
ELFSBORG – Un record Juric lo ha già stabilito: riuscire a fare peggio di De Rossi. Se in campionato la Dea bendata (e Svilar) avevano comunque dato una mano alla squadra giallorossa capace di centrare contro il Venezia una vittoria per pura casualità, stavolta nemmeno gli Dei del calcio hanno potuto salvare la Roma dalla sconfitta, al cospetto dei modesti svedesi dell’Elfsborg. Una prova agghiacciante fornita da giocatori svogliati e senza idee; una manovra lenta e involuta capace di creare zero occasioni fino al 84’ quando il subentrato Pellegrini (sicuro che sia lui il male della Roma?) colpiva l’incrocio dei pali dal limite dell’area. Per il resto il nulla cosmico nonostante il 70% del possesso palla. Male i titolari di questa sera le cosiddette seconde linee, malissimo i subentrati (i presunti fenomeni), capaci di passeggiare per il piccolo campo in sintetico fino al fischio finale (sicuro che Dybala non sia andato in Arabia?). Il gol partita arriva nel primo tempo su calcio di rigore causato da un fallo di mano in area di Baldanzi. Il gol resisterà fino alla fine con i padroni di casa che non hanno dovuto penare più di tanto per mettere in cascina i 3 punti. Altra prestazione sconcertante di Soule, malissimo pure Hermoso e Paredes riproposto con scarsi risultati al centro dell’attacco. Shomurodov davanti non solo fa rimpiangere Dovbyk, ma pure Osvaldo, mentre l’unico che desta una buona impressione è Saud Abdullhamid, oggetto misterioso che dimostra dinamicità e velocità sulla fascia (sostituito da Juric… perché?). Sufficienze rosicate pure per Angelino e per il solito Svilar per il resto buio pesto. Una sconfitta preoccupante dove uno dei maggiori responsabili di sicuro è il tecnico Juric, capace in pochi giorni (dal Venezia ad oggi) di far rimpiangere il suo predecessore. Si prospetta una stagione alquanto anonima per la Roma che dovrà sicuramente cercare di raggiungere una quota punti che le permetta di evitare le sabbie mobili della classifica il prima possibile, per non essere costretta a lottare per obiettivi impensabili ad inizio stagione, come la salvezza.