Vince agevolmente a Modena contro il Carpi, ma era già fuori dall’Europa: segnano Bisevac. Candreva e Klose. Marchetti para due rigori a Mbakogu
Ottavo posto, niente di più. La Lazio vince la quarta partita dell’era Inzaghi (su sei), passa a Modena contro il Carpi ma ormai è tardi. Segnano Bisevac, Candreva e Klose, Marchetti para due rigori a Mbakogu che poi realizza nel finale il gol della bandiera degli emiliani, che probabilmente torneranno in serie B domenica prossima. I biancocelesti evitano il preliminare di coppa Italia centrando un’ottava posizione che non cambia i programmi estivi. Una magra consolazione che certifica un bilancio comunque fallimentare.
Non è colpa di Simone Inzaghi, che in queste ultime gare sta avendo un grande merito, quello di aver evitato di trasformare il finale di stagione post disfatta nel derby in un calvario. Ha ricostruito il morale del gruppo, ha fallito la clamorosa qualificazione in Europa League solo per la disgraziata partita con la Sampdoria, pure quella segnata da un gol dubbio concesso agli avversari. Già, perchè la sfida di ieri al Braglia di Modena contro il modesto Carpi riapre la questione arbitrale.
È fuor di dubbio, senza voler concedere nessuna attenuante a Lotito, Pioli e alla squadra, che i biancocelesti siano stati bersagliati dall’inizio di fine da arbitraggi che li hanno spesso penalizzati. Il presidente commetterebbe un errore clamoroso a sottovalutare quest’aspetto, il presidente dell’Aia, Nicchi di Arezzo, suo acerrimo avversario in Figc, gli ha riservato un trattamento vergognoso alla faccia del presunto potere del «padrone» del calcio italiano. Ieri due rigori negati alla Lazio in avvio, due concessi al Carpi (mica la Juventus), due espulsi tra i biancocelesti e la solita direzione persecutoria di Rocchi di Firenze, toscano pure lui come il capo dei fischietti.
La gara di ieri ha avuto poca storia, troppo divario tra le due squadre. Bisevac in mischia e poco dopo Candreva al termine di un’ottima azione, hanno indirizzato subito la sfida. Marchetti ci ha messo due volte le mani sui rigori di Mbakogu, poi nella ripresa Klose ha chiuso il conto (gli manca una rete per raggiungere Pandev come miglior marcatore straniero della storia laziale). Inutile la rete della bandiera di Mbakogu, fischiatissimo dai suoi tifosi per il doppio errore dal dischetto.
E adesso? Domenica sera «Klose day» all’Olimpico per il saluto al campione tedesco, in mezzo una settimana dove Lotito e Tare devono gettare le basi per la nuova stagione. Quella del riscatto. Perché non ci si può accontentare di un ottavo posto arrivato dopo una serie di errori: l’ultimo in ordine di tempo, non aver cambiato prima Pioli, visto l’impatto di Inzaghi sulla squadra. Sarebbe stata un’altra storia, sicuramente meno deprimente.
