Chinaglia maggiore supporto ma lo stesso La Rosa manda fuori di poco di destro cadendo a terra, al 77′ Chiappella inserisce il centravanti Umile per spalleggiare meglio Ferradini sfruttando un 5-3-2 dinamico e senza ruoli fissi a centrocampo ma Wilson salva ancora i suoi proprio al 77′ respingendo di testa sulla linea una bordata di Cané. All’81’ Sabadini segna il 5-2 a Verona ma i gol più importanti della giornata stanno per arrivare: all’87’ Cuccureddu porta in vantaggio gli juventini all’Olimpico dandogli l’1-2 e li manda a 45 punti mentre Maestrelli e i suoi sono costretti a capitolare all’89’, quando Vavassori va via sulla destra, serve Juliano che gira per Damiani e l’ala partenopea realizza l’1-0 decisivo con una zampata di destro da dentro l’area (per lui sesto timbro in campionato e fine di un digiuno che durava da Napoli-Roma 1-0 del 18 febbraio)…la Juventus, intanto che Bigon fa 5-3 in Veneto al 90′, é a 45 lunghezze seguita dal Milan a 44 e dalla Lazio a 43.

Scudetto, delusione e veleno

Al triplice fischio il tricolore prende la via di Torino e i bianconeri si godono il loro quindicesimo scudetto a danno di rossoneri e biancocelesti, assai vicini a fare l’impresa storica di vincere lo scudetto un anno dopo aver vinto la Serie B (sarebbero stati gli unici ad oggi) ma alla fine ci sarà grande spazio per la delusione e l’esplosione della rabbia: Wilson ha una crisi di pianto e Chinaglia viene alla mani con tutti quelli che gli capitano a tiro, a stento trattenuto da Maestrelli che vuole evitare la beffa oltre al danno…ci penserà Lenzini a far sorridere i suoi regalandogli una vacanza-premio a New York dove potranno incontrare anche il Santos di Pelé ma quel campionato non verrà mai dimenticato dalle parti di Tor di Quinto e Formello. Nella puntata del programma RAI “Sfide”, dedicata al defunto Tommaso Maestrelli il 21 giugno 2007 e nell’episodio del medesimo format “Chinaglia: calcio e pistole” del 29 ottobre 2012 in occasione dei 6 mesi dalla morte del centravanti, si parlerà deliberatamente del clima che si respirava a Napoli quella domenica e si lancerà deliberatamente l’accusa di presunte “combine” in Roma-Juventus sapendo la rivalità fra le squadre capitoline e la possibilità dei romanisti di avere in pugno il destino dei “cugini” mentre per il Verona e il Napoli stesso si é sempre pensato ad un “premio a vincere” elargito dai torinesi per assicurarsi gare fin troppo “calde” a danno delle inseguitrici…tali comportamenti, all’epoca, non erano vietati dal regolamento ma non saranno mai aperte inchieste in merito e tutto resterà circoscritto nell’ambito delle supposizioni e i giocatori che ne parlarono, ovvero Martini, Wilson e D’Amico oltre al giornalista Alberto Recanatesi, non trovarono mai riscontri sulle loro parole. Si verseranno fiumi di parole in merito ma troppe saranno le contraddizioni da parte delle “aquile”: perché la Roma avrebbe dovuto perdere apposta contro una rivale dal punto di vista politico e territoriale come la Juventus? Perché il Verona non avrebbe dovuto giocarsi la partita contro un Milan già sfiancato dalla vittoria in Coppa delle Coppe? A Napoli l’aria era irrespirabile e inaccettabile dal punto di vista ambientale, ma perché i padroni di casa non dovevano onorare fino alla fine la loro stagione? Troppi interrogativi che non troveranno mai risposta…

Conclusioni

La stagione della Lazio si conclude così, con le coppe finite a settembre e un campionato perso fra tanti rimpianti mentre il Napoli arriverà nono dietro a Juventus, Milan, Lazio, Fiorentina, Inter, Torino, Bologna e Cagliari precedendo proprio Verona e Roma e il cammino in Coppa Italia terminerà nel girone di semifinale: terzo posto e appena 4 punti in 6 sfide (una vittoria, 2 pari e 3 sconfitte) nel girone dei vincitori del Milan (che sconfiggerà in finale la Juve ai rigori: 1-1 sul campo e 5-2 dal dischetto in un’annata leggendaria per entrambe), dell’Atalanta e del Cagliari. Il viaggio a ritroso nella storia di Napoli-Lazio non é ancora finito…alla prossima!!!!!

Il tabellino

NAPOLI-LAZIO 1-0

NAPOLI (5-4-1): Carmignani; Pogliana, Rimbano, Zurlini, Vavassori, Bruscolotti; Damiani, Juliano (cap.), Esposito (77′ Umile), Cané; Ferradini. A disposizione: Nardin. Infortunati: Fontana, Improta, Abbondanza, Mariani. Fuori per scelta tecnica: Panzanato, Ranieri, Motti, De Gennaro. Allenatore: Chiappella.

LAZIO (4-5-1): F. Pulici; Polentes, Martini, Wilson (cap.), Oddi; Garlaschelli, Nanni (70′ La Rosa), Re Cecconi, Frustalupi, Manservisi; Chinaglia. A disposizione: Moriggi. Infortunati: Facco, Petrelli. Fuori per scelta tecnica: F. Mazzola, Moschino. Allenatore: Maestrelli.

ARBITRO: Angonese di Mestre.

MARCATORI: 89′ Damiani (N).

NOTE: Ammonito Polentes per proteste.

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