
ROMA – Mancano solo 2 settimane alla Pasqua del 2001 e si sta celebrando il cosiddetto “Pesce d’Aprile”, in estate Corea del Sud e Giappone ospiteranno la 1° Confederations Cup vinta dalla Francia, la Colombia si appresta ad ospitare la Copa America di luglio con il solo scopo di vincerla (e ce la farà) oltre a voler dimenticare l’oscuro decennio degli anni ’90 dominati più che mai dal narcotraffico…si stanno svolgendo le riprese della 2° stagione di “Distretto di polizia” mentre è iniziata da poco la 1° stagione di “La squadra” su Rai 1.
Il 3° millennio si era affacciato sul nostro paese con una ventata d’aria positiva oltre al fatto che l’ottimismo accompagnava quasi tutto il continente nonostante le guerre in Kosovo o le migrazioni dall’est europeo verso l’occidente…eppure sono tempi molto strani: la politica nostrana inizia a dare segni di cedimento strutturale sempre più evidenti e il calcio vive al di sopra delle sue possibilità faticando a mantenersi competitivo a livello internazionale. All’interno delle coppe europee sono rimaste in gioco solo le 2 contendenti che si scontreranno nel posticipo domenicale della 24° giornata: Milan-Lazio 1-0 (60° Boban)…ma l'”audience” è tutta per il derby pugliese Bari-Lecce 3-2 andato in scena il sabato sera alle 21,00 e per le sfide delle 15,00 Parma-Bologna 0-0, Perugia-Inter 2-3, Juventus-Brescia 1-1 ma soprattutto Roma-Verona; sappiamo che parmensi e interisti sono in lotta con Milan/Atalanta per la zona coppe mentre bolognesi, perugini, bresciani, veronesi sono tutti a ridosso della retrocessione in compagnia di Vicenza/Napoli/Brescia/Reggina/Bari…infine abbiamo lo scontro del vertice a distanza, in cui i romanisti comandano a +7 sulla Juve oltre che sui cugini campioni in carica della Lazio a -9 (55-48-46).
E’ interessante sapere che, seppure stiano dominando il campionato con il solo pari pre-sosta delle nazionali ottenuto con lo 0-0 a Reggio Calabria, i giallorossi sono già fuori dalle coppe, così come i loro ospiti scaligeri: se i veneti erano stati fatti fuori al 2° turno di coppa nazionale, a settembre, a fronte di un 4-3 complessivo dinanzi al Piacenza (2-1 in Emilia e 2-2 a Verona), i capitolini si vedranno tagliare fuori nello stesso mese dalla neo-promossa Atalanta per 5-3 (1-1 nella capitale e 4-2 a Bergamo con violentissima contestazione a Trigoria nei giorni seguenti) per poi abbandonare a febbraio la Coppa UEFA causa l’1-2 incassato agli ottavi dai futuri campioni del Liverpool (sconfitta 0-2 in Italia con vittoria 0-1 in Inghilterra resa inutile causa le roventi polemiche per un netto rigore dato e poi tolto dall’arbitro Garcia Aranda all’80° prima delle espulsioni di Totti/Tommasi negli ultimi scampoli).
Quella calda domenica di primavera l'”Olimpico ” ribolle di passione forte dei 62000 spettatori presenti, fra cui solo 1000 veronesi, ma assai chiassosi e vogliosi di trascendere la decenza nei soliti scontri divenuti, ormai, “routine”…i presidenti Franco Sensi e Giambattista Pastorello (azionista pure del Parma, e di questo risentiremo parlare…) arrivano al loro posto per godersi lo spettacolo pure se da punti separati data la rivalità in sede federale che li divide (Sensi è fra i principali promotori dello schieramento del Centro-sud intanto che Pastorello è fra i principali sponsor della “Confederazione del nord” presieduta dal duo Moggi-Galliani). I 2 tecnici Capello-Perotti, invece, hanno il loro bel da fare per iniziare a sistemare le rispettive formazioni: il primo adopera il suo solito 3-4-1-2, diventato 3-5-1-1 solo nel finale seppur sprovvisto di 4 “infortunati speciali” come Aldair/Nakata/Assuncao/Delvecchio
[Antonioli;
Zebina (46° Rinaldi)-Samuel-Zago;
Cafù-C.Zanetti (46° Tommasi)-Emerson-Candela;
Totti (cap.);
Montella (81° Di Francesco)-Batistuta]
a fronte del 4-5-1, diventato 5-4-1 a discorso quasi chiuso, in cui mancano i difensori Gonnella/Seric oltre al trio di centrocampo Italiano/Filippini/Cassetti e al duo offensivo Mutu/Cossato (tutti degenti tranne lo squalificato Cossato)
[Ferron;
Oddo-Laursen-Apolloni-Teodorani (75° Cvitanovic);
Camoranesi-G.Colucci (78° Franceschetti)-Salvetti-L.Colucci (cap.)-Melis;
Bonazzoli (62° Gilardino)].
Di nazionali che avevano giocato gli europei l’estate passata giungendo fino in finale ci sono solo Antonioli/Totti/Montella, a cui si aggiungeranno Tommasi/C.Zanetti per il prossimo mondiale intanto che Antonioli sarà lasciato a casa…nelle file del Verona, invece, ci sono ben 3 nomi di cui si sentirà parlare ai mondiali 2006, ovvero Oddo/Camoranesi/Gilardino oltre al veterano di “Usa 1994” Apolloni; se facciamo, invece, un discorso di stranieri importanti, non possiamo non nominare la colonia brasiliana Zago/Cafù/Emerson, i quali saranno scartato dalle convocazioni di luglio ad eccezione del “puma”, oppure non va neanche lasciata da parte la coppia argentina Samuel/Batistuta insieme al nazionale transalpino Candela…a fare da contorno troviamo, infine, il danese Laursen con il croato Cvitanovic.
Sarà un pomeriggio in cui si vieterà ai cuori deboli di osservare la partita con gli occhi intanto che le radio informano su quanto accade dalle altre parti: le 2 gare dell’Italia con Lituani/Romania in occasione delle qualificazioni ai mondiali hanno molto provato gli azzurri presenti ma l’iniziativa è, ovviamente, della Roma che vuole schiacciare gli avversari nella loro area giocando veloce per poi verticalizzare ad indirizzo delle punte…succede così che prima Batistuta tocca troppo debolmente una bella palla di Montella consentendo ad Apolloni di respingere sulla riga, poi Montella batte al volo facendo esibire Ferron in un balzo spettacolare, che anticipa l’altra parata facile su Batistuta seguita dall’uscita bassa sempre sul “re leone” lanciato a rete. Il pubblico di casa sente che il vantaggio è vicino, tanto più che gli ospiti si mostrano molto nervosi, facendo finire sul taccuino dei cattivi i fratelli Colucci assieme a Teodorani per dei falli evitabili…ma i momenti peggiori arrivano fra 27°-30°: prima Bonazzoli lavora un bel pallone sulla trequarti all’indirizzo di Oddo, che crossa dalla destra per i suoi compagni accorrenti, Antonioli “buca” la presa e Camoranesi deve solo farsi rimbalzare la sfera sul petto per fare 0-1 a porta vuota (sarà il suo 4° timbro in Italia, ma anche l’ultimo dell’annata, nonchè il 2° nella capitale dopo quello realizzato nel 5-3 con la Lazio a febbraio); poco dopo arriva anche la notizia che sembra definitivamente terrorizzare l’intera Roma: alla mezz’ora la Juventus si è portata avanti con il vincente destro di Zambrotta…se il vantaggio era stato +7 per poi divenire +6 al vantaggio veronesi, adesso è addirittura +4, dato la situazione maturata a Torino…i padroni di casa cercano di scuotersi e contrattaccano con Batistuta che spedisce fuori di testa prima di Zago, che manda alto col destro su respinta da punizione.
All’intervallo ci sta tempo pure per qualche fischio da parte dei romani, chiaramente insoddisfatti ma anche intimoriti da uno scenario decisamente insperato: Capello capisce che bisogna dare una scossa e inserisce Tommasi per Zanetti rinunciando al doppio regista in favore di una mediana maggiormente muscolare oltre a Rinaldi per Zebina…ne viene fuori una ripresa in cui tutto lo stadio spinge i suoi beniamini all’assalto costringendo gli ospiti a cercare il raddoppio solo con un colpo di testa poco fuori da parte di Bonazzoli su punizione di Oddo causa l’ammonizione di Zago per fallo di mano. Ormai è solo questione di tempo che il pari arrivi, previsione che si realizza al 55°, quando Candela riesce a toccare di fronte per il suo capitano, che dalla sinistra crossa verso il centro di esterno destro ad indirizzo di Montella, anticipato da Apolloni (al suo 2° autogol consecutivo in casa della Roma come nel 3-1 dell’anno addietro): 1-1 di testa in tuffo dello stopper e +5 per i capolisti…i quali sferrano il loro massimo attacco chiudendo i nemici a protezione del portiere con una manovra avvolgente intanto che è il solo Camoranesi a farsi vivo con un paio di sgroppate dalla parte di Antonioli, ma viene tradito prima dall’imprecisione e poi dal recupero provvidenziale di Zago; siamo al 60° quando, da corner respinto corto, Tommasi calcia al volo trovando l’assist involontario di Melis per Cafù, che entra in area calciando basso in mezzo per Batistuta, consentendogli di firmare il 2-1 (“Batigol” torna dopo 4 gare d’infortunio e riprende confidenza con il gol che gli mancava dalla sua 14° segnatura, in occasione di Bologna-Roma 1-2: la 1° di ritorno) con il piatto destro sul primo palo…a questo punto Perotti decide che Bonazzoli ha dato tutto e lo cambia per Gilardino (totalmente inoperoso, a dirla tutta), ma l’onda romana non si ferma: Cafù è scatenato, Melis non può nulla per arginarlo e al 71° ancora il “pendolino” va via a destra per poi servire Montella (8° marchio per lui, di cui 6 nella tornata di ritorno…saranno 13 a fine stagione) di testa a porta vuota a vantaggio del 3-1 che legittima il ritorno a +7 già firmato dal suo partner. Da qui ci sta solo spazio per le ripartenze di capitan Totti, l’innesto di Di Francesco per Montella a rinforzare la zona nevralgica, qualche fischio di troppo dell’arbitro Braschi, per i cambi di Cvitanovic/Franceschetti di Teodorani/G.Colucci e tutto appare già deciso…ma l’urlo più grande del popolo capitolino arriverà in occasione del “4° gol, quello a distanza” come lo ribattezzeranno gli addetti ai lavori l’indomani: è l’86° quando giunge la notizia che un giovane regista del Brescia, tale Andrea Pirlo, ha lanciato, forte dei suoi appena 19 anni, un pallone lungo verso l’ex Roberto Baggio, il quale ha eluso il fuorigioco juventino per poi scavalcare Van der Sar con un elegante stop a seguire di destro significante 1-1 in Juventus-Brescia (dopo una sfida passata tutta in trincea) oltre che, soprattutto, +9 della Roma sulla seconda da aggiungere a +12 maturato in serata sui cugini battuti a Milano (massimo distacco mai toccato da ottobre).
A fine match lo stadio della capitale è una bolgia: le bandiere sventolano assieme malgrado il caldo, gli striscioni sembrano sempre di più e le oltre 60000 voci celebrano il massimo distacco in classifica che allunga a 6 (5+1 di coppa nazionale) le sconfitte di fila dei veronesi in casa dei romanisti…veronesi che, inoltre, ottengono l’8° partita persa consecutivamente in trasferta (appena 3 punti, frutto di 3 pari, in 13 sfide) ma hanno già l’occasione per rifarsi fra 7 giorni, quando ospiteranno la medesima Juventus (a cui si ripresentano i fantasmi di un anno addietro…quando persero 0-1 sempre in casa, con la Lazio riaprendo definitivamente la corsa allo scudetto che poi sarebbe stato conquistato proprio dai biancocelesti); i lupi, dal canto loro, escono provatissimi da questa “girandola delle emozioni” ma mantengono un’imbattibilità in Serie A che dura da Roma-Reggina 0-2 del 19/3/2000.
A fine anno la Roma, risollevandosi dalle delusioni nelle competizioni ad eliminazione diretta, porterà a casa il suo 3° scudetto, a 18 anni dal precedente, chiudendo, inconsapevolmente, l’epoca dei tricolori alzati lontano dall’asse Torino-Milano prima di aggiudicarsi la 1° Supercoppa Italia della sua storia sconfiggendo 3-0 la Fiorentina fra le “mura amiche” (anche questa ultima volta fra 2 team non provenienti dal nord) mentre il Verona si salverà dalla retrocessione, piazzandosi 14°, solo grazie ad un contestato spareggio con la Reggina (trionfo 1-0 in Veneto e sconfitta 2-1 in Calabria).
La strada di avvicinamento a Roma-Verona si è conclusa…che inizi lo spettacolo!!!!
