
ROMA – È passato un anno esatto da quando Maradona ha guidato i suoi a vincere a Roma dopo più di un decennio, l’Italia si prepara a sostenere la nazionale agli europei di Germania Ovest dell’estate in arrivo, dopo 10 anni di conflitto sta per terminare la guerra fra Iraq e Iran, Bush è in procinto di ottenere il suo primo mandato da presidente statunitense e la Serie A è ormai il campionato più seguito d’Europa.
È la VI° giornata di campionato e i big match sono ancora Roma-Napoli e Inter-Juventus (azzurri capolisti, giallorossi e nerazzurri a inseguire con il Milan, bianconeri sorprendentemente a centro graduatoria) ma stavolta a Roma non è una gara come le altre: da 2 tornei il rapporto fra le 2 tifoserie si è inacidito a casa di tensioni latenti fra le curve e di ricambi generazionali nel tifo organizzato (a inizio partita gli sbandieratori in campo riceveranno coltri di fischi dalle curve opposte)…65.000 sono gli spettatori, 15.000 gli ospiti, Viola e Ferlaino le massime cariche presidenziali, Liedholm con Bianchi siedono in panchina con Giannini opposto a Maradona a capitanare i club mentre abbiamo Magni a dirigere le ostilità; in campo i moduli sono 4-5-1 a zona contro 4-3-3 molto prudente con i maggiori nomi nostrani rappresentati da Tancredi, Signorini, Collovati, Manfredonia, Conti, Pruzzo e Ferrara, Bagni, De Napoli, Giordano mentre gli stranieri sono solo 3 ma corrispondono a Boniek contro lo stesso Maradona, Careca.
Da subito abbiamo una gara tesa: i padroni di casa vogliono far valere il fattore campo ma i campioni in carica non si fanno intimorire e nel primo tempo le occasioni sono pochissime pure se compensate dalle ammonizioni di Tempestilli, Collovati, Manfredonia e Renica; Domini sarà solo richiamato per una protesta legittima a causa di un netto rigore negatogli avente De Napoli protagonista…a fine frazione però è ancora 0-0 mentre arrivano reti su tutti gli altri campi.
Al ritorno in campo Pruzzo porta in vantaggio i suoi dopo 60″ su corner di Desideri illudendoli, i quali credono ancora di più alla vittoria quando Careca viene espulso al 55° dopo aver dato una testata a Collovati venendo seguito al 64° da Renica che ferma Boniek lanciato a rete guadagnandosi la seconda ammonizione…pochi secondi dopo anche Conti finisce fra i cattivi ma i partenopei si risvegliano improvvisamente e anche con il nuovo 3-3-2 riescono a pareggiare al 67° con Francini di testa su angolo di Maradona scatenando il panico: Bagni esulta facendo il gesto plateale dell’ombrello alla Curva Sud accendendo l’ennesimo parapiglia in cui egli stesso finisce nella lista nera del direttore di gara e ancora oggi si dice che il gemellaggio Roma-Napoli sia finito proprio in quell’istante. I minuti seguenti vedono il club casalingo piazzare l’assedio ma il gol del possibile 2-1 di Boniek viene annullato per un fantomatico fallo di Collovati su Ferrara e il marcatore verrà pure punito con il cartellino per aver reclamato…negli ultimi 12 rintocchi Bruscolotti, Filardi verranno inseriti per Giordano, Maradona passando concretamente al 4-4-0 in vero senza attaccanti intanto che Garella si prende il giallo per perdita di tempo appena prima del fischio di chiusura. Nel post-gara i capitolini si interrogano per la chance persa intanto che i partenopei vanno a raccogliere l’osanna dei propri supporters dopo una sfida agonica recuperata sotto di 1 gol e 2 uomini.
A fine anno la Roma si piazzera’ III° dietro proprio a Milan, Napoli venendo eliminata agli ottavi di Coppa Italia contro l’Empoli mentre il Napoli arriverà II° dopo un controverso finale di campionato in cui cede di schianto al Milan (si parlerà di fronde contro l’allenatore e di minacce della Camorra per i rischi di perdite al “Totonero”), lascerà la coppa nazionale nei quarti al cospetto dei futuri finalisti del Torino, mollerà la Coppa dei Campioni nel turno d’esordio venendo estromesso dal Real Madrid in una stagione in cui si diceva fosse anche più forte dell’annata passata.
L’età dell’oro non è ancora finita, per nessuno dei 2 contendenti…