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ROMA – Quando sta per finire il gelido mese di gennaio del 1983, l’Italia si appresta a vivere il periodo del Carnevale (a cui mancano appena 15 giorni), in Polonia proseguono le proteste del popolo guidato dal sindacato di “Solidarnosc” (presieduto da Lech Walesa), Zeffirelli è fra i migliori registi italiani dall’inizio del decennio e il calcio italiano ha riaperto da 3 estati le frontiere agli stranieri…che attualmente ammontano a 2 per team.

Per la 18° settimana su 30, abbiamo una classifica assai corta e in cui molti match fanno da gare di cartello per tanti appassionati…la sfida fra secondi e quarti Juventus-Verona (rispettivamente a -2 e -5 dalla vetta), lo scontro per le coppe Udinese-Fiorentina e Roma-Sampdoria (in cui i giallorossi comandano la graduatoria a 25 punti con 2 sole lunghezze sui veronesi e i blucerchiati alla ricerca dell’ultimo accesso all’UEFA): soprattutto la gara della capitale sta attirando molti ad interessarsi.

Sappiamo che la Roma non batte la neo-promossa Samp in gare di campionato dal 3-0 del 9/1/1977 (ultima stagione dei genovesi in massima lega) in casa è ancora a punteggio pieno (perderà solo punti cadendo 1-2 con la Juventus e facendo 0-0 con l’Udinese) e i blucerchiati non vincono da 7 turni (gli ultimi 4 sono stati pareggi) contando anche il fatto che sono stati eliminati dalla Coppa Italia nei gironi a cavallo fra agosto-settembre: sono arrivati 4° su 6 alle spalle di Ascoli/Varese/Pistoiese ma davanti a Brescia/Triestina…sulla carta la vittoria casalinga sembra il risultato maggiormente accreditato, pure se da subito si capisce che non sarà semplice giocare con un freddo importante e un campo in condizioni non idilliache.

I 50000 presenti, solo 2000 i genovesi (dislocati nella zona fra la “Curva Nord” e la “Tribuna Montemario”) colorano lo stadio ben prima del del calcio d’inizio e i presidenti Viola con Mantovani (di nota origine romana nonchè di fede laziale), arrivati nel 1979, prendono posto subito desiderosi di capire come l’arbitro Redini dirigerà la sfida; se facciamo un discorso di criticità del momento, non si può dire che entrambe siano messe male: la Roma ha tutta la rosa a disposizione ad eccezione del leader brasiliano, nonchè regista, Falcao (squalificato per 2 giornate dopo aver dato una gomitata volontaria in faccia al mediano cagliaritano Marchetti in occasione dell’ultima gara casalinga dei suoi) assieme all’altro centrocampista Giovannelli (escluso per carenza di posti in panchina)…il 4-4-2 fondato sulla “zona mista” del “barone” Liedholm non è a rischio ma viene rivisto proprio per sopperire all’assenza dello stesso Falcao, rimpiazzato dal giovane Valigi

[Tancredi;

Nela-Vierchowod-Di Bartolomei (cap.)-Maldera;

Ancelotti-Prohaska-Valigi-B.Conti;

Iorio-Pruzzo]

mentre Ulivieri arriva nella capitale privo dell’attaccante inglese Francis (infortunato da dalla 3° giornata), delle riserve Rosin/Brunetti/Rosi (fuori per sovrabbondanza di effettivi come Giovannelli) e, quindi, si affida ad un 5-4-1 molto “italiano” (divenuto 4-4-2 nella ripresa con lo spostamento di Pellegrini a sinistra e l’alzamento di Maggiora) per condurre una gara di sistematiche ripartenze

[P.Conti;

Ferroni (cap.)-L.Pellegrini-Guerrini-Bonetti-Maggiora;

Scanziani-Bellotto (46° Chiorri)-Brady-Vullo (15° Renica);

Mancini].

I nazionali italiani che avevano vinto il mondiale in Spagna a luglio 1982, a cui l’Irlanda di Brady non aveva partecipato (Francis era andato fuori, con l’Inghilterra, nel girone a 3 dietro alla Germania Ovest ma davanti alla Spagna) e il Brasile di Falcao era stato estromesso proprio da noi sempre nel girone a 3 comprendente Italia/Argentina (trionferemo 3-2 con tripletta di Paolo Rossi dinanzi ai verde-oro al termine di una sfida mitica), sono solo 2 e corrispondono a Vierchowod/B.Conti mentre i nomi importanti dell’Under-21 equivalgono ad Ancelotti con Bonetti/Pellegrini/Mancini…Tancredi/Nela stanno per essere presi in considerazione fra pochi anni (andranno in Messico nel 1986), capitan Di Bartolomei/Maldera/Pruzzo assieme P.Conti sono già fuori dal giro azzurro nonostante il terzino di casa e il portiere ospite fossero stati chiamati in Argentina nel 1978 da riserve…il cerchio si chiude con Prohaska, mediano dell’Austria fatta fuori assieme all’Irlanda del Nord dalla Francia (giunta 4° a favore della Polonia) ancora nella 2° fase dell’estate trascorsa.

La festa di colori della curva casalinga (sfolgorio di fumogeni e bandiere come accade nei big-match, piuttosto che in gare normali), accompagnata dal pezzo “Forza Roma, forza lupi” di Lando Fiorini, fa da sfondo all’entrata delle 2 squadre mentre Ulivieri ammette che il pari andrebbe già bene, visto che gli uomini di Liedholm hanno vinto tutte le gare interne della stagione finora 88 in Serie A, 2 in coppa nazionale, 3 in Europa al netto di 5 reti incassate in totale). Sembra la classica sfida in cui, sfruttando pure la concomitanza con lo scontro diretto fra 2 delle 3 maggiori inseguitrici, si possa allungare: se Maldera con Di Bartolomei riescono ad impegnare 2 volte la retroguardia nemica con 2 punizioni di potenza ma imprecise prima che Pruzzo mandi sull’esterno della rete da dentro l’area, è vero che la retroguardia genovese tiene benissimo il campo anche quando Renica entra al 15° per rimpiazzare l’infortunato Vullo (proprio Renica andrà a controllare la retroguardia da libero consentendo a Guerrini di alzarsi in mediana monitorando i movimenti di Prohaska)…l’ex Bonetti segue Iorio e Pellegrini cerca di non lasciare mai Pruzzo oltre al fatto che Bellotto ha occhi solo per Valigi e le 2 fasce non sbagliano mai i raddoppi a danno dei terzini giallorossi costringendo Ancelotti a farsi risucchiare nel “cono centrale” del terreno di gioco anche se Mancini sarà molto bravo a ripiegare per cercare di soffocare lo stesso Ancelotti assieme a capitan “Diba” tramite un pressing continuo. Succede così che la manovra capitolina si fa maggiormente controllabile finchè Iorio, sfuggendo a Bonetti, riesce a ricevere un bel passaggio di Valigi sull’esterno sinistro, sfrutta una sovrapposizione di Bruno Conti riuscendo a farsi portare via 3 uomini ed esplode un destro chirurgico dal limite dell’area che si insacca sul palo alla sinistra di Paolo Conti: siamo al 36° ed è 1-0 con lo 0-0 che non si schioda ne a Torino ne a Udine mentre a Milano siamo 1-0 dal 9°.

Alla ripresa, dopo che Iorio stesso è stato incaricato di raccontare la sua marcatura ai microfoni della Rai con Galeazzi interlocutore, Ulivieri mette dentro Chiorri per Bellotto al fine liberare Mancini o di farlo essere più lontano dalla porta per giocare un numero migliore di palloni…ne esce un secondo tempo in cui il doriano in prestito Vierchowod (ammonito per gioco scorretto) riesce ugualmente ad annullare Mancini e Maldera concede pochissimo spazio a Chiorri portando la Sampdoria a rendersi pericolosa solo con le punizioni dell’ulteriore ex Maggiora o le discese della corsia Ferroni-Scanziani (unico che farà compagnia a Vierchowod fra i cattivi di gara). I romani, da parte loro, cercano di condurre un’offensiva maggiormente mirata affidandosi alle ripartenze di Pruzzo basate sulle sponde per gli inserimenti dei centrocampisti come Valigi stesso, sui tiri di fermo di Bruno Conti (proprio una sua punizione da fuori area lambirà il montante sinistro lasciando i presenti con l’amaro in bocca), i reiterati colpi di testa di Iorio bloccati facilmente da un altro uomo con doppio passato come Paolo Conti.

Nel finale, intanto che tutti stanno rientrando negli spogliatoi, Liedholm viene a sapere dei risultati degli altri campi rammaricandosi del 2-0 di Milano a Inter-Cagliari ma compiacendosi dei 2 pari maturati a Torino e Udine: un turno in meno, distacco allungato rispetto a 3 inseguitrici su 4 totali <<Roma 27, Verona 24, Inter 23, Juventus 21, Fiorentina 20>>…non è ancora deciso nulla neanche in zona UEFA, dove la Samp, a quota 17, ha solo 2 punti di ritardo su friulani e torinisti ed è ancora tutto in gioco con 12 lunghe settimane davanti.

A maggio Roma si tingerà di giallorosso per festeggiare il 2° scudetto della storia romanista (41 anni dopo il 1°), conquistato a discapito della Juventus per 43-39 con un turno di anticipo anche se i piemontesi si vendicheranno estromettendo i romani, fatti fuori già a marzo dal Benfica di Eriksson nei quarti di Coppa UEFA di cui i portoghesi saranno finalisti (1-2 in Italia con 2 autogol e 1-1 in Portogallo grazie ad un rigore generoso: 0 tiri in porta su azione in 2 sfide nel primo turno in cui la porta dei lupi non resterà inviolata…eliminazione molto “romanista” senza ombra di dubbio), nei quarti di Coppa Italia a giugno (3-0 a Torino e 0-2 a Roma: 5-0 senza repliche e unica volta in cui gli uomini di Viola subiranno solo senza andare a segno) per poi uscirne vincitori in rimonta a danno dell’altra neo-promossa Verona; la Sampdoria, tornata fra le grandi con 5 anni di purgatorio alle spalle, si terrà un buon 7° posto alle spalle di Roma/Juventus/Inter/Verona/Fiorentina/Udinese lisciando la zona coppe per 4 misere lunghezze (i veneti ne faranno 35 e loro 31…): le basi ci sono, e chissà che il futuro non sia luminoso pure per i blucerchiati, oltre che per i romanisti…

Appuntamento al prossimo amarcord…non mancate!!!!

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