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NAPOLI – Sono passate 53 settimane esatte da quando il Napoli aveva complicato la risalita europea del Milan nello scorso campionato e ora le 2 compagini si ritrovano davanti per un obiettivo molto più importante: lo scudetto.

Siamo nella caldissima primavera del 1988 e la Germania Ovest si sta finendo di preparare ad ospitare gli Europei di calcio a giugno mentre in TV arrivano i primi film “Anime” di provenienza giapponese, il marchio “Buitoni” monopolizza il mercato alimentare assieme alla “Barilla” e alla “Parmalat”, in settembre la Jugoslavia del “golden starting five” Kukoc-Divac-Paspalj-Petrovic-Rada perderà la finale olimpica contro l’URSS a Seul e mentre i “fast food” americani aumentano sempre di più nel vecchio continente, Papa Giovanni Paolo II° presiede alle riunioni diplomatiche mondiali più importanti fra USA e URSS anticipando, di fatto, lo scenario che si concretizzerà il 9/11/1989 con il crollo del muro di Berlino, evento che spazzerà via, formalmente, 40 anni di socialismo nell’est europeo.

Ma ora torniamo in Italia per concentrarci su quella bollente domenica napoletana che si presenta come spartiacque a 2 giornate dalla fine dell’ultimo campionato con 30 match (diverranno 34 a ottobre) con 2 stranieri per club (poi saranno 3): il Napoli campione in carica vantava 4 punti di vantaggio fino a 14 giorni addietro (addirittura 5 a fine marzo) e sembrava avviato verso un 2° trionfo consecutivo che non doveva fare neanche troppa paura o far pesare tanta pressione, ma si è complicato la vita perdendo in casa Juventina 3-1 oltre a fare un misero 1-1 contro il Verona in Veneto (dopo aver ceduto dinanzi ai romanisti per 1-2 in casa a inizio primavera)…ora ha solo una lunghezza di più sui milanisti, vincenti a domicilio della Roma 0-2 così come nel derby casalingo con il medesimo punteggio: se vince la squadra azzurra va a +3 con 4 punti ancora disponibili e mette 1,5 mani sul titolo, se pareggiano tutto rimane uguale ma entrambi possono giocarsela fino all’ultimo, se vincono i lombardi vanno in testa a +1 per la 1° volta nel torneo e tirano la volata con un calendario, teoricamente, meno difficile (Milan-Juventus, Fiorentina-Napoli fra una settimana seguite da Como-Milan e Napoli-Sampdoria nella tornata conclusiva).

Il “San Paolo” registra l’ennesimo “tutto esaurito” con più di 80.000 persone fra cui appena 5000 milanisti stipati in un piccolo settore ospiti a loro dedicato: la festa di colori organizzata dal pubblico, malgrado qualche polemica e la piccola crisi sopraggiunta negli ultimi tempi, fa da antipasto di prima qualità a quella che si prospetta, secondo Maradona, <<UNA FINALE DEL MONDO>> intanto che Ferlaino si siede a bordocampo come suo solito dopo aver salutato Berlusconi con Galliani nel box delle autorità in tribuna…Lo Bello junior (ancora lui, per il 2° torneo consecutivo) cerca subito i mister Bianchi-Sacchi (arrivato in estate per grande volontà di Berlusconi stesso dal Parma e fermato appena prima che gli potessero far assumere la direzione tecnica della Fiorentina) al fine di essere chiaro che non accetterà atteggiamenti irriguardosi nei suoi confronti ma solo eventuali dubbi da parte dei capitani Maradona con F.Baresi.

Raramente si è vista una contrapposizione così netta dal punto di vista tattico fra 2 scuole opposte: da una parte abbiamo il 5-4-1 di casa con variabile di 4-4-2 in fase d’attacco ma tramutatosi, progressivamente, verso un 4-3-3 con Maradona arretrato a raccordo fra i reparti e in un vero 4-2-4 per gli ultimi scampoli di confronto ma con marcature a uomo ferree sommate ad un pressing di sola fase difensiva

[Garella;

Francini-Ferrara-Renica-Bigliardi-Bruscolotti (73° Carnevale);

De Napoli-Bagni (56° Giordano)-Romano;

Maradona;

Careca]

dall’altra parte, invece, per gli ospiti vige il 4-4-2 (poi 4-3-3 malgrado lo svolgimento favorevole degli eventi) maggiormente “olandese” che si sia visto dalle nostre parti fin lì: pressing a tutto campo, difesa in linea molto alta con marcature a zona e dominio continuo dell’iniziativa nel palleggio

[G.Galli;

Tassotti-F.Galli-F.Baresi (cap.)-Maldini;

Donadoni (46° Van Basten)-Colombo-Ancelotti-Evani;

Gullit-Virdis (82° Massaro)].

4 gli azzurri, così come i rossoneri, che verranno selezionati dalla nazionale per giugno: Ferrara/Francini/De Napoli/Romano da una parte con Baresi/Maldini/Ancelotti/Donadoni dall’altra mentre poi ci interessano molto gli stranieri in questione…l’attacco dell’Olanda futura vincitrice Gullit (capitano degli “orange”)-Van Basten e la coppia sudamericana formata dal capitano argentino Maradona, dal bomber brasiliano Careca.

Le novità di Bianchi sono tante e fra queste troviamo Bagni nel ruolo di uomo tuttofare fra le linee partenopee assieme a Maradona mentre il solo Careca ricopre la parte di “puntero” ma ciò che ci riguarda maggiormente è il fatto che Bigliardi viene destinato al controllo di Gullit così come Bruscolotti seguirà Donadoni ovunque e Ferrara sarà incollato a Virdis facendo in modo che a centrocampo Francini possa supportare Romano sui 2 lati lasciando a De Napoli tutto il peso dello schermo davanti al reparto arretrato…Sacchi sa che non ha nulla da perdere e dice a F.Galli di fare attenzione a Careca ma senza seguirlo fuori posizione e riserva a Colombo il compito arduo di affrontare in prima battuta Maradona, specie se il leader azzurro decide di puntare la porta: ne viene fuori una mezz’ora con pochi acuti e molta attenzione facendo pensare a tutti che i padroni di casa stiano riuscendo nel loro intento di soffocare la spinta lombarda ma è un fuoco di paglia che si spegne al 36°, quando Renica viene ammonito per un fallo a 25 metri dalla sua porta a danno di un ottima serpentina da parte di Ancelotti permettendo a Evani di sferrare un sinistro rasoterra deviato ancora da Renica in barriera e finito sui piedi dello sveglissimo Virdis, capace d’incrociare da posizione defilata sentendo lo specchio della porta con un sinistro senza repliche pur avendo difensore addosso e portiere a meno di un metro; il sorpasso sembra compiuto ma i napoletani non demordono e reagiscono violentemente chiudendo i nemici in area pur senza creare troppi pericoli (al contrario delle ripartenze milanesi, sfruttate, però, male da Tassotti e Evani) intanto che Bigliardi si becca il giallo per l’ennesimo fallo sullo scuro gigante fiammingo ma il vero squillo di tromba lo abbiamo al 45° preciso: Baresi affonda Bagni al limite dell’area suscitando la rabbia dello stesso mediano oltre a far scattare il cartellino giallo per sè stesso…sulla punizione “re Diego” scocca un mancino a giro sotto la convergenza dei pali che non lascia speranze se non quella di vedere 1-1 sul tabellone e con la classifica ristabilita nella sua forma di inizio gara appena prima di tornare negli spogliatoi.

Le interviste che vanno in scena durante il riposo dei giocatori fanno capire la caratura di questa domenica: Umberto Agnelli si dice molto contento del tasso tattico ma meno di quello tecnico, Pesaola difende Bianchi davanti a tutti i critici sull’inedito assetto adoperato, Vinicio ha ottime parole per Careca ma non per Maradona.

Verremo a sapere 16 anni dopo, tramite un documentario a tema sulla storia dei diavoli, che il “profeta di Fusignano”, durante la pausa, disse ai suoi solo poche parole <<RAGAZZI, PERCHE’ VI ABBATTETE COSI’? IO SONO TRANQUILLO, ANZI, SONO COSI’ SICURO CHE VINCEREMO MALGRADO QUEST’IMPREVISTO DEL GOL DI MARADONA, CHE IL 2° TEMPO LO AFFRONTEREMO CON 3 PUNTE: ESCI TU ROBERTO (Donadoni) ED ENTRA MARCO (Van Basten)>>…sarà un caso o sarà consapevolezza nei propri mezzi, fatto sta che alla ripresa i nordici, forti del nuovo trio, cambiano passo e iniziano a macinare letteralmente i capolisti venendo guidati da uno straripante Gullit, arginato solo minimamente da uno stremato Bigliardi ma al 56° il coach di casa decide di tornare al vecchio schema e rispolvera il tridente “Ma.Gi.Ca” inserendo Giordano per Bagni, che la prende malissimo e se ne va indignato negli spogliatoi: 4-3-3 o 4-3-1-2 quindi, con i milanisti che, però, non mollano e, anzi, riescono a trovare l’1-2 al 68° grazie all’ennesimo assolo del solito Gullit, che va via sulla destra crossando di destro ad indirizzo di Virdis, anticipo secco su Ferrara con incornata all’altro lato del sardo…a questo punto succede una cosa molto strana, fin troppo: Bianchi starebbe inserendo Sola per rinforzare il centrocampo, ma Maradona accenna a togliersi la fascia di leader salvo rimettersela appena il suo allenatore rimanda il tornante in panchina buttando dentro Carnevale al posto di Bruscolotti per rompere gli indugi e dare un segnale di, almeno parziale, ripresa quando i minuti sono 73. Purtroppo, però, i nuovi entrati non fanno in tempo a prendere confidenza con il terreno di gioco e con il nuovo modulo che l’eterno Gullit sguscia via a sinistra ancora facendo secco l’esausto Bigliardi prima di centrare per Van Basten, che segna a porta vuota di piatto destro dal basso in alto con la sfera in controbalzo sentenziando l’1-3 al 76°; ormai sembra fatta per il sorpasso ma i re d’Italia non vogliono abdicare senza combattere ed è proprio da un’azione personale di Carnevale che nasce il cross verso Careca, il quale svetta su Maldini dicendo 2-3 quando siamo al 78°…in chiusura, conseguentemente al riassestamento fisiologico degli azzurri, Careca va a sinistra con Giordano a destra e Maradona si sistema dietro Carnevale nel momento in cui Massaro rimpiazza Virdis senza snaturare l’equilibrio dei suoi ma il tanto sperato 3-3 non arriva causa un salvataggio di F.Galli in anticipo sullo stesso Carnevale all’ultima azione: a 180′ dalla fine il Milan, applaudito da tutto lo sportivissimo pubblico partenopeo, per la 1° volta in stagione, si piazza in testa e “vede” lo scudetto con questa situazione <<MILAN 43…NAPOLI 42>> ma non è ancora finita perchè il Napoli, presumibilmente, non mollerà…

14 giorni dopo si tireranno le somme e non ci saranno mezze misure: il Napoli crollerà di botto totalizzando 1/10 punti nelle ultime 5 sfide adagiandosi al 2° gradino del campionato pur avendo un team migliore dell’anno passato…anni dopo si alimenteranno tante storie su come si chiuse quell’annata: si parlò di una fronda contro Bianchi da parte dello spogliatoio a seguito della quale verranno venduti Garella/Ferrario/Bagni/Giordano poichè considerati capi dell’ammutinamento ma ci fu pure chi disse che la Camorra avrebbe minacciato Maradona&Co. per non perdere montagne di denaro al “Totonero” avendo scommesso sui diavoli, addirittura si accennerà ad un accordo sottobanco fra Ferlaino e Berlusconi per motivi economici o politico-federali ma ciò che si seppe subito fu che gli azzurri molleranno pure il trono della coppa nazionale cedendo nei quarti a favore dei finalisti del Torino fra le mura amiche successivamente alla disfatta in Coppa dei Campioni nei 16esimi con il Real Madrid; da parte sua, il Milan è campione d’Italia per l’11° volta, con 3 lunghezze di scarto dal Napoli, 9 anni dopo il “titolo della stella” e sarà il 1° di 8 scudetti sotto la trentennale presidenza del “Cavaliere”, grazie a cui i milanesi parteciperanno, vincendo, alla loro 1° Supercoppa Italia (edizione inaugurale della competizione) contro la Sampdoria ma i sorrisi si alterneranno al dispiacere di aver chiuso il cammino in Coppa Italia negli ottavi ai rigori in casa del sorprendente Ascoli così come quello di Coppa Uefa, finito ai sedicesimi di finale sul neutro di Lecce (Milano aveva l’impianto squalificato per gli incidenti avvenuti negli ottavi del dicembre 1985 dopo lo scontro perso con il Waregem) dinanzi all’Espanyol (che sarà l’unico momento in cui la panchina di Sacchi scricchiolerà a causa di tutto l’ambiente, ma il presidente metterà alla porta i giocatori difendendolo a spada tratta contro tutti poichè amava incondizionatamente il “calcio totale” predicato dal suo tecnico) poi carnefice dell’Inter nel turno successivo.

Fine del viaggio nel passato di Napoli-Milan…che vinca il migliore!

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