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ROMA – Siamo nella calda primavera del 1993: la maxi-inchiesta “Mani Pulite” (che segnerà per sempre la storia del nostro paese) riempie l’Italia avvisi di garanzia o arresti fra politici e imprenditori a tutti i livelli facendo esplodere il malcontento della gente, fra una settimana (il 14/5) avverrà l’attentato di Via Fauro a Roma che per pochissimo non costerà la vita a Maurizio Costanzo, i Duran Duran incidono “Ordinary World”, Carlo Azeglio Ciampi presiede il I° governo tecnico della storia d’Italia.
Intanto, però, il campionato di Serie A procede verso il finale di stagione e per la XXX° giornata i riflettori sono puntati sul sentito derby lombardo Brescia-Atalanta valevole per i bassifondi della classifica (tornato nel massimo campionato l’anno passato in seguito a 5 annate di cadetteria da parte di almeno 1 delle 2 contendenti e finito 2-0 in un clima da guerriglia) e su Roma-Torino, considerata l’antipasto della finale di Coppa Italia del mese seguente avendo i giallorossi nella centro-bassa graduatoria mentre i granata si trovano in zona Europa: il dirigente Pasquali fa le veci del presidente di casa Ciarrapico (arrestato poco tempo addietro per problemi finanziari) mentre Goveani (subentrato a Borsano in febbraio) si siede in tribuna fra i 40,000 spettatori curioso di visionare l’operato del direttore di gara Luci e precedendo di pochi minuti l’ex mitico capitano della Roma Agostino DiBartolomei, ritiratosi nel giugno 1990 nonché accorso a vedere il match che, quasi 10 anni prima esatti (dopo 6 giorni sarebbe passato un decennio), aveva concluso la mitica annata del II° tricolore…che il giocatore volesse rivivere le emozioni di quel giorno? Non lo sapremo mai: morirà suicida il 30/5/1994 sparandosi un colpo di pistola così da lasciare il suo popolo pieno di domande e rimorsi.
Siamo in un’epoca in cui iniziano a farsi strada nuovi moduli nella scuola tattica italiana, ed è proprio attraverso questi dettami, tipo la difesa a 3 o la zona totale, che Boskov e Mondonico sistemano i loro ragazzi: 3-5-2 per il primo
{Zinetti;
Benedetti-Garzya (73° Comi)-Aldair [cap.];
Haessler-Bonacina-Salsano-Piacentini-Mihajlovic;
Carnevale-Muzzi}
e 4-4-2 a zona divenuto poi 5-4-1 per il secondo
{Marchegiani;
Bruno-Annoni-Fusi-Sergio;
Sordo-Venturin-Scifo-Fortunato [cap.];
Silenzi (82° Casagrande)-Aguilera (59° Mussi)}.
Fra i campioni della nazionale annoveriamo solo Carnevale e Marchegiani poiché manca capitan Giannini mentre gli stranieri da evidenziare corrispondono al capitano Aldair (avente la fascia al pari di Fortunato) con il panchinaro Casagrande (brasiliani), Haessler (tedesco), Mihajlovic (jugoslavo ma di matrice serba), Scifo (italo-belga), Aguilera (uruguagio).
Da subito si capisce che sarà una gara molto calda e non solo meteorologicamente: i timori reverenziali vengono lasciati nello spogliatoio già al 16°, quando Aguilera anticipa l’ex di turno Benedetti correggendo con una girata un tiraccio di Sordo per lo 0-1; la Roma non ci sta e si getta all’assalto riuscendo a ribaltare tutto con un siluro di destro dai 20 metri da parte di Carnevale al 25° e il sorpasso di Muzzi con il sinistro al 29°: siamo appena alla mezz’ora quando il tabellino segna già 2-1…poco dopo Piacentini e Fusi, Fortunato rimediano anche l’ammonizione dimostrando ancor di più il bollore del pomeriggio a tutti i livelli ma le emozioni non sono ancora finite per la I° frazione: proprio sulla punizione concessa per infrazione di Piacentini, Aguilera (che da pochi giorni è divenuto padre e dedicherà la prestazione alla sua famiglia con particolare gioia) si fa toccare la sfera da Scifo esplodendo un destro chirurgico a giro dietro la barriera che si infila sotto la convergenza sinistra dei pali denotando il 2-2 con cui si va al riposo proprio quando l’orologio segnala il 45°.
Al rientro in campo tutti i 22 presenti si mostrano vogliosi di tentare la giocata decisiva con la I° svolta che sembra arrivare al 51°: Silenzi anticipa di testa l’altro ex Zinetti per il 2-3 ma è solo la genesi di un’altalena durata 12 minuti: Aguilera realizza la sua tripletta per il 2-4 con un’ulteriore punizione a giro da fermo 7′ dopo (al 58°) ma la Roma non si arrende e al 63° Carnevale riesce a procurarsi furbescamente un rigore con ammonizione di Bruno che Haessler realizza spiazzando l’estremo difensore avversario con il piatto destro aperto al massimo…3-4, Mussi rileva uno stremato Aguilera e tutto resta in gioco pure se la Roma attacca in modo confusionario con il solo Salsano a tentare di mettere ordine nella manovra; ormai, complice la troppa fatica, sembra si possa procedere a vele spiegate verso il fischio di chiusura tanto più che l’innesto di Comi al posto del libero Garzya costringe Boskov a privarsi di un cambio offensivo sapendo che il tandem d’attacco è in chiara riserva ma la disputa non ha ancora finito di regalarci sorprese: corner da sotto il settore ospiti con soli 500 torinisti all’interno, mischia e colpo di testa finale proprio dell’ulteriore ex Comi a precedere l’appena inserito Casagrande per il 4-4 quando siamo all’83°…gli schemi, se non lo erano già, sono tutti saltati ma i padroni di casa non ne hanno più e all’87° subiscono un contropiede letale pur 4vs3 su cui Aldair stende in area Scifo denotando rigore+giallo per sé stesso: è il medesimo Scifo a incrociare con il destro rischiando di vedersi respingere il tentativo ma Zinetti sfiora solo in modo da farla finire sul 4-5 con cui si chiude la pratica.
A fine confronto il popolo romanista manifesta il suo pieno dissenso per un’annata che ha già riservato diverse delusioni oltre a grane di natura penale come nel caso di Ciarrapico (che porterà la società sulle soglie del fallimento) mentre i supporters piemontesi si godono 2 punti importantissimi per la rincorsa europea.
A fine stagione la Roma si piazzera’ X° in Serie A salvandosi dalla retrocessione solo a pochi turni dal termine, perderà la finale di Coppa Italia ancora contro i torinisti in 2 notti estive tragiche (12/6 e 19/6) durante le quali perderà 3-0 in trasferta e vincerà 5-2 in casa lambendo la clamorosa rimonta per un soffio (ennesima tragedia di massa del mondo giallorosso soprattutto a causa del palo colpito da Giannini nell’ultimo quarto d’ora che avrebbe significato il III° trionfo su 3 finali fra le 2 da parte dei capitolini) senza contare l’eliminazione con sorpasso nei quarti di Coppa Uefa contro i futuri finalisti del Borussia Dortmund (1-0 e 0-2) sapendo che si sarebbe rimasti fuori dalle coppe dopo ben 3 anni…senza dubbio un anno pieno di rimpianti ma che inaugurerà una nuova epoca con l’arrivo del diumvirato Sensi-Mezzaroma in estate anche se dal dicembre seguente sarà solo Sensi a collaudare la Roma per i successivi 15 anni (in prima persona fino al 2004 e passando poi il testimone alla figlia Rosella fino al 2011: 36 mesi dopo la morte del padre Franco il 17/8/2008); il Torino arriverà IX° con 2 lunghezze proprio sui lupacchiotti (35-33) godendosi, però, la coppa nazionale nella meravigliosa sera dell'”Olimpico” (ultimo trofeo, ad oggi, alzato dalla I° squadra di Torino) pur mandando giù l’estromissione a domicilio dei sedicesimi di Coppa Uefa dinanzi alla DinamoMosca.
Roma-Torino…quando la tradizione vale più dei titoli, buona visione!


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