
ROMA – L’Epifania del 2006 è passata da appena 9 giorni, gli USA si sono gettati in una furiosa ricerca per stanare il dittatore iracheno Saddam Hussein (che verrà sommariamente processato e condannato a morte 11 mesi dopo), i “Green Day” sono la band del momento e Hilary Duff spopola con “Wake Up” intanto che il calcio italiano si prepara a vivere una delle tappe di maggiore importanza a cavallo fra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno.
La partita più importante dell’ultima giornata è Roma-Milan come posticipo domenicale alle 20.45 mentre alle 15,00 la scena era stata quasi tutta per Livorno-Siena 2-2 e Messina-Palermo 1-1: i padroni di casa lottano in zona Europa e vengono da 2 vittorie consecutive forti della rivoluzione tattica apportata da Spalletti (tecnico fortemente voluto in estate da Rosella Sensi) con il 4-2-3-1 ma risentono della stanchezza accumulata in settimana negli ottavi di Coppa Italia contro il Napoli ancora all’ombra del Colosseo mentre gli ospiti si trovano ad essere secondi con ben 12 lunghezze di ritardo dalla Juventus ma Ancelotti (ex di turno) è fiducioso del suo 4-3-1-2 così come lo sono Berlusconi e Galliani in tribuna fra i 50.000 presenti (appena 5000 i milanisti in trasferta).
Questi sono anche gli anni post conflitto della guerra federale fra il duo Juve-Milan contro la Roma ma in campo tutto ciò sembra non contare e nessuno tirerà via la gamba attraverso assetti più che ben assortiti:
[Doni;
Panucci-Mexes-Chivu-Cufrè;
DeRossi-Aquilani (70° Mancini);
Taddei (89° Rosi)-Tommasi-Perrotta;
Totti (cap.)]
da una parte con
[Dida;
Kaladze-Nesta-Stam-Serginho;
Seedorf-Pirlo (78° RuiCosta)-Gattuso (65° Ambrosini);
Kakà;
Gilardino (83° Inzaghi)-Shevchenko (cap.)]
dall’altro.
Gli schieramenti prevedono ben 7 nazionali azzurri che l’estate seguente si recheranno in Germania con Lippi per i mondiali (De Rossi, Perrotta, capitan Totti e nesta, Pirlo, Gattuso, Gilardino) mentre i grossi nomi stranieri corrispondo a Mexes, Chivu e Dida, Serginho, Seedorf, Kakà, il capitano Shevchenko senza tralasciare, comunque, che un’altra lista assai importante corrisponde agli indisponibili Montella e Maldini (davvero una rarità l’assenza del N.3 rossonero).
Il primo tempo riserva poche occasioni (fra cui un miracolo di Doni con un colpo di reni fulmineo su pallonetto di Seedorf dal limite dell’area respinto sopra la traversa appena prima di toccare il legno e infilarsi dentro) complice pure una serata gelida e la tanta fatica dei 22 in campo fra i quali vi saranno ben 3 ammonizioni tutte nei primi 45 minuti: Panucci (altro ex) e Nesta con Kaladze (che un a febbraio verrà a sapere del ritrovamento del cadavere di suo fratello minore Levan, rapito 5 anni addietro a ridosso di Roma-Milan 1-1) ma l’intervallo arriva senza che vi siano eccessivi sussulti a parte parate facili da ambo le parti.
E’ nel II° tempo che la situazione cambia radicalmente soprattutto dopo gli innesti di Ambrosini, Rui Costa e Mancini (con conseguente arretramento di Tommasi accanto a De Rossi ed accentramento di Perrotta per favorire le scorribande del Brasiliano sulla sinistra: sua fascia di competenza) per dare maggiore freschezza nella zona nevralgica (la più trafficata) ma l’episodio decisivo che darà inizio alla maggiore catena di emozioni arriva solo all’81°: azione avvolgente a 2 tocchi da un lato all’altro Taddei-De Rossi-Totti-Mancini e a quel punto è un gioco da ragazzi per il brasiliano entrato da poco puntare Stam e infilare l’1-0 di destro rasoterra con una sfortunata deviazione di tacco proprio del gigante olandese che lascia impietrito Dida. Da allora i diavoli capiscono che la situazione gli sta veramente sfuggendo di mano e si gettano all’assalto cercando pareggiare prima con colpo di testa di Ambrosini su corner e con Inzaghi in mischia ma il risultato non cambia più al contrario degli effettivi presenti sul terreno di gioco: erano 3 stagioni che i milanesi non uscivano sconfitti dalla capitale e la III° di 11 fatiche giallorosse si compie nel modo più insperato possibile malgrado una direzione di gara assai discutibile da parte del mai troppo amico della Roma Rosetti (gestione di falli e cartellini assai personale oltre a totale squilibrio nelle reazioni alle proteste di uno o dell’altro team).
Con lo scoppio dello scandalo “Calciopoli” nel maggio seguente la classifica dei 2 sarà totalmente ribaltata: la Roma si troverà da VI° a II° dietro all’Inter riuscendo a realizzare il primato di 11 vittorie consecutive (detenuto da Bologna, Juve, Milan fino ad allora con 10 successi e battuto l’anno seguente dall’Inter con 17 trionfi consequenziali) mentre il Milan scalerà da II° a III°, in Coppa Italia i diavoli usciranno fuori contro il Palermo nei quarti mentre i lupacchiotti perderanno la finale dinanzi ai biscioni interisti così come la Supercoppa dell’agosto successivo…sul fronte europeo le delusioni saranno comuni e cocenti: romani fatti fuori agli ottavi di Coppa Uefa contro il Middlesbrough per il computo delle reti marcate fuori casa e milanesi cacciati in semifinale di Champions contro i futuri trionfatori del Barcellona (con un netto furto nella gara di ritorno: a Milano finisce 0-1 ma in Catalogna finisce 0-0 a causa di una rete regolarissima del bomber ucraino che verrà annullata pregiudicando la storia di quel doppio confronto) dopo 2 finali nelle scorse 3 annate.
Roma-Milan: la passione e l’orgoglio, la veracità e la spontaneità, la tradizione e la voglia di emergere…che le emozioni ci trasportino per altri 90 minuti in match che ha fatto la storia del calcio italiano.
