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Alla Conferenza di presentazione della sfida di venerdì sera, valida per le qualificazioni al Mondiale, Il ct chiede una grande prova: ”Dobbiamo riscattare il ko contro l’Olanda”

BOLOGNA – Vietato sbagliare. L’Italbasket si appresta ad affrontare venerdì sera a Bologna la Polonia, nel primo dei due impegni ravvicinati (lunedì ci sarà la trasferta in Ungheria) valido per le qualificazioni al Mondiale 2019. Nel capoluogo emiliano si è svolta la conferenza di presentazione, dove coach Sacchetti si è dimostrato già carico: “Lo sport è fatto di pressione e le grandi squadre sono fatte di grandi giocatori che nelle grandi occasioni migliorano sempre”.

“RISCATTARE KO OLANDA” – Reduce dal terzo posto nella Super Cup giocata nel weekend ad Amburgo, l’Italia cerca il riscatto dopo il pesante ko 81-66 dello scorso 1 luglio in Olanda. “Questo impegno è molto importante – aggiunge Sacchetti -. Abbiamo fatto con l’Olanda un brutto passo falso e dobbiamo tornare a far vedere quelle cose che sappiamo fare e che abbiamo mostrato nei primi due impegni”. Intanto nel roster c’è un Jeff Brooks in più: “Abbiamo tre giocatori nuovi e uno come Brooks che ora può giocare con noi. Ieri è arrivato per la prima volta, giocherà almeno una partita tra Polonia e Ungheria anche perché altrimenti Petrucci mi chiederebbe perché – scherza – ci siamo impegnati tanto a renderlo convocabile. Sui lunghi abbiamo un problema di stazza. Stiamo sopperendo con giocatori come Melli o Burns, ma facciamo con ciò che abbiamo”.

PETRUCCI SNOBBA GLI ASSENTI – A Piazza Nettuno c’era anche il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, che ha tagliato corto sull’assenza degli azzurri in Nba, Gallinari e Belinelli. “Parleremo solo di chi c’è e non di chi manca. Noi sosterremo sempre questa nazionale che deve emozionare”. Poi un messaggio chiaro a Sacchetti: “Possiamo dire belle parole, ma ciò che conta è vincere – dice l’ex presidente del Coni -. Meo Sacchetti, che ha fatto un triplete, lo sa. Noi facciamo pressione ma il coach la sa tenere. La qualificazione non è facile, oggi in Europa, a parte 2-3 nazioni, ce ne sono una quindicina sullo stesso livello. Estonia, Lettonia, chi mai le avrebbe pensate come squadre vincenti? Quindi non è facile, ma vogliamo andare sui giornali per le vittorie”.

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