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Il capitano, rivolgendosi ad un tifoso, manifesta perplessità sulla continuazione della carriera per un altro anno. Il presidente però usa solo parole di stima nei suoi confronti. Intanto Spalletti si gode la sua squadra, senza punte vere ma vincente

ROMA – Raccontano che dopo un primo tempo (quasi) perfetto, Spalletti negli spogliatoi fosse furioso per quel rigore concesso ai viola a tempo scaduto. Perfezionismi di chi ha capito che la Roma fa sul serio e forse può sperare davvero di non accontentarsi del terzo posto. Non dopo sette vittorie di fila, non dopo aver stritolato una diretta concorrente coma la Fiorentina, una delle più in forma, sotterrandola sotto 4 gol da spellarsi le mani. Ma inevitabilmente il pensiero ora va a cosa avrebbe potuto essere se solo si fosse perso un filo meno di tempo, anticipando alla fine del 2015 la rottura con Garcia. Intanto Totti chiude apparentemente a nuovi incontri con Pallotta e manifesta i propri dubbi sul futuro. Ma il presidente rassicura: “Ho passato molto tempo con lui questa settimana. Francesco deve pensare a quello che vuole fare. Tutti fanno congetture sul suo futuro, ma è solo lui che deve prendere una decisione”.

RITORNO AL PASSATO – Come dieci anni fa, la formula che fa bella Roma sta nella rinuncia alle certezze per completarsi nell’utopia di far gol senza punte vere e proprie. Affidandosi a geniali fantasisti, velocissime ali, intrepidi incursori. Vittorie d’Egitto, quelle dell’era Spalletti-bis. Tutte o quasi nel segno di due calciatori fantastici come Stephan El Shaarawy e Mohamed Salah. Cinque gol in sei partite con due assist per il primo nelle sei partite con la Roma. Sei su sei del secondo, con in più tre assist, l’ultimo proprio al compagno per sbloccare Roma-Fiorentina. Ce n’è abbastanza anche per giustificare l’esclusione, la seconda consecutiva, di un totem come Dzeko: nove marcatori diversi in nove partite sotto la nuova gestione tecnica, cinque gol nella prima mezz’ora nelle ultime tre gare, a testimoniarne il dominio spesso totale sull’avversario.

SOGNI E RIMPIANTI – Oggi, con tre punti di vantaggio sulla Fiorentina e gli scontri diretti favorevoli, anche guardare più su viene naturale. In fondo, se la squadra riuscisse a tenere fino alla fine la media punti avuta finora dall’arrivo di Spalletti, chiuderebbe almeno a quota 80 punti. Abbastanza per arrivare secondo in 8 campionati degli ultimi dieci. Insomma, da qui alla fine si poteva addirittura sognare l’accesso diretto alla Champions se la scelta di avvicendare Garcia con Spalletti non fosse stata procrastinata più volte: tutti o quasi (anche la proprietà del club) il cambio l’avrebbero voluto dopo Roma-Spezia di inizio dicembre, o comunque entro la fine del 2015. E proprio ad inizio 2016 la Roma ha perso per strada 6 punti pareggiando 3 gare, non impossibili da vincere, contro il Chievo fuori casa e con Milan e Verona all’Olimpico, prima di perdere con la Juve a Torino. Le ultime due, già con Spalletti in panchina: rodaggio inevitabile prima d’iniziare a fare miracoli.

RINNOVO E PALLOTTA, I DUBBI DI TOTTI – E che miracolo sarebbe stato vedere Totti realizzare contro la Fiorentina e all’ultimo secondo la punizione che invece s’è stampata sul palo. La dedica era già pronta per il terzo figlio in arrivo, tra l’altro sotto gli occhi della moglie Ilary, in tribuna. Soprattutto, sarebbe stata l’occasione per tornare a parlare del Totti calciatore dopo settimane in cui il suo nome è finito sui giornali solo per la querelle con Spalletti e sul rinnovo del contratto in scadenza. Firma, smette, rinnova, fa il dirigente: tutto e il contrario di tutto. Certo a Pallotta ha spiegato cosa ha intenzione di fare: “Presidente, vorrei fare ancora il calciatore”. Il presidente gli aveva dato appuntamento per una nuova chiacchierata, ma oggi le cose sembrano cambiate, visto che dopo una cena al termine della partita con tutta la famiglia in via Donizetti, ai Parioli, il capitano romanista ha scambiato due battute con un tifoso nascosto tra i paparazzi, manifestando dubbi sulla possibilità di continuare a giocare, arrivando anche a escludere nuovi appuntamenti con Pallotta. In realtà il capitano aspetta ancora una telefonata per tornare a sedersi con Mr. President. Sperando di sentirsi dire che, per continuare a fare il calciatore nella Roma, non ci saranno problemi. Il presidente comunque, almeno a parola, lo rassicura: “E’ stato un match divertente. Totti ha giocato bene, è uno dei più grandi giocatori di sempre”, ha dichiarato nella mattinata di ieri.

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