Giaccherini e Destro illudono il Bologna. Dopo un primo tempo orribile, Candreva su rigore e il bosniaco regalano un prezioso pari in rimonta
Il solito viaggio all’inferno con ritorno in purgatorio. Paradiso sfiorato, le mani di Mirante negano a Keita una rete che avrebbe regalato alla Lazio la vittoria in rimonta. Invece, a Bologna finisce 2-2, primo tempo da libro degli orrori con le reti di Giaccherini e Destro, poi la riscossa griffata da Candreva su rigore e Lulic. Nel mezzo tanta confusione e la conferma che, come dice Pioli, la squadra non «ha ancora deciso che cosa fare da grande». Rimane nona in classifica, tanti rimpianti disseminati in un cammino pieno di svarioni difensivi e di talenti inespressi soprattutto in quel maledetto novembre nel quale ha compromesso molto del suo campionato. Già, perché dalla sconfitta contro la Juve del 4 dicembre, sono arrivate sette partite senza ko, i pareggi con Saint Etienne, Sampdoria, Carpi e ieri, oltre i successi contro Udinese (Coppa Italia), Inter e Fiorentina (in trasferta). Una striscia rassicurante se non fosse che prima sono stati buttati al vento troppi punti e adesso per recuperare posizioni servirebbe accelerare. Tanto.
Al Dall’Ara si è rivisto tutto e il contrario di tutto, dalle sbavature dei centrali Hoedt e Mauricio peraltro poco aiutati dai centrocampisti alla voglia di non lasciarsi andare riprendendosi almeno il pari su un campo difficile per tradizione. E a questo punto non resta che provare a vedere il bicchiere mezzo pieno pensando che, due mesi fa, una partita del genere la Lazio l’avrebbe sicuramente persa. Decisivo è stato l’ingresso all’inizio della ripresa del redivivo Lulic e di Klose al posto degli sconclusionati Parolo e Djordjevic. La punizione telecomandata di Giaccherini dopo soli due minuti e la rete di Destro nata da un sospetto fuorigioco di Gastaldello avevano regalato una prima frazione dominata dalla squadra di Donadoni. Che, poi, ha pagato lo sforzo fisico eccessivo e la volontà dei biancocelesti di risalire la corrente. Prima Lulic ha sfornato l’assist per Klose bloccato fallosamente mentre stava per tirare verso la porta: rosso per Masina e rigore. Candreva ha trasformato col cucchiaio, e cinque minuti dopo, si sono invertite le parti. L’attaccante tedesco ha rifinito per il bosniaco che, arrivato a rimorchio, ha infilato Mirante e regalato il pareggio. Con un quarto d’ora da giocare, l’avversario stanco e ridotto in dieci, sono tornati a galla i limiti di una squadra incapace di cogliere l’attimo. Keita ha sciupato l’unica occasione creata, per il resto solo l’onesta difesa del Bologna fino al fischio finale di Di Bello.
Ora mercoledì i quarti contro la Juve, la bestia nera di Pioli che da allenatore non l’ha mai battuta, e della Lazio (perse tre finali, due Supercoppa e una coppa Italia) negli ultimi due anni. C’è bisogno di un’impresa contro un avversario reduce da dieci vittorie consecutive in campionato, è prioritario ritrovare Candreva, Felipe Anderson e un centravanti (fate voi a scelta tra Klose, Matri e Djodjevic). Solo così si può evitare un’altra delusione con la Vecchia Signora.