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ROMA – A fine gennaio del 1986 l’Italia continua a godersi gli anni più effimeri del II° dopoguerra e si mantiene fra le principali potenze europee sotto il piano economico intanto che oltreoceano la situazione è tutt’altro che piacevole: in Colombia inizia la furiosa guerra civile fra lo stato e i narcotrafficanti appartenenti ai cartelli principali (Bogotà, Medellin e Cali) al netto di un Messico che deve affrontare i danni del pesantissimo terremoto che aveva messo in ginocchio il paese dal 19 settembre 1985…a neanche 8 mesi dai mondiali che si devono svolgere proprio nel paese centramericano.

Intanto, però, il calcio continua a farla da padrone nelle vite degli italiani, e la stagione 1985/86, che fino alla fine del girone di andata aveva visto l’appannaggio della Juventus (12 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta in tutta la prima metà del torneo ma seguita da 3 pari consecutivi in avvio di seconda parte), sta mettendo in mostra 2 realtà nuove per quanto riguarda il campionato: la Roma, che viene da 4 vittorie consecutive e segue i bianconeri a 5 lunghezze di distanza (29 a 24), oltre al Napoli, che non vince in trasferta da dicembre (vittoriosa trasferta in casa del Bari per 2-1) e da allora ha fatto 2 punti in 3 sfide lontano da casa ma non demorde, forte del suo IV° posto a 22 punti (molti dei quali conquistati fra le “mura amiche” del “San Paolo”)…domenica 26 gennaio, nella capitale, va in scena proprio lo scontro diretto fra queste 2 compagini agguerrite.

Cornice e contesto

Fra i circa 65.000 presenti allo stadio “Olimpico” di Roma, troviamo almeno 15.000 sostenitori azzurri, arrivati in massa per continuare il gemellaggio fra le 2 squadre più conosciute e tifate del centro-sud (all’epoca questo era ancora il “derby del sole”, ma a breve le cose cambieranno in peggio…) e fra la gente ci sono anche i presidenti Dino Viola (presente con tutta la sua famiglia) oltre a Corrado Ferlaino, patron dei campani.

Nell’epoca della Serie A a 30 partite con 16 partecipanti e 8 sfide per ogni domenica (tutte in contemporanea alle 15 di domenica), Roma-Napoli la fa da padrone assieme a Juventus-Verona (che finirà 3-0 per i bianconeri, campioni d’Europa, a discapito dei campioni d’Italia…al momento in zona retrocessione e naviganti nella parte bassa della classifica) e Sampdoria-Torino 0-0. Fra i giocatori presenti in campo vi sono Diego Armando Maradona, considerato il miglior giocatore del mondo e che in estate guiderà la sua Argentina alla vittoria del II° mondiale in 8 anni (ad oggi l’ultimo) per i sudamericani mentre il suo connazionale Bertoni resterà a casa dopo aver trionfato nel 1978 in casa…sul loro cammino si troverà anche l’Italia di Tancredi, Nela, Ancelotti, Conti e Bagni (finirà 1-1 alla II° giornata dei gironi) intanto che Boniek, con la Polonia, arriverà fino agli ottavi e verrà sconfitto 4-0 dal Brasile (Cerezo era fra i convocati carioca ma un infortunio gli impedirà di partecipare all’ultimo momento); inoltre, si sa che i romanisti, menomati dalle squalifiche dello stopper Bonetti e del centravanti Graziani, dovranno ospitare l’Atalanta nell’andata degli ottavi di finale di Coppa Italia il prossimo mercoledì ma non ricorrono a nessun turn-over mentre il Napoli dovrà fare a meno di Celestini e Pecci sempre per somma di sanzioni disciplinari ma non ha più l’impegno della coppa nazionale da fronteggiare.

Dominio giallorosso

Da subito si capisce che le marcature sono quelle annunciate pure se i moduli sono diversi (4-5-1 da un lato e 5-3-2 dall’altro): Righetti prende Giordano mentre Maradona viene consegnato a Oddi, Bagni si scontra con Di Carlo mentre Bertoni viene preso in consegna da uno degli altri 2 centrali a rotazione (Cerezo o Ancelotti) e Filardi scala a coprire formando una difesa che, a tratti, appare anche a 6 con lo scopo di fare densità, Bruscolotti prende Conti mentre Ferrario si attacca a Pruzzo e Carannante marca Boniek; La prima occasione capita sulla testa di Pruzzo, che non riesce a segnare su cross di Conti dalla destra al 5′. La Roma insiste a giocare veloce sfruttando dei rapidi cambi di gioco e Cerezo si rende ancora pericoloso al 30′, quando calcia di destro dal limite ma Garella respinge a terra prima che Bertoni, liberatosi in palleggio di Ancelotti su assist da fallo laterale di Carannante, mandi fuori di destro al volo al 32′; poco dopo è la volta di Nela, che incolla di sinistro dal limite dell’area servito da Conti su corner ma Garella salva ancora respingendo pure il tentativo ravvicinato di Cerezo al 35′. Siamo al 38′ quando Garella è ancora protagonista opponendosi ad un errore difensivo di Ferrario ,che si perde Pruzzo ma l’uscita dell’estremo difensore impedisce al centravanti di segnare appena prima del colpo di testa di Cerezo ancora bloccato dal portiere ospite; al 42′ la Roma sblocca la situazione: Gerolin va via sulla destra, triangola con Boniek e realizza mettendo fuori causa Garella con una finta per poi segnare sul primo palo di piatto destro il suo primo gol in maglia capitolina.

Nella ripresa i romani continuano a macinare gioco intanto che anche la Juventus si è portata in vantaggio al 49′ con Platini: la manovra degli uomini di Eriksson risulta sempre più fluida e al 61′ ecco il 2-0…Conti rientra dalla sinistra, serve in verticale l’inserimento di Ancelotti in area e il passaggio del regista romanista mette in condizione Boniek (poi ammonito al 65′ per fallo su Bagni) di battere a rete con il sinistro (IV° gol per lui in campionato, V° in stagione e centesima presenza in Italia). Bianchi capisce che non ha più nulla da difendere e inserisce Caffarelli per Renica mandando Marino a fare il libero e mutando l’assetto dei suoi verso un 4-4-2 con Bertoni e Maradona a illuminare fra le linee intanto che Caffarelli si schiera da ala sinistra mentre Filardi va destra; Eriksson non sta a guardare e corre ai ripari togliendo l’esausto Gerolin per fare posto al giovane Lucci in modo da dare maggiore freschezza al suo collettivo pur mantenendo invariato l’ordine delle posizioni. Giordano manda fuori di destro al volo un bel cross di Maradona al 70′ e al 75′ lo stesso capitano azzurro accarezza il palo su punizione a giro proprio negli stessi minuti in cui arriva la notizia del tris juventino e del pari del Milan (che supera, così, i campani). A fine match vediamo una Juve ancora in testa a 31 punti mentre la Roma insegue a 26 (ormai lanciata verso il duello per il campionato anche grazie alla prima vittoria in casa contro gli azzurri dal 5-1 del 30 ottobre 1983) mentre il Napoli è IV° a 22 con il Milan che lo ha scavalcato a 23 forte dell’1-1 maturato ad Avellino.

La Roma fa mea culpa e il Napoli guarda al domani

A fine aprile (chiusura anticipata per la preparazione dell’Italia, campione in carica, alla coppa del mondo) la Roma concluderà da seconda a 41 punti mentre il Napoli sarà terzo a 39 ma i rimpianti saranno tutti per i giallorossi: appaiata la Juve a 2 turni dalla fine, gli uomini di Eriksson perderanno in casa 2-3 contro il Lecce già retrocesso e saranno sconfitti dal Como già salvo per 1-0 in Lombardia (alla conclusione saremo 45-41 per i piemontesi, che si fregeranno dell’ennesimo tricolore proprio espugnando Lecce per 3-2 dopo aver superato il Milan in casa per 1-0), riuscendo solo parzialmente a consolarsi con la vittoria della sesta Coppa Italia (rimonta per 2-0 sulla Sampdoria dopo la batosta per 2-1 in terra ligure)…una coppa nazionale che i napoletani avevano già lasciato a inizio settembre, quando erano usciti ai gironi estivi per differenza reti alle spalle di Vicenza e Padova (oltre ai ragazzi di Bianchi, anche Salernitana, Pescara e Lecce saluteranno il torneo anzitempo). Il viaggio a ritroso nella storia di Roma-Napoli non è concluso ma la prossima fermata resta segreta…

Il tabellino

ROMA-NAPOLI 2-0

ROMA (4-5-1): Tancredi; Gerolin (65′ Lucci), Righetti, Nela, Oddi; Boniek, Cerezo, Ancelotti, Di Carlo, B. Conti; Pruzzo. A disposizione: Gregori, Giannini, Desideri, Tovalieri. Squalificati: Bonetti, Graziani. Allenatore: Sormani – D.T. Eriksson.

NAPOLI (5-3-2): Garella; Bruscolotti, Marino, Renica (63′ Caffarelli), Ferrario, Carannante; Bertoni, Bagni, Filardi; Maradona (cap.), Giordano. A disposizione: Zazzaro, Ferrara, Favo, Penzo. Squalificati: Celestini, Pecci. Allenatore: Bianchi.

ARBITRO: Magni di Bergamo.

MARCATORI: 42′ Gerolin, 61′ Boniek.

NOTE: ammonito Boniek (R) per gioco scorretto.

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