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ROMA – Siamo nell’autunno del 1997 e fra sole 24 ore riaprono le scuole in quasi tutta Italia, la Francia sta finendo di allestirsi per il mondiale di calcio da ospitare nell’estate 1998 e mentre la “Dreamworks” fa concorrenza alla “Disney” come maggiore casa di produzione per film d’animazione, eccoci giunti all’inizio di una nuova stagione sportiva: Villenueve si appresta a vincere il suo unico mondiale di Formula 1 con la scuderia Williams, Marco Pantani diventa l’atleta di punta della squadra ciclistica “Mercatone Uno”, in giornata Valentino Rossi ha vinto il Gran Premio di Catalogna e la Serie A ha riaperto i battenti da solo 7 giorni (in concomitanza con i sedicesimi d’andata di Coppa Italia).

Per la 2° di campionato il posticipo domenicale delle 20,30 vede uno scontro dal sapore molto forte come degna chiusura di un turno iniziato con il pareggio per 1-1 in extremis al sabato in Milan-Lazio 1-1: Roma-Juventus…una rivalità che sta facendo parlare di sè già da 2 anni in sede federale per la guerra fra il presidente giallorosso Franco Sensi e la “triade” Moggi/Giraudo/Bettega (il presidente è Chiusano, l’avvocato degli azionisti della famiglia Agnelli, nonchè veri fautori della politica societaria) nonchè dopo essere stata la gara per eccellenza nel decennio passato…una guerra senza esclusione di colpi dal punto di vista del doping passando per i diritti televisivi fino alle elezioni degli esponenti negli alti vertici federali: Sensi è a capo della coalizione di centro-sud mentre Moggi con Galliani presiedono la confederazione del nord.

E’ in un clima rovente che si scende in campo davanti a 70.000 presenti, fra cui almeno 8000 juventini e tutte le alte personalità di ambo le società: entrambe hanno vinto all’esordio (1-3 dei romani in casa dell’Empoli, 2-0 dei torinesi in casa contro il Lecce negli ultimi minuti) ed entrambe si sono presentate, dopo la sosta della nazionali a inizio mese, con il passaggio del turno in coppa già acquisito: la Roma contro il Verona e la Juve, aggiudicatasi pure la 2° Supercoppa Italia della sua storia in agosto con un secco 3-0 al Vicenza, a discapito del Brescello. Si prospetta un match caldo non solo sugli spalti ma anche a livello meteorologico: è iniziata la stagione che porterà ai mondiali e nessuno dei protagonisti possibili vuole adagiarsi sugli allori…per quanto riguarda le gestioni tecniche troviamo 2 filosofie opposte (come da copione di tale confronto): Zeman (nipote dell’ex juventino Vycpalek e futuro nemico bianconero per alcune dichiarazioni sul doping destinate a scatenare un putiferio…), appena arrivato in estate, con il suo 4-3-3 (rimasto uguale fino alla fine anche se con qualche rotazione a livello posizionale) osannato in tutto il mondo per l’offensivismo esasperato ma nullo a livello di risultati nel quale si può scegliere fra tutti i migliori tranne l’infortunato Zago (gli altri assenti sono tutte riserve come Scapolo/Tetradze/Pivotto/Dal Moro)

[Konsel;

Cafù-Aldair (cap.)-Petruzzi-Candela;

Di Francesco-Di Biagio-Vagner (60° Tommasi);

Gautieri (80° Delvecchio)-Balbo-Totti (75° P.Sergio)]

mentre Lippi (ormai da 3 annate guida dei torinesi e condottiero di tante vittorie) si oppone con il suo 3-4-1-2 (poi 3-5-2) tutto pressing pragmatismo tattico dal punto di vista difensivo anche se deve fare a meno di uomini chiave come Torricelli/Davids/Del Piero (tutti in lista per le rispettive nazionali) o rincalzi a livello di Zalayeta

[Peruzzi;

Ferrara-Montero-Birindelli;

Dimas-Conte (cap.)-Deschamps-Di Livio (87° Tacchinardi);

Zidane (60° Pecchia);

F.Inzaghi-Padovano (71° Amoruso)].

Ormai siamo nell’epoca del tesseramento straniero senza limiti ma la qualità del nostra rappresentativa non ne risente molto: Di Biagio (autore del rigore sbagliato nei quarti che si rivelerà decisivo per la nostra uscita contro i padroni di casa) e Di Livio/Inzaghi faranno parte della selezione di Cesare Maldini con Torricelli mentre Totti è ancora stella dell’under-21 ma pronto a mostrarsi già nei migliori palcoscenici (idem per Del Piero) mentre Ferrara non potrà partecipare causa la rottura del crociato a pochi mesi dalla rassegna e Peruzzi/Conte sarà escluso per la troppa concorrenza…Cafù/Aldair saranno i veterani che guideranno il Brasile fino alla finale di Parigi ma soccomberanno proprio dinanzi alla stessa Francia di Candela e Deschamps/Zidane intanto che Balbo farà parte dell’Argentina estromessa nei quarti dall’Olanda di Davids e Montero/Fonseca saranno costretti a vedere da casa il torneo poichè l’Uruguay non si qualificherà per la 2° edizione consecutiva.

Addirittura i futuri allenatori di questa gara sono 8: di Francesco/Di Biagio da un lato con Ferrara/Montero/Conte/Deschamps/Zidane/Inzaghi…a testimonianza di quanto la scuola tattica del nostro paese facesse accademia in tutto il mondo in quegli anni.

Si vede subito che sarà una sfida senza timori reverenziali: la Roma spinge sugli esterni sfruttando gli inserimenti dei terzini e dei centrocampisti volendo creare superiorità numerica dentro l’area ma la Juventus si difende bene ripartendo in modo ordinato e sapendo bene che, per fare “scacco matto” agli avversari, serve giocare veloce sul filo del fuorigioco sfruttando l’allargamento delle maglie da un lato all’altro per colpire senza pietà: ne viene fuori una 1° frazione in cui Peruzzi (ex di serata) viene impegnato da un doppio miracolo su Totti, pescato in posizione regolare su bellissimo lancio di Di Francesco…occasione pareggiata poco dopo da Inzaghi, che centra Konsel in uscita ma non riesce a mettere dentro neanche a porta sguarnita (la sfera si perde sull’esterno della rete). Treossi sceglie la linea dura ma riesce a estrarre pochi cartellini (tutti per gioco falloso) a danno di Ferrara/Montero e Petruzzi ma il duplice fischio arriva avendo regolato, finora, un confronto in cui sembra mancare qualcosa.

Quando la sfera riprende a rotolare vediamo una “vecchia signora” più vispa e con un Inzaghi che fa praticamente reparto da solo riuscendo a costringere l’intera retroguardia agli straordinari ma, in vero, di occasioni nello specchio non ce ne saranno al di fuori di qualche conclusione tentata proprio dal centravanti emiliano; i giallorossi, al contrario, mostreranno una precoce usura fisica e non riusciranno più a imbastire azioni degne di nota neanche con gli ingressi di Tommasi (ammonito dopo poco), Delvecchio, Paulo Sergio…i torinesi, dal canto proprio, riusciranno a schiacciare i padroni di casa nella loro metà campo sfruttando sopratuttto la superiorità a centrocampo anche dopo l’uscita di Zidane (piuttosto evanescente, bisogna dirlo) per Pecchia mentre Tacchinardi con Amoruso (finito fra i cattivi anche lui) proveranno a dare una scossa fin troppo debole a coronamento di una disputa chiusasi sullo 0-0 malgrado 2 team volenterosi di prevalere e rispolverare il oro nobile passato.

Al triplice fischio i 4 punti a testa spediscono la Roma al 7° posto e la Juventus all’8° facendo capire a tutti che entrambe possono fare ancora la voce grossa in un campionato che preannuncia assai equilibrato; sono 8 stagioni che le zebre non espugnano la tana dei lupi e l’ultimo 0-0 in casa romanisti risaliva al 15/4/1984 mentre sono ben 3 confronti consecutivi all’ombra del “cuppolone” che si chiudono con una “X” (dal 24/3/1991 la Juve non espugna casa della Roma in gare di Serie A ed è dal 28/5/1995 che i romani non hanno ragione dei torinesi fra le mura amiche): decisamente un bilancio insolito, sapendo pure le parti in causa e la tradizione da tutti e 2 i lati…

A fine anno la Juventus festeggerà il suo 25° scudetto (il tricolore delle “nozze d’argento per la signora” nonchè ultimo del 2° millennio, 2° consecutivo e 3° in 4 anni) fra roventi polemiche per diverse gare “sospette” (se ne saprà di più dal 2006 in poi sia a livello arbitrale che di doping…) tipo Juve-Roma 3-1 a febbraio Empoli-Juve 0-1 o Juve-Inter 1-0 del famoso rigore di Iuliano su Ronaldo che le consentirà di lasciarsi dietro proprio i nerazzurri a -5 e di festeggiare con un turno d’anticipo mentre la Roma si piazzerà 4° alle spalle di Juventus/Inter/Udinese con l’onta di aver perso ambo i derby (1-3 e 2-0) per la 1° volta dal 1973/74 ma godendosi il ritorno in Coppa Uefa dopo 2 anni pur rimpiangendo di non aver potuto ottenere l’ultima piazza disponibile alla Champions League…il destino crudele di entrambe le vedrà soccombere in Coppa Italia contro i futuri vincitori della Lazio: cugini nei quarti (sconfitte 4-1, 1-2…un poker di sconfitte mai visto all’ombra del Colosseo) e piemontesi in semifinale (0-1 all’ombra della Mole e 2-2 nella capitale)…oltre al trionfo in Supercoppa Italia ad agosto 1997, gli zebrati avranno un altra occasione per restare nella storia: giungeranno per il 3° torneo di fila in finale di Champions League ma crolleranno 1-0 davanti al Real Madrid (tornato sul tetto continentale 32 stagioni dopo il 1966) a causa di un gol irregolare, per fuorigioco evidente, di Predrag Mijatovic e sarà la 2° annata consecutiva in cui molleranno all’ultimo atto (l’anno prima era finita 3-1 per il Borussia Dortmund).

Fine del nostro ritorno nel passato di Roma-Juventus…rulli di tamburi, squilli di trombe e che inizi lo spettacolo!!!!!!!!!!!!!!!!

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