
NAPOLI – E’ ormai passato l’anniversario della liberazione del 1987 e i Genesis impazzano con “Invisible Touch”, in TV “Dallas” fa concorrenza ai programmi Rai dalla piattaforma Mediaset, Rusconi e Fininvest si danno battaglia per acquisire la Mondadori, fra solo 2 mesi avrà luogo il 1° mondiale di rugby professionistico ospitato dalla Nuova Zelanda e, sempre fra solo 2 mesi, Magic Johnson guiderà i Los Angeles Lakers a vincere la loro 10° NBA dopo 6 gare al cardiopalma contro i Boston Celtics capeggiati da Larry Bird.
Il protagonista assoluto di quella primavera italiana è senz’altro l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi, patron di Fininvest e nuovo presidente del Milan dal febbraio 1986…e proprio di un impegno del suo Milan andiamo a parlare: per la 27° giornata il big match è sicuramente Napoli-Milan assieme al derby della Mole Torino-Juventus poichè i partenopei comandano la graduatoria a +2 sull’Inter ma vengono dal pesante rovescio di 3-0 rimediato a Verona mentre i lombardi si stanno giocando l’ingresso nelle coppe assieme alle torinesi e alla Roma con la Sampdoria. Lo spettacolo è di quelli che tolgono il fiato: 90.000 spettatori in un impianto da 60.000, esibitisi in una coreografia da paura, si presentano al “San Paolo” e solo 1000 sono i tifosi in trasferta sistemati nella parte bassa del 1° anello alla destra della “Tribuna Posillipo”…il presidente di casa Ferlaino presenzia a bordocampo con i suoi collaboratori fra cui Luciano Moggi e Italo Allodi mentre Berlusconi sceglie gli spalti per avere una visuale migliore; se i napoletani sono artefici del loro destino e mister Bianchi può scegliere con relativa serenità i suoi effettivi, dall’altro lato il clima di casa Milanello è molto teso e il tecnico della primavera Capello è stato chiamato da appena 7 giorni a sostituire Liedholm con la speranza di permettere ai rossoneri di entrare almeno in Europa dopo anni vicini al disastroso e con l’aggravante di dover avere più di un’indisponibile: mancano il portiere Galli, il terzino Tassotti, lo stopper Bonetti.
Alla fine gli azzurri optano per un 4-4-2 a rombo (poi 4-4-2 puro in linea con Maradona vicino al finalizzatore) che, nella concezione attuale avrebbe previsto 3 punte di cui 1 finalizzatrice (Carnevale), 1 in impostazione (Maradona) e 1 di rifinitura (Giordano), ma all’epoca si credeva ancora solo nel dogma del centrocampo folto con marcature a uomo e verticalizzazioni immediate verso il tandem offensivo
[Garella;
Ferrara-Ferrario-Renica-Bruscolotti (73° Sola);
Bagni;
Romano-De Napoli;
Maradona (cap.);
Giordano (82° Caffarelli)-Carnevale]
mentre i meneghini ripiegano anche loro su un 4-4-2 classico, riuscendo a fare affidamento sul doppio libero abbozzando una parziale zona, divenuto poi un rudimentale 3-4-3 d’emergenza, ma con una maggiore spinta da parte della linea nevralgica
[Nuciari;
F.Galli-F.Baresi (cap.)-Di Bartolomei (82° Massaro)-Maldini;
Donadoni (46° Zanoncelli)-Manzo-Wilkins-Evani;
Hateley-Virdis].
Gli italiani nel giro della nuova nazionale di Vicini (subentrato a Bearzot dopo il fallimentare mondiale messicano del giugno precedente) sono tanti: i giovani Ferrara/De Napoli/Romano/Carnevale e Maldini/Donadoni con il veterano Baresi mentre troviamo il capitano dell’Argentina Maradona (unico straniero dei meridionali) e il duo inglese Wilkins-Hateley (decisamente meno noti ma altrettanto importanti nel proprio apparato tattico).
L’inizio di gara conferma i pronostici della vigilia: il Napoli, ormai rinato dopo le polemiche delle ultime ore, si getta subito all’assalto e F.Galli può fare poco per arginare uno scatenato Maradona (capitano come sempre) mentre Giordano semina il panico fra le linee riuscendo a svariare soprattutto sul lato destro (proprio quello di F.Galli)…se le avanzate casalinghe non si riescono a limitare, per gli ospiti abbiamo una maggiore salvaguardia dell’uso delle energie offensive sommato ad una manovra assai ragionata con concretizzazione sempre affidata ad Hateley ma con Garella che si fa trovare pronto sia sui colpi di testa che sui tiri da lontano; è passata appena la mezz’ora quando, al 33°, l’incontrollabile Giordano mette l’ennesimo cross per Carnevale dalla sinistra con il mancino permettendo al partner di far esplodere Fuorigrotta in un urlo liberatorio con un perentorio colpo di testa che non lascia speranze facendo sembrare che il più sia fatto specie guardando il tabellone, da cui si evince che permane lo 0-0 dell’Inter con la Fiorentina: momentaneo +3 e tutta l’inerzia in mano ai capolisti per un finale di frazione in cui, al 43°, Giordano serve un nuovo assist in fotocopia (con l’unica variante del piede adoperato: non il sinistro ma il destro) al suo capitano con uno spiovente verso il lato sinistro dell’area di rigore che “re Diego” stoppa con il mancino al volo, lo mette a terra e segna a porta vuota il 2-0 da posizione defilatissima (quasi sulla riga di fondo) nonostante la doppia scivolata con deviazione di Galli prima e Maldini poi.
Al duplice fischio Capello capisce che deve smuovere le acque provando ad osare maggiormente e toglie Donadoni (annullato completamente dal rude ma efficacissimo Bruscolotti) inserendo il mediano Zanoncelli pur non sortendo gli effetti voluti: dopo pochi rintocchi Giordano va ancora via su un lancio lungo e scocca dai 12 metri un destro destinato in rete se Baresi non lo deviasse sulla traversa…con i minuti che scorrono e il bollente sole campano la fatica si fa sentire costringendo Wilkins/Maldini/Baresi (capitano dei suoi) e De Napoli a farne le spese finendo tutti sull’elenco degli ammoniti di Lo Bello Junior; ormai il confronto vede 2 squadre molto lunghe ed occasioni da ambo le parti ma, se Giordano e Carnevale hanno una pessima mira che li porta a spedire ogni sfera fuori, Garella si dimostra insuperabile riuscendo a sventare sia il sinistro di Virdis che il destro di Hateley sulla conseguente respinta corta…sembrerebbe chiusa qui, ma invece capitan Baresi decide di tenere tutti ancora sul chi vive fino al termine verticalizzando verso Hateley, che gioca di sponda sullo stesso Virdis consentendogli di piazzare il piatto destro del 2-1 poco dopo che Sola era andato a rimpiazzare l’esausto Bruscolotti e poco prima che Caffarelli rinforzasse il centrocampo napoletano schierandosi sulla destra mentre Romano andava a sinistra con Massaro a rilevare Di Bartolomei al fine di rinforzare l’attacco rossonero facendolo passare da tandem a tridente.
Il fischio conclusivo dice 2 cose precise: il Napoli, malgrado la vittoria interista per 1-0 maturata nella ripresa che ha riportato la distanza a +2, è tornato e può guardare con fiducia alla semifinale di coppa nazionale con il Bologna ancora tra le mura amiche fra 3 giorni intanto che il Milan se la dovrà giocare fino all’ultimo per il proprio scopo avendo pure gli sfavori del pronostico in seguito ai verdetti degli altri campi…
A metà maggio vedremo un’Italia divisa in 2 in modo netto: il Napoli festeggerà il 1° scudetto della sua storia (ad oggi sono 2 in 4 annate poichè il 2° arriverà nel 1990) a discapito dell’Inter guadagnandosi l’esordio in Coppa dei Campioni e la 3° Coppa Italia battendo l’Atalanta, forte di un cammino costellato da sole vittorie in 13 match (ultimi, ad ora, a riuscire in tale impresa) potendosi fregiare del record di 1° team capace di fare l'”accoppiata” al sud e di essere stati i primi a portare il tricolore nel “mezzogiorno” (se si esclude il Cagliari del 1970, anche se lì si parlava di “Italia insulare”) ma il boccone amaro arriverà dall’Europa, dove il Tolosa estrometterà gli azzurri nei 32esimi di finale in Coppa Uefa ai rigori grazie mediante l’errore con palo colpito proprio dal “Pibe de oro”…da par suo, il Milan si piazzerà 5° a pari punti con la Sampdoria dietro a Napoli/Inter/Juventus/Verona riuscendo ad entrare in coppa 3 stagioni dopo solo tramite lo spareggio risolto ai supplementari con segnatura di Massaro pur togliendosi la soddisfazione di annoverare il capocannoniere nazionale Virdis, autore di 17 centri e 1° uomo capace di spezzare l’egemonia dei sovrani del gol nei 6 anni trascorsi (Pruzzo della Roma nel 1980/81, 1981/82, 1985/86 e lo juventino Platini nel 1982/83, 1983/84, 1984/85) ma il rimpianto non riguarderà solo il campionato bensì pure l’eliminazione dalla coppa nazionale negli ottavi in favore del Parma (0-1 a Milano e 0-0 a Parma).
Questo è stato il nostro 1° assaggio del film “A spasso nel tempo: la storia di Napoli-Milan”, chissà dove ci fermeremo la prossima volta…