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FIRENZE – Manca esattamente un mese al Carnevale 1981 e il freddo mette in ginocchio un’Italia che sta cercando di gettarsi alle spalle il cupo decennio degli anni ’70 volendo ricominciare a godersi il benessere che era stato perso dopo il “boom economico” di quasi 15 anni addietro: l’estate scorsa sono state riparte le frontiere e il triangolo Milano-Cantù-Varese domina il basket italiano riuscendo a far guadagnare prestigio al nostro movimento anche in ambito internazionale mentre un’ondata tanto improvvisa quanto prepotente di “americanizzazione” invade il nostro paese sotto il profilo televisivo, cinematografico, musicale assieme ai primi videogiochi e ai consumi di massa.

A proposito di settori che stanno cercando di risorgere dopo le difficoltà, il calcio é la degna rappresentazione di questa voglia di rinascere definitivamente: siamo giunti alla 15a giornata, nonché ultima, del girone d’andata e la sfida di maggior fascino della domenica (quando tutte le sfide iniziavano alle 14,30 di domenica pomeriggio in inverno e alle 16 dalla primavera in poi) è Fiorentina-Juventus, una sfida che vede contrapposti 2 uomini simbolo di una nazione che sta cercando di confermare la sua impronta capitalista… stiamo parlando del presidente viola Ranieri Pontello (di cui sentiremo riparlare molto in negativo 9 anni dopo, nell’ambito della cessione di Roberto Baggio proprio dalla Fiorentina alla Juve… ma questa é un’altra storia) e l’avvocato Gianni Agnelli, con suo fratello Umberto e il patron bianconero Giampiero Boniperti; le massime autorità sono arrivate allo stadio “Comunale” di Firenze (non lo hanno ancora intitolato ad Artemio Franchi poiché egli é ancora vivo) con largo anticipo intanto che i 50.000 tifosi presenti, fra cui 10.000 juventini provenienti da tutta la penisola, stanno dando vita a scontri violenti sia dentro che fuori dall’impianto in un periodo estremamente instabile e in cui si sta facendo spazio prepotentemente il fenomeno degli “ultras”, le frange estreme e violente del tifo.

Dal punto di vista della classifica sappiamo che i toscani sono al 13° posto in graduatoria e con appena 11 punti (+4 sul Perugia ultimo) e hanno esonerato in settimana Carosi per fare posto all’ex giocatore De Sisti in un momento decisamente delicato e, invece, i sabaudi stanno rincorrendo la Roma e l’Inter nella lotta scudetto sperando di staccare il Napoli dalla coabitazione a 16 lunghezze (-3 dai giallorossi) anche se Trapattoni sta soffrendo molto la continua emergenza offensiva dovuta alla squalifica per 24 mesi di Paolo Rossi in seguito allo scandalo del calcio-scommesse esploso nella primavera precedente oltre al fatto che il giovane Galderisi é continuamente infortunato o assoldato dalla formazione primavera… inoltre non bisogna dimenticare che a novembre é giunta pure la delusione dell’uscita prematura dalla Coppa dei Campioni nei sedicesimi di finale pur sfiorando la rimonta con i polacchi del Widzew Lodz (batosta 3-1 in Polonia e medesimo risultato con delusione ai rigori a Torino: nella formazione biancorossa gioca uno di cui risentiremo parlare in Italia, é il loro capitano e si chiama Zbigniew Boniek ma gli amici lo chiamano “Zibi”…)

Il meteo evidenzia una giornata gelida e gli allenatori hanno le loro difficoltà per cercare di inserire la migliore formazione possibile: i padroni di casa, che non vincono dalla 2a giornata (trasferta ad Avellino finita 2-3) e hanno rimediato solo 6 pareggi da allora (4 in casa e 2 fuori), stanno facendo a meno del difensore Reali e del centrocampista Orlandini, fermati da 2 infortuni, ma possono comunque contare su un 5-4-1 prudente e che si tramuterà in 4-4-2 solo negli ultimi 5 giri di lancetta con l’innesto di Fattori a fare da partner a Desolati

[G.Galli;

Contratto-Ferroni (86′ Fattori)-Galbiati-Guerrini-Tendi;

Restelli-Casagrande-Antognoni (cap.)-Bertoni;

Desolati]

intanto, però, i bianconeri si sono privati del rude stopper Brio, anche lui alle prese con la rottura del ginocchio che lo sta costringendo a restare fuori fino alla 2a metà di marzo: il loro 4-5-1 é quello abituale e con tutti i titolari ma nel finale si passerà ad una mediana esclusivamente muscolare poiché i 2 uomini di maggiore tecnica, ovvero il duo Causio-Brady, saranno tolti per fare posto a un paio di uomini di maggiore sostanza a livello di Prandelli e Verza

[Zoff;

Cuccureddu-Gentile-Scirea-Cabrini;

Causio (74′ Prandelli)-Furino (cap.)-Brady (74′ Verza)-Tardelli-Fanna;

Bettega].

Agli ultimi europei erano ben 9 gli uomini arruolati da Bearzot per gli europei in cui eravamo arrivati quarti dietro a Germania Ovest, Belgio, Cecoslovacchia con il misero bottino di 3 pareggi e la risicata vittoria con l’Inghilterra (con i cecoslovacchi avevamo fatto 1-1 a Napoli per poi perdere 8-9 in rimonta ai rigori: Napoli si rivelerà maledetta per gli azzurri dagli 11 metri, e non solo stavolta…): Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Causio, Tardelli, Bettega (Furino aveva giocato solo i mondiali messicani del 1970 e Cuccureddu, dopo la coppa del mondo 1978, non ha più visto Coverciano) oltre a Giovanni Galli e capitan Antognoni mentre il regista irlandese Brady non si era qualificato e l’ala argentina Bertoni ha perso rapidamente il suo posto in nazionale pur venendo sempre convocato durante le qualificazioni al mondiale spagnolo del 1982 (a cui i suoi si troveranno ad essere detentori).

Le 4 sconfitte da cui vengono i gigliati non aiutano a distendere il clima, ma De Sisti capisce subito che deve cercare di frenare il gioco nemico se vuole favorire il proprio sviluppo della manovra: Guerrini va su Bettega, Casagrande su Brady , Contratto cerca di mettere una toppa sulle discese di Cabrini e Tendi si dedica solo a stoppare Causio… Trapattoni, che non vuole fermare la sua rincorsa, risponde assegnando Desolati a Gentile, Cuccureddu deve solo fermare Bertoni e Furino si deve incollare ad Antognoni mentre Ferroni era stato incaricato di controllare Tardelli ogni volta che si inserisce. In un quadro di marcature così capillare risulta difficile penetrare con l’abilità tecnica, eppure prima Cabrini costringe Galli a deviare in corner un bel tiro-cross e poi Fanna, ampiamente guardato da Galbiati quando si accentra, si vede spedire sul fondo un’ottima punizione di destro con allungo dell’estremo difensore di casa a fil di palo; Bertoni suona la carica incornando di testa su angolo di Antognoni e Tardelli lo imita nell’altra area, ma nessuno dei 2 portieri vuole concedere regali.

All’intervallo giunge la notizia che la Roma sta vincendo 1-0 con l’Avellino dal 24′ per mano di Pruzzo mentre l’Inter é sul 2-1 con il Catanzaro: bisogna dare una smossa alle acque e il punto decisivo giunge al 59’… da fallo laterale di Cabrini, Fanna scambia ancora con il terzino, che crossa vedendosi respingere la sfera da Galbiati e Ferroni, molto poco sveglio, viene anticipato da Fanna, che arriva sul fondo per poi mettere in mezzo su Bettega e la sponda di quest’ultimo favorisce Tardelli, il quale incolla di destro mettendo sul primo palo sentenziando lo 0-1. Da qui vediamo una Fiorentina che si getta all’assalto con più voglia che organizzazione ma riesce a creare con Desolati, su cui Zoff para a terra, e con Bertoni che manda alto un bel destro al volo dal limite dell’area; le notizie dell’1-1 dell’Avellino a Roma e il 2-2 del Catanzaro a Milano certificano che il risultato va solo difeso per fare in modo che i piemontesi si ritrovino a -2 dalla vetta al fischio finale del parmense Michelotti (Roma 20, Inter 19, Juventus e Napoli, vittorioso 1-0 con l’Udinese, a 18)… Verza e Prandelli rilevano Brady e Causio con il solo scopo di proteggere il vantaggio e Fattori entra all’86’ provando ad impensierire la retroguardia piemontese ma ci riesce solo con una punizione dai 30 metri salvata da Zoff.

A fine gara la fiducia dei bianconeri appare ritrovata grazie ad una vittoria che dimostra di essere sulla strada giusta allo scopo di ritrovare quel tricolore che manca dal 1977/78 mentre i fiorentini sperano di aver ripreso a credere di poter fare bene, visto l’organico di buon livello ma decisamente rovinato da un piano tattico inefficace fino a 7 giorni addietro.

A giugno il bilancio sarà insoddisfacente per entrambi malgrado qualche soddisfazione ci sia stata: la Juventus vincerà il suo 19° scudetto superando la Roma per 44-42, malgrado le polemiche per il gol regolare annullato a Turone nello scontro diretto di Torino andato in scena domenica 10/5/1981 sotto una pioggia battente che avrebbe sentenziato il sorpasso capitolino a 2 turni dal termine sfruttando pure un calendario migliore, e la Fiorentina arriverà 5a dietro a Juve, Roma, Napoli, Inter giungendo a -4 dalla Coppa Uefa (36-32) gettando le basi per un immediato futuro, si spera, molto diverso… comune il crudele destino della Coppa Italia: la Roma, vincitrice dinanzi al Torino, faranno fuori prima la Fiorentina nei quarti (0-1 a Firenze con timbro del giovane Di Chiara all’86’ e 0-0 nella capitale) e poi la Juve in semifinale vendicando il torto di campionato (0-1 a Torino, dove si poteva vincere, evidentemente… e poi 1-1 in casa).

Chissà l’avvicinamento a Fiorentina-Juventus quali sorprese ci potrà ancora riservare…

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