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Cavs arrivano in finale di conference da imbattuti, con i Big Three in crescita e 134 triple a bersaglio. Durant ricorda con 41 punti di essere uno dei migliori giocatori del mondo. Leonard e Aldridge contribuiscono al flop degli Spurs

MILANO — Domenica di sentenze non smentibili in NBA: Cleveland è già in finale a Est dopo il 4-0 su Atlanta. E Oklahoma City ha pareggiato sul 2-2 la serie con San Antonio. Queste invece le nostre 5 sentenze, ricordando che quello che è vero oggi può essere smentito domani.

LA LEGGE DEI CAVS — Cleveland è la squadra più forte vista finora nei playoff.I Cavs sono già in finale a Est con 8 vittorie su 8, nono team della storia a passare senza sconfitta i primi due turni. La notizia migliore per Lue è che i Big Three hanno scoperto come intendersi a meraviglia: gara-4 contro Atlanta è stata la quarta partita in questi playoff in cui LeBron James, Kyrie Irving e Kevin Love hanno tutti chiuso con almeno 20 punti. Adesso avranno una settimana di riposo per rifinire ancora i meccanismi: la serie contro Toronto o Miami non comincerà prima di domenica (se tra Raptors e Heat servisse gara-7, LeBron e compagni resteranno a riposo addirittura fino a martedì 17).
PIOGGIA DI TRIPLE — Cleveland è la miglior squadra nel tiro da tre di questi playoff. Nelle 4 partite con Atlanta ne ha infilate ben 77, record assoluto per una serie finita con un cappotto (stracciate le 57 con cui LeBron e compagni avevano seppellito Detroit nel primo turno) e seconda miglior prestazione in una serie indipendentemente dal numero di partite (Atlanta ne infilò 79 in 7 gare contro Indiana nel primo turno 2014). I Cavs sono arrivati a 134 triple in 8 partite nella postseason 2016 (i Warriors sono fermi a 91 con lo stesso numero di gare) in cui stanno tirando col 46,2%. JR Smith è il “cecchino” con 31 (tira col 50,8%), Irving e Love ne hanno 28 ciascuno.
DURANT MVP — Se qualcuno l’avesse dimenticato, Kevin Durant è uno dei 5 migliori giocatori del mondo. Forse anche uno dei migliori tre quando gioca come in gara-4 contro San Antonio. KD ha ricordato a tutti quello che sa fare seppellendo gli Spurs con 41 punti, segnando nel 4° periodo più punti (17) dei texani (16) ed eguagliando il suo record nei playoff. Non che San Antonio non abbia difeso: in 19 dei 25 tiri tentati, Durant aveva un difensore a meno di un metro. Ed è comunque riuscito ad infilarne 10. “Spero che nella prossima partita vada anche meglio” ha detto minaccioso a fine gara. E dire che prima di questo show Durant stava viaggiando a 25 punti di media col 41,4% dal campo e il 26% da tre, il suo minimo nei playoff dal 2010.
X-FACTOR — Puoi avere anche la coppia più bella della NBA, ma due stelle da sole non bastano per vincere. Nel successo di Oklahoma City in gara-4, infatti, non ci sono solamente i 41 punti di Durant o il lato migliore di Westbrook (15 assist). Fondamentali i 16 punti con 11 rimbalzi di Adams (che nel piano partita doveva avere pochi tocchi), i 17 dalla panchina tirando 7/11 di Waiters, gli 11 con 8 rimbalzi di Kanter e i 5 nel decisivo 4° periodo di Foye dopo due gare passate a guardare. Solo giocando di squadra, con le due star a fare da traino senza monopolizzare tutto, i Thunder hanno una chance di battere gli Spurs.
A DIGIUNO — Leonard e Aldridge hanno lasciato a piedi San Antonio nel momento del bisogno. La nuova coppia regina degli Spurs nel quarto periodo di gara-4 ha chiuso con un solo punto (Aldridge dalla lunetta), sbagliando i 7 tiri tentati in coppia con Kawhi che ha sparato un inusuale 0/3 dall’arco. Oscurando così i 41 punti complessivi (21 Leonard, 20 Aldridge) in una squadra a cui non è bastato ricordarsi che anche Tony Parker può essere grandissimo. A proposito di digiuno, Tim Duncan ha chiuso senza punti per la prima volta in 249 partite di playoff. E senza nemmeno un tiro dal campo per la prima volta da quando è in NBA. Padre Tempo alla fine si è ricordato anche di lui…

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