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VERONA – E’ il caldo inizio di settembre del 1984 e, mentre negli USA si stanno smaltendo gli ultimi resti delle Olimpiadi californiane andate in scena a Los Angeles nel periodo 28/7-12/8, è passata solo una settimana dal “Gran Premio d’Italia” e le scuole stanno per riaprire intanto che si ricomincia anche a respirare aria di sport come di domeniche all’insegna del calcio o del basket negli anni migliori del nostro paese.

Per la 1° giornata di campionato si comincia subito con il botto: il match che, per distacco, riesce a tenere maggiormente gli appassionati sulle spine è, sicuramente, Verona-Napoli…questo sarà, infatti, l’esordio assoluto nel nostro campionato (quello in Coppa Italia è già avvenuto) di un giovane ragazzo argentino di 23 anni chiamato Diego Armando Maradona, giunto a Napoli il 5/7/1984 ma già noto ai più come il miglior giocatore del mondo malgrado l’età e un biennio al Barcellona decisamente sotto tono; ormai la nostra è diventata la lega più popolare a livello globale pure se siamo ancora ai tempi dei 2 stranieri per team (la riapertura delle frontiere era avvenuta solo nell’estate 1980): i migliori giocatori brasiliani (Dirceu/Juary/Socrates/Batista/Falcao e Cerezo/Junior/Zico e Edinho), argentini (Hernandez/Passarella/Diaz/Bertoni e Maradona), peruviani (Barbadillo), tedeschi occidentali (H.Muller/Rummenigge/Briegel), francesi (Platini), inglesi (Wilkins e Hateley/Souness e Francis), polacchi (Zmuda/Boniek), irlandesi (Brady), danesi (Laudrup/Larsen Elkjaer), austriaci (Schachner), svedesi (Stromberg), giocano tutti da noi facendo pregustare un torneo avvincente come pochi altri pure se non sarà così…almeno in parte.

E’ una calda domenica quella che accompagna la ripresa delle ostilità ed è già tempo di pensare a far ruotare i giocatori, visto che il 9/9 era andata in scena l’ultima giornata dei gironi estivi di coppa nazionale: sia Verona che Napoli sono passati (i gialloblù da primi e gli azzurri da secondi) senza troppi problemi, ma adesso è il momento di lottare sul serio…

Intanto che i presidenti Guidotti (personaggio fin troppo ombroso nelle cronache dell’epoca) e Ferlaino (alla guida dirigenziale partenopea dal 1969) prendono posto in tribuna fra i 45000 presenti del “Marcantonio Bentegodi”, tra i quali annoveriamo tantissimi napoletani giunti in trasferta nella speranza di prendersi una grande rivincita verso alcuni di quelli che, a nord del Po, li chiamano “terroni” in maniera veramente troppo sgradevole: sono almeno 15000, decisamente una marea azzurra che si farà sentire malgrado venga da stagioni di salvezze stentate e sofferenza pura…l’accoglienza non è delle migliori e gli scontri si sprecheranno tutto il giorno intanto che la curva di casa espone i deplorevoli striscioni <<BENVENUTI IN ITALIA…ADESSO LAVATEVI>> e <<DIEGO, ORA NON SEI PIU’ STRANIERO: NAPOLI TI HA ACCOLTO NEL “CONTINENTE NERO”>>, a conferma che il calcio italiano, pure 36 anni dopo possiamo dirlo, stava progredendo dal punto di vista del campo piuttosto velocemente, ma la cultura sugli spalti era ancora fin troppo antiquata. I tecnici sono uomini d’esperienza e che interpretano bene la scuola “italiana”: Osvaldo Bagnoli (arrivato nel 1981, quando il club era ancora in cadetteria) contro Rino Marchesi (tornato in estate dopo il biennio 1980-82 nel capoluogo campano, a cui aveva fatto seguito l’ingloriosa annata all’Inter del 1982/83), ma mentre il primo può sfruttare tutti i suoi effettivi a disposizione tranne l’infortunato Sacchetti per adoperare il suo 4-4-2 (4-5-1 in chiusura, quando uscirà Galderisi)

[Garella;

Volpati-Ferroni-Tricella (cap.)-Marangon;

Fanna-Bruni (89° Donà)-Di Gennaro-Briegel;

Larsen Elkjaer-Galderisi (83° Turchetta)]

il secondo deve sopperire ai problemi dei difensori Marino/De Simone, esclusi insieme al centrocampista Favo (scelta tecnica vista l’insufficienza di posti in panchina)…il 4-4-2 con variante di 4-4-1-1 o 4-3-3 (poi sarà un rudimentale 3-4-3 visto l’innesto di Caffarelli per Boldini e l’alzamento di Bertoni a destra contemporaneo ad un Maradona agente sulla fascia mancina), però, non viene minimamente scalfito in neanche un titolare

[Castellini;

Bruscolotti-Ferrario-De Vecchi-Boldini (72° Caffarelli);

Bertoni-Bagni-Celestini-Dal Fiume;

Maradona (cap.)-Penzo].

Pochi, troppo pochi i nazionali che prenderanno parte alla spedizione azzurra in Messico del 1986 da campioni del mondo in carica: Tricella/Di Gennaro/Galderisi e Bagni mentre il duo Bertoni-Maradona non guida più l’Argentina dal mondiale del 1982, dopo il quale solo “re Diego” è rimasto nel giro dell'”albiceleste” per diventarne leggenda…sul fronte di casa abbiamo il tedesco dell’Ovest Briegel, laureatosi vice-campione del mondo dietro alla nostra Italia sempre nel 1982 e il danese Larsen Elkjaer, fresco 4° classificato agli europei francesi del giugno 1984 causa la maldetta semifinale persa ai rigori dinanzi alla Spagna.

Il gioco delle marcature è subito chiaro: da un lato è Briegel (arrivato in estate come Elkjaer a Verona) ad incollarsi a Maradona (arrivato per la cifra astronomica di 12 miliardi di lire, a coronamento di quasi 2 mesi di febbrili trattative) intanto che Ferroni (spostato dalla destra al centro causa un Fontolan a riposo per una condizione fisica già troppo insufficiente) controlla Penzo nello stesso modo in cui Marangon tapperà il buco di Bertoni (anche lui arrivato a luglio nei pressi del Vesuvio per una rivoluzione totale, o quasi) badando più alla copertura che alla ripartenza…dal canto suo, il Napoli cerca di fermare Galderisi addossandogli Ferrario e per Larsen Elkjaer viene riservato il trattamento speciale di Bagni (fin troppo sacrificato), ma senza scordare lo scontro fra registi Di Gennaro-Celestini (spaventosamente vinto dal primo). Ne viene fuori un primo tempo in cui i padroni di casa attaccano maggiormente ma sprecano con un destro altissimo del bomber danese prima del colpo di testa mancato da Fanna…siamo ormai al 26° quando, da corner del medesimo Fanna, Briegel svetta e incorna in piena area realizzando l’1-0 che sarà seguito, al 33° da un’azione corale fin troppo degna di nota: Di Gennaro converge dal centro-sinistra, scambia con Bruni buttandosi nello spazio da solo ed incrocia di destro facendosi respingere dall’attento Castellini…sembra finita ma Galderisi giunge per primo a sigillare il 2-0 di mancino a porta sguarnita (evidenziando fin troppe pecche nella retroguardia ospite).

Quando il marchigiano Mattei fischia la ripresa delle ostilità (sugli altri terreni di gioco sono stati fatti solo 5 gol, chiaro segnale che le gare vere non sono ancora giunte sul profilo atletico), si vede un Napoli più vivo, che al 58° riesce pure a riaprire i giochi grazie ad un lancio perfetto di Bagni per Bertoni, che senza pensarci stoppa di sinistro esplodendo una conclusione incrociata priva di speranze per Garella…2-1 e tutto che ritorna in gioco dando l’impressione, in seguito all’entrata di Caffarelli per Boldini al 72°, che i campani vogliano giocarsi il “tutto per tutto” sperando di strappare un insperatissimo punto spinta da un Maradona per nulla intimorito dal suo marcatore, e che, anzi, si rende pericoloso con lo stesso n.10 spedendo fuori di poco prima che Elkjaer si veda respingere il corner un bel destro in contropiede a “tu per tu” con Castellini; ormai è scoccato il 75° quando arriva la definitiva sentenza sulla sfida: punizione di Fanna e colpo di testa vincente di Di Gennaro per il 3-1 mentre la difesa avversaria, anche stavolta, si deve rimproverare fin troppo, vedendo maglie larghissime e duelli molto scadenti. Nel finale Bruscolotti se la prende con Elkjaer buttandolo a terra con un brutto calcio e guadagna anzitempo la via degli spogliatoi intanto che ripartono gli scontri sugli spalti e il Verona mette dentro Turchetta con Donà per Galderisi e Bruni allo scopo di conservare il tabellino.

Al fischio di chiusura Maradona si dice soddisfatto della prestazione e dei suoi malgrado il risultato guardando già al futuro e a Napoli-Sampdoria della prossima settimana…Di Gennaro, invece, dice chiaramente che l’obiettivo dei suoi è la salvezza, ma giocare con la testa come in tale occasione (malgrado l’asso di turno) può essere fondamentale e proiettare anche verso orizzonti simili all’alta classifica…

A fine anno il Veneto si consacrerà fra le regioni che avranno alzato almeno uno scudetto attraverso l’unico tricolore ottenuto (ed insperato per buona parte del campionato), nella sua storia, dal Verona (giunto al suo apice in seguito al triennio migliore di sempre), tramite una disputa neanche troppo emozionante con Inter/Torino, pur dovendo mandare giù il boccone amaro della Coppa Italia (2 finali perse negli ultimi 2 anni…ed entrambe in modo terribile dinanzi a Juventus/Roma) per la sconfitta 5-1 ai supplementari di giungo dinanzi ai medesimi interisti, giunti in semifinale al cospetto dei cugini milanisti, pure se l’andata si era chiusa 3-0 in casa degli scaligeri; il 1° Napoli di Maradona, invece, si piazzerà 8° dietro a Verona/Inter/Torino/Sampdoria/Milan/Juventus/Roma pur lisciando la zona UEFA per 3 soli punti (Milan 36-Juventus 36-Roma 34-Napoli 33) ma consapevole che l’arrivo del “pibe de oro” ha aperto una nuova epoca, sia dal punto di vista dei risultati, ma soprattutto per quanto concerne la mentalità di tutta la piazza…la coppa nazionale darà la conferma di questo vedendo che il cammino azzurro si interromperà agli ottavi (fra gennaio-febbraio) a favore del Milan finalista (2-1 a Milano e 1-1 a Napoli).

Verona-Napoli è storia…che il prossimo ricordo di avvicinamento al match ci regali altre emozioni!!!

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