I giallorossi dominano ma vengono beffati da un comico autogol di Manolas. E l’allenatore torna sul banco degli imputati
DOMINIO E SCONFITTA – Sembra paradossale ma la Roma ha dominato. Risultato a dir poco bugiardo, un 2-1 che premia una Samp capace di chiudersi spesso con tutti e 11 gli uomini dietro la linea del pallone. La Roma ha giocato all’attacco per 85′, creato tanto, sbattuto contro il muro eretto da Zenga. Ma ci ha provato sempre, trovando anche un Viviano in serata magica (enorme una sua parata su punizione di Pjanic).
GARCIA: BONUS FINITI – Può un allenatore finire sul banco degli imputati dopo una partita che la sua squadra ha provato a vincere in ogni modo? Si, se tra Verona, Sassuolo e Sampdoria la sua squadra costruita per vincere lo scudetto raccoglie solo due punti ed è già a -7 dalla prima. La Roma che cambia uomini e pelle ogni partita (per inciso quella di ieri è e deve essere la squadra titolare) dà l’idea di aver smarrito la sicurezza della grande squadra. Perché le grandi squadre partite così magari non le vincono ma di certo non le perdono. Garcia non può più sbagliare una mossa ne’ una partita. La piazza ribolle…
MANOLAS SCIAGURATO – Resta il miglior difensore che ha la Roma, ma il suo autogol da nuova linfa alla Gialappa’s Band. Un autogol comico che ammazza la Roma a pochi minuti dalla fine.
DZEKO, E I GOL? – Si batte, ci prova, sgomita e lotta, però non incide e non segna. Finora un solo gol contro la Juve alla seconda giornata. Può e deve fare di più. Nell’assalto continuo della Roma ci si aspettava la sua zampata. Non c’è stata.
DE SANCTIS, L’ETÀ NON PERDONA – Dispiace perché è sempre stato un grande professionista, ma gli anni passano per tutti. Nessuna papera, ma come contro il Sassuolo la sensazione è che arrivi sempre con quel decimo di secondo in meno dovuto alla ruggine. Il gol di Eder qualche anno fa lo avrebbe parato senza problemi e invece si tuffa in ritardo e la Roma va sotto… Serve Szczęsny, disperatamente.