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ROMA – Come un Fonseca o un Garcia qualunque, come se in panchina non ci fosse uno Special One. La Roma esce in maniera clamorosa e vergognosa dalla Coppa Italia come appunto ai tempi di Fonseca e Garcia. Nemmeno Mourinho riesce a spezzare la maledizione di una competizione divenuta un incubo per i tifosi giallorossi. Dopo l’eliminazione del Milan e del Napoli (proprio ad opera della Cremonese) per la squadra capitolina si era di fatto aperta una strada appetitosa per arrivare ad una finale raggiungibile (l’eventuale semifinale sarebbe stata con la Fiorentina). All’Olimpico va in scena la versione calcistica della sagra degli errori: la formazione iniziale è da brividi con tanti titolari lasciati in panchina. Nel primo tempo ci pensa Kumbulla, in comproprietà con Tahirovic a lanciare Dessers tutto solo davanti a Rui Patricio che non può far altro che stenderlo: rigore e giallo per il portiere portoghese come da regolamento, tra le inconcepibili proteste di Mancini, ammonito nell’occasione. Lo stesso Dessers trasforma il penalty che porta avanti i grigiorossi. La Roma non accampa una benché minima reazione se si eccettua un presunto fallo da rigore su Pellegrini nel finale di tempo. Nella ripresa Mourinho inserisce i titolari ma la frittata è completa con l’autorete di Celik in apertura che di fatto preclude il passaggio del turno ai suoi. Ci sarebbe tutto un tempo da giocare per recuperare ma questa Roma qua davanti è inesistente; entra pure Abraham che trova l’occasione di papparsi un gol tutto solo davanti al portiere avversario, colpendo il palo interno con la porta spalancata davanti. Nel finale il gol di Belotti serve solo per le statistiche, visto che in semifinale ad affrontare la Fiorentina ci va la Cremonese.

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