
MILANO – L’anno 1988 é iniziato lo scorso giovedì e l’Italia si trova accerchiata da un clima gelido come poche altre volte, un freddo che viene mitigato benissimo dal calore della spensieratezza di un popolo che sta vivendo anni effimeri dal pinto di vista economico con un grande sguardo di ottimismo verso il futuro: in particolare é Milano la città che sta vivendo un anno d’oro, provenendo dal “grande slam” cestistico dell’Olimpia, sponsorizzata dalla “Tracer”, di solo un anno addietro e che a primavera otterrà la sua, ad oggi, ultima Coppa dei Campioni (la terza)…i casi di “nonnismo” aumentano esponenzialmente all’interno delle caserme del nostro paese durante il servizio militare obbligatorio al punto da ispirare il grande successo “Soldati – 365 all’alba” (con Massimo Dapporto, Vittorio Ceccherini e Claudio Amendola protagonisti principali).
Inizio anno con abbondanza di grandi partite
Per la tredicesima giornata, la terzultima del girone di andata, prevista con tutte le 8 sfide di Serie A e le 10 di Serie B alle 15,00 di domenica, ci sono molti match degni di cartello: Fiorentina-Roma 1-0 (43′ aut. Collovati), Sampdoria-Inter 1-1 (8′ Ferri; 65′ R. Mancini), Torino-Juventus 2-2 [40′ Crippa (T); 57′ Alessio (J); 66′ Gritti (T); 84′ aut. Rossi (J)] e Milan-Napoli…i toscani sono a centroclassifica, i torinisti in zona retrocessione mentre il Napoli comanda la graduatoria con 21 punti e il gruppo Roma-Sampdoria-Milan-Juventus (minimo con 4 lunghezze di distacco dalla capolista) ricopre la zona coppe interamente. “San Siro” é teatro della sfida di maggior interesse, visto che il Milan é a 16 lunghezze e vincendo potrebbe rilanciarsi in ottica scudetto dando continuità alla vittoria per 0-1 nel derby in trasferta del 20 dicembre con autogol di Ferri ma non vince in casa da Milan-Avellino 3-0 del 22 novembre (successivamente la Roma aveva vinto 0-2 a tavolino grazie ad un petardo che aveva colpito in testa Tancredi sullo 0-0 appena prima che iniziasse la ripresa a Milan-Roma 1-0 firmato da Virdis su rigore all’83’); il Napoli, da parte sua, ha vinto 6 gare su 6 in casa (19 gol fatti e 5 subiti) mentre fuori casa viene da 3 pari consecutivi, fra cui gli ultimi 2 in Lombardia (1-1 a domicilio della Roma, 0-0 a Como e 1-1 a casa dell’Inter nell’ultima sfida fuori dalle mura del “San Paolo”: 6 reti segnate contro le 2 incassate in totale)…la sensazione che hanno tutti i 75.000 presenti allo stadio, fra cui 10.000 napoletani e i presidenti Silvio Berlusconi oltre a Corrado Ferlaino, é che questo possa già essere un crocevia decisivo per la stagione, sapendo che entrambe sono già fuori dalle coppe europee e che mercoledì 6 gennaio, giorno dell’Epifania, dovranno tornare in campo per l’andata degli ottavi di Coppa Italia 4 mesi dopo i gironi estivi. Il Milan dovrà fronteggiare l’Ascoli di Flavio Destro, che si imporrà 0-1 a Milano proprio con timbro del difensore prima di far visita alla Juventus (4 sfide non male: Roma, Inter, Napoli e Juventus in fila…specie parlando in ottica di finale del campionato), padre dell’attuale centravanti del Genoa Mattia, e il Napoli riceverà la Fiorentina per la prima volta su 2 in 4 giorni (il 10 gennaio é prevista la contesa di campionato: finirà 2-3 in coppa e 4-0 in Serie A) in uno scontro fra titani che vedrà opporsi i 2 giocatori più forti al mondo in quegli anni: il capitano del Napoli e dell’Argentina Diego Armando Maradona contro l’astro nascente del calcio italiano Roberto Baggio; il Napoli ha chiuso la sua prima esperienza in Coppa dei Campioni già a ottobre, quando era stato estromesso dal Real Madrid semifinalista ai sedicesimi (2-0 in Spagna e 1-1 in Italia subendo gol su autorete, rigore e punizione: 0 tiri concessi su azione per una vera beffa) intanto che il Milan, a inizio novembre, aveva perso contro l’Espanyol, finalista perdente in Coppa UEFA dinanzi al Bayer Leverkusen (0-2 a Lecce e 0-0 in Spagna…visto che il campo di Milano era squalificato per 2 giornate a causa dei disordini della gara contro lo Zulte Waregem dell’11 dicembre 1985) facendo tremare la panchina dell’allenatore Arrigo Sacchi (si parlerà di un parere contrario al suo gioco da parte dei senatori ma Berlusconi sarà molto chiaro: Sacchi resta e chi vorrà se ne potrà andare ma, alla fine, rimarranno tutti).
Molti nazionali per la prossima estate
In estate vi saranno gli Europei in Germania Ovest e poi le olimpiadi di Seul…a cui parteciperanno molti effettivi, al netto delle assenze dell’attaccante olandese Van Basten (infortunatosi gravemente al ginocchio a ottobre per restare fuori fino a primavera), i difensori di riserva Bianchi e Verga lasciati a casa per scelta tecnica da un lato con il terzino Bruscolotti, scartato per assenza di posti e il centrocampista Romano, limitato da guai fisici dall’altro; l’Italia che andrà in Germania annovererà il libero Baresi, il terzino sinistro Maldini, il regista Ancelotti e il fantasista Donadoni oltre ai terzini Ferrara e Francini con il mediano De Napoli intanto che all’Olimpiade (a cui torneremo dopo quelle di Roma del 1960) saranno presenti Tassotti, Colombo, Evani e Virdis insieme al giovane portiere della Primavera del Napoli Giuliani, ancora Ferrara, Crippa e il bomber di riserva Carnevale con l’Under-21 intanto che Gullit, oltre al suddetto Van Basten, arriveranno a vincere il loro unico Europeo con la loro Olanda (2-0 all’URSS in finale, la stessa URSS che ci aveva estromesso a noi in semifinale con il medesimo punteggio) e a Seul i nostri cadranno miseramente al cospetto sempre della maledetta Unione Sovietica e sempre in semifinale (3-2 dopo i supplementari) ma si assicureranno comunque il quarto posto crollando 0-3 contro la Germania Ovest nella finale di consolazione; discorso diverso, infine, per Maradona e Careca, che non avranno problemi di nessun genere essendo colonne di Brasile e Argentina, privi di impegni estivi dopo la Copa America 1987 e in attesa di quella del 1989.
Impianti tattici e primo tempo
Il 4-4-2 basato sulla “zona” esasperata di Arrigo Sacchi, tecnico emiliano emergente che l’anno passato si era fatto notare in Coppa Italia battendo 2 volte per 0-1 i rossoneri e scelto per continuare il lavoro iniziato da Liedholm, é quello previsto con il solo Van Basten ai box mentre il Napoli si basa su un 4-3-3 più simile al moderno 4-3-1-2 o 4-3-2-1 visto che capitan Maradona e Giordano hanno totale libertà di manovra mentre Careca è il riferimento con le marcature che sono quelle previste: Ferrara-Virdis, Ferrario-Gullit, Filardi-Donadoni, De Napoli-Colombo, Bagni-Ancelotti, Francini-Evani; dalla parte opposta si valuta il rispettivo lato del campo, con Galli a seguire Careca, Colombo su Maradona all’occorrenza e Tassotti a controllare Giordano solo se serve. L’avvio é favorevole agli azzurri, che all’10’ si portano avanti con Careca (quinto gol per lui in campionato e nono sommando i 4 realizzati nel girone di coppa nazionale), servito in posizione regolare da un pallonetto di Maradona a battere l’errato fuorigioco nemico per il compagno carioca, che non può sbagliare punendo Giovanni Galli (ex portiere campione del mondo nel 1982 assieme a Massaro, all’epoca entrambi in forza alla Fiorentina) con una palombella beffarda di destro. Sembra l’inizio di un pomeriggio da incubo per i rossoneri, che vedono scappare i campani temporaneamente a +7 (23-16)…invece il vantaggio ospite sarà la scintilla che farà scatenare l’assedio di casa: Gullit va via sulla destra e crossa per Virdis in area ma il destro del centravanti va alto malgrado l’ottimo anticipo su Ferrara al 15′ e al 19′ ecco il pari, con Tassotti che serve in verticale Gullit, il quale arriva sul fondo e crossa per Colombo al limite dell’area trovando il destro di piatto che sentenzia l’1-1 (per il mediano seconda segnatura stagionale dopo il vantaggio in occasione del 3-0 contro l’Avellino) e il ritorno in classifica a 22-17. Al 20′ ancora Colombo mette in area su Evani, che incorna di testa costringendo Garella al miracolo e sulla respinta corta Virdis colpisce la traversa di sinistro; al 24′ Virdis decide che vuole segnare e ottiene il 2-1 (quarta firma in Serie A e settima aggiungendo anche il gol in coppa nazionale e la doppietta in UEFA contro lo Sporting Gijon) di piatto sinistro in seguito ad un rimpallo a danno di Bagni e Renica che rende vano anche il tentativo di Ferrara di salvare sulla riga di porta…i milanesi, però, non si fermano e spingono ancora di più, con Tassotti che crossa ancora verso Gullit, il quale colpisce il palo destro sempre di testa prima che, al 43′, Filippo Galli costringa Garella ad un altro miracolo in tuffo di testa su scambio corto Ancelotti-Donadoni da corner.
Vantaggio legittimato e vittoria larga
Alla ripresa il copione non cambia e Giovanni Galli deve parare solo su un retropassaggio di testa di Tassotti in anticipo su Careca al 47′. Al 73′ Ancelotti serve in verticale Gullit con un filtrante da manuale e il pallone d’oro del 1987 (alla terza volta che va a segno in campionato da quando é in Italia ma forte di 3 timbri in Coppa Italia e uno contro lo Sporting Gijon al ritorno dei trentaduesimi di Coppa UEFA nella gara rimonta 3-0…unica sfida in cui i suoi riusciranno a realizzare dopo l’1-0 subito in Spagna e la delusione con l’Espanyol al turno seguente) salta Garella per il 3-1 di sinistro cadendo a porta vuota in seguito ad uno scatto fulmineo sul filo del fuorigioco nemico; al 75′ Bigliardi rileva Ferrario e Sola sostituisce Filardi andando a comporre un 5-4-1 con Maradona arretrato a regista, Bagni mezz’ala e Giordano rifinitore per salvare i suoi da un’imbarcata probabile ma al 78′ Ancelotti scambia ancora con Donadoni (anche per lui terzo gol dell’annata oltre agli altri 2 realizzati ad agosto in coppa), che si libera di De Napoli per poi esplodere il destro su cui Gullit inganna Garella esponendolo ad un goffo intervento con la sfera che si infila in rete dopo essergli passata fra le gambe…4-1 e fine di ogni discorso. All’82’ Gullit regala il suo fermaglio al segnalinee e lascia il campo a Massaro, che va a fare l’ala destra con Donadoni che stringe in mezzo, Ancelotti resta in regia con Colombo davanti alla difesa e all’85’ entra pure Bortolazzi per Evani a concludere gli ultimi scampoli con un 4-5-1 molto offensivo, come Sacchi chiede da inizio anno. Al triplice fischio il Milan si gode il ritorno alla vittoria in casa contro il Napoli che mancava dal 2-1 del 3 marzo 1985, gli infligge la prima sconfitta del campionato (l’unica del girone di andata ma non sarà la sola di tutte le 30 partite…) e si porta a -3 dalla vetta a pari punti con la Sampdoria approfittando della sconfitta della Roma a Firenze, del 2-2 nel derby di Torino e del pari fra doriani e interisti (21-18 per gli azzurri al momento). Sacchi parlerà solo di una “buona partita” e di essere convinto che i suoi faranno bene continuando il percorso intrapreso…parole che lette alla distanza fanno abbastanza ridere…
Conclusioni finali
A maggio il Milan vincerà il suo undicesimo scudetto (il primo dopo 9 anni) proprio a danno del Napoli per 45-42 dopo una rimonta delle ultime 5 giornate che si evidenzierà con 3 vittorie e 2 pari rossoneri al confronto con 4 sconfitte e un pareggio dei campani, che cederanno la vetta proprio dopo il leggendario 2-3 nello scontro diretto del 1° maggio 1988: si parlerà di un ammutinamento nello spogliatoio azzurro contro Bianchi da parte di Garella, Ferrario, Bagni e Giordano oltre a presunte pressioni subite dal Napoli da parte della Camorra per eventuali perdite alle scommesse clandestine derivanti da un eventuale bis-tricolore degli uomini di Maradona, che vincerà la classifica cannonieri con 15 timbri in 28 presenze (il secondo in tale graduatoria sarà Careca, con 13 gol in 26 apparizioni e una media di un gol ogni 2 giornate, al contrario dell’argentino…decisamente il miglior attacco del torneo, coinciso nell’unica stagione senza titoli del momento migliore nella storia azzurra), senza scordare gli ingenti affari in comune fra Berlusconi e Ferlaino dal punto di vista edilizio (il primo era a capo della holding “Fininvest” con diramazioni edili ed editoriali mentre il secondo gestiva un gruppo forte dal punto di vista finanziario in tutto il sud del paese). Quanto alla Coppa Italia, i milanisti usciranno ai rigori proprio negli ottavi per mano dell’Ascoli malgrado avessero rimontato nelle Marche lo 0-1 subito in casa mentre il Napoli si arrenderà al Torino finalista (sconfitto dalla Sampdoria ai supplementari) nei quarti (1-1 in Piemonte e rimonta per 2-3, da 2-1, subita in Campania nell’ultimo quarto d’ora). Milan-Napoli, dopo 10 anni é tornata a contare come uno scontro dello scudetto…auguriamoci che il campo e la gara siano all’altezza della propria fama!!
Il tabellino
MILAN-NAPOLI 4-1
MILAN (4-4-2): G. Galli; Tassotti, F. Galli, F. Baresi (cap.), P. Maldini; Donadoni, Colombo, Ancelotti, Evani (85′ Bortolazzi); Gullit (82′ Massaro), Virdis. A disposizione: Nuciari, Costacurta, Mussi. Infortunati: Van Basten. Fuori per scelta tecnica: Bianchi, Verga. Allenatore: Sacchi.
NAPOLI (4-3-1-2): Garella; Ferrara, Ferrario (75′ Bigliardi), Renica, Francini; De Napoli, Bagni, Filardi (75′ Sola); Maradona (cap.); Giordano, Careca. A disposizione: Di Fusco, Miano, Carnevale. Infortunati: Romano. Fuori per scelta tecnica: Bruscolotti. Allenatore: Bianchi.
ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa.
MARCATORI: 10′ Careca (N); 19′ Colombo (M), 24′ Virdis (M), 73′ Gullit (M), 78′ Donadoni (M).
