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ROMA – La Roma si sveglia dopo la botta presa sabato sera da mister “noi siamo bravi e quindi la fortuna ci ha aiutato” (parole recitate dall’allenatore dell’Inter in conferenza stampa nel post partita), si sveglia con due consapevolezze: una che la strada intrapresa sembra quella giusta e lo testimoniano 60 minuti di qualità dove l’Inter è stata per lunghi tratti dominata e salvata da 3 pali e un arbitro che non sa che in italia è stato introdotto uno strumento chiamato VAR, che permette di vedere meglio in determinati casi e aiuta i direttori di gara a sbagliare di meno, la seconda che c’è ancora tanto da lavorare perché quel crollo verticale dell’ultima mezz’ora non è giustificabile nemmeno in corso d’opera. Quello che però balza agli occhi, è lo strano andazzo che la stagione sta prendendo. Analizzando caso per caso, nella partita di Bergamo, dove ad onor del vero la Roma ha raccolto più di quanto avrebbe meritato (ad essere obiettivi ci si guadagna in stima e non si risulta beceri e spocchiosi, consiglio per chi ne sa più di noi), l’arbitraggio, pur non inficiando comunque sul risultato finale tutto è stato meno che favorevole alla Roma. Piccole decisioni, prese sempre in una direzione. Fortunatamente non ci sono stati casi eclatanti da giudicare e se Ilicic da zero metri avesse segnato invece di prendere il palo nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo, per un risultato diverso da quello messo a referto. Il caso più eclatante è andato in scena sabato sera; il signor Irrati da Pistoia avrebbe dovuto espellere Candreva nel primo tempo per un fallo killer su Kolarov e avrebbe dovuto concere il rigore alla Roma sull’1-0 per fallo di Skriniar su Perotti nella ripresa, magari avvalendosi pure di quello strumento da noi sopraccitato  sconosciuto al fischietto toscano e che invece tanto di moda va in tutti gli stadi d’Italia Roma esclusa. Di Francesco che sicuramente un altro esordio aveva sognato e avrebbe meritato, a fine gara è sbottato: “Pensavo che certe cose succedevano perché allenavo il Sassuolo che non è una squadra blasonata, però adesso che sono qua datemeli questi rigori sennò diventa tutto molto complicato”. Difficile dargli torto la Roma è all’alba di un progetto nuovo e affascinante, ci vorrà tempo e pazienza e soprattutto ci vorrà onestà da parte di chi è chiamato ad essere imparziale. Perché caro signor Tavecchio è vero che il calcio italiano ha bisogno delle milanesi come Lei ha sottolineato giorni fa dettando una linea di lavoro ai suoi uomini, ma il calcio italiano avrebbe più bisogno di ritrovare quella credibilità a livello mondiale per togliere quell’alone di dubbio ed incertezza sulla regolarità dello sport più famoso del Bel Paese, creata dai tanti scandali passati per lo più sotto traccia.

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