
UDINE – C’era una volta il film il buono, il bello e il cattivo. Il signor Irrati deve essere un amante dei film d’epoca in quanto alla Dacia Arena ha deciso di far proiettare una riedizione riveduta e corretta con Fazio nel ruolo del buono penalizzato, la Roma in 10 nel ruolo del bello (il gioco espresso in 10 per trequarti de match), il cattivo proprio il direttore di gara che si è reso protagonista di una invenzione che poteva davvero rovinare uno spettacolo fino a quel momento piacevole; ma andiamo per gradi: la Roma sin da subito fa vedere di voler imporre la propria superiorità con giocate di classe in special modo di un Pastore tornato ai livelli del Flaco che fece sognare Palermo e di uno Zaniolo in condizioni straordinarie. È proprio il predestinato ad aprire le danze sfruttando un errore di Samir che gli permette di presentarsi tutto solo davanti a Musso e di batterlo in diagonale senza difficoltà. A questo punto Irrati decide di ergersi a protagonista cacciando Fazio reo secondo lui, di aver fermato Okaka lanciato a rete in maniera fallosa. Una decisione che ha del grottesco e che fa scoppiare di rabbia la panchina giallorossa. Il primo tempo si chiude qui con gli ospiti avanti ma in inferiorità numerica. Nella ripresa chi si aspettava una Roma alle corde rimane senza speranza perché Fonseca non fa altro che arretrare Mancini sulla linea sei difensori e chiedere più attenzione a Pastore e Zaniolo quando l’Udinese attacca. Ne esce fuori una prestazione fantastica dei giallorossi che vanno in gol per altre tre volte prima con Smalling a margine di un angolo di Veretout svirgolato praticamente da tutti i giocatori dell’Udinese; poi con un contropiede magistrale orchestrato da Pastore e concluso alla grande da Kluivert. Dulcis in fundo con il rigore di Kolarov che firma il poker e lancia un messaggio forte al campionato. La Roma è li nonostante i tentativi di ricacciarla indietro da chi ha deciso che questa squadra non deve volare.
