
ROMA – Siamo a Gennaio 2004 ed è appena passato il periodo delle vacanze natalizie: è in corso la feroce guerra fra USA e medio oriente, è appena nata la piattaforma Sky dal sodalizio fra StreamTv e Tele+, Italia 1 monopolizza il palinsesto dei giovani con alcuni dei cartoni animati più seguiti degli ultimi 30 anni (Pokemon, Sailor Moon, Beyblade, Piccoli problemi di cuore), i Green Day incidono “Wake me up when september ends”, fra solo 5 mesi si terranno gli europei in Portogallo.
Nella sera dell’Epifania ricomincia anche la Serie A, e come ricomincia! Con il botto: per il posticipo è in programma il duello fra capoliste Roma-Milan!
I giallorossi si presentano imbattuti oltre che con 3 punti di vantaggio e con Pellizzoli portiere meno battuto del torneo grazie solo al fatto di avere una gara in più rispetto agli avversari, i quali hanno giocato la Coppa Intercontinentale il mese addietro: Sensi e Galliani presenziano sugli spalti, gli allenatori dal doppio passato come calciatori sono Capello e Ancelotti, il dualismo fra capitani è ancora Totti-Maldini, i fuoriclasse stranieri sono tanti (Chivu, Samuel, Emerson, Dacourt, Mancini e Dida, Cafu’, Seedorf, Rui Costa, Kaka’, Shevchenko) e più di quelli italiani (Pancaro, Costacurta) o dei futuri nazionali nella prossima estate (Panucci, Cassano e Gattuso, Pirlo).
I moduli sono da subito speculari e guardinghi malgrado l’abbondanza tecnica: 3-4-1-2 opposto a 4-3-2-1.
Nei primi minuti vi è un sostanziale equilibrio con parate facili di entrambi i portieri e conclusioni uscite di poco ma la svolta arriva al 23°: Seedorf pesca con un lancio dalla trequarti Shevchenko che stoppa al volo, anticipa Chivu e trafigge Pelizzoli con un pallonetto di sinistro; la Roma prova ad alzare il baricentro ma va avanti più di cuore che di cervello pur riuscendo a pareggiare al 45° scoccato con Cassano su sponda di Mancini nata da un cross di Totti appena 60” prima dell’ammonizione di Kaka’.
Alla ripresa del gioco Candela, Delvecchio rilevano Lima, Carew per provare a dare una svolta ma il bomber ucraino continua a monopolizzare la scena mandando in tilt la difesa di casa; Rui Costa riceve il cartellino giallo per un’ingenuità ma gli scossoni sono ancora pochi e quasi tutti di marca rossonera finché, al 63°, proprio il portoghese non si esibisce in una strepitosa serpentina di 25 metri conclusa con un passaggio smarcante per il suo compagno sovietico sul filo del fuorigioco permettendogli di segnare l’1-2 decisivo con un diagonale chirurgico (oltre ad arrivare a 15 reti stagionali)…i lupi provano a rimettere in sesto la disputa ma non riescono a piazzare l’assedio e negli ultimi minuti si segnalano solo gli ingressi di Simic, Redondo, Brocchi per Cafu’ e i 2 assist-man negli ultimi 10 minuti. Al triplice fischio lo stadio sembra deserto malgrado fosse tutto esaurito a causa del silenzio e si sentono solo i 6000 presenti nel settore ospiti mentre Capello ammetterà con molta classe di aver meritato la sconfitta nel dopo gara.
A fine anno il Milan vincerà il suo XVII° scudetto proprio davanti alla Roma con il record di 11 lunghezze in più (82-71) nell’ultimo campionato a 34 giornate e in anche in Coppa Italia i destini dei 2 club si incroceranno con il passaggio del turno nei quarti ancora dei meneghini che verranno sconfitti in semifinale dalla Lazio futura trionfatrice mentre in Europa entrambe saranno deluse: i capitolini falliranno la rimonta nei quarti di Coppa UEFA contro il Villareal (0-2 e 2-1) mentre i lombardi vivranno il “disastro di La Coruna” nei quarti di Champoions League (da campioni in carica) venendo sconfitti 4-0 dopo l’1-4 dell’andata.
Roma-Milan non è una partita: è storia, è leggenda…scriverne un’altra pagina è d’obbligo.