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Trasferta tesa nella Repubblica Ceca: la curva Nord contro il divieto della polizia

Jan Palach, ovunque sia, si starà chiedendo cosa c’entri lui, eroe e simbolo della resistenza anti-sovietica della Repubblica Ceca, con una sfida di Europa League tra lo Sparta della sua Praga e la Lazio.

Più o meno lo stesso quesito se lo pone in queste ore l’ambasciatore italiano in quella città, Aldo Amati: “Non so perché – ha detto a Radio Radio – sia stato scelto il monumento dedicato a Jan Palach come punto di ritrovo da parte dei tifosi, un posto diverso da quello indicato dalle autorità locali (Old Town Square, ndr), anche se la distanza tra le due piazze è minima”.

Beh, gli avranno spiegato che per gli ultras laziali, notoriamente di destra, Palach rappresenta una figura anti-comunista e quindi da omaggiare: poi, ci dicono, è anche un modo per tendere la mano a un popolo talmente legato al patriota Palach, oppositore di regime, simbolo di libertà e della Primavera di Praga, da dedicargli appunto un monumento a piazza San Venceslao, una delle più importanti della capitale ceca, il luogo dove lo studente, ventenne, si diede fuoco il 16 gennaio del ‘69 (morì tre giorni dopo). Ma è una ragione secondaria: quella politica è la principale, anche se poi il motivo della trasferta è una partita di calcio e le ideologie dovrebbero restarne fuori.

Di sicuro, si moltiplicano gli appelli affinché domani non si replichi l’inferno di Varsavia 2013 (250 sostenitori biancocelesti fermati, 22 arrestati): «Ai tifosi laziali – sottolinea l’ambasciatore – dico che se vogliono prima rendere omaggio al monumento e poi andare allo stadio, possono chiedere alla polizia e capire se si può fare. L’importante è che si godano una città meravigliosa e che vadano semplicemente a vedere la partita. Chi eventualmente abbia altri programmi, sappia che qui la polizia non scherza».

Ecco, appunto. Basta un fumogeno acceso durante il corteo – scortato dalla polizia – fino allo stadio, distante due chilometri, per far scattare misure repressive che in Italia non sono previste. Certo il comunicato della Nord di lunedì non ha contribuito a rasserenare il clima: “Non ci facciamo imporre il luogo del ritrovo”; poi in serata una nota dai toni più distesi: «Non vogliamo andare contro nessuno, ma scegliere il posto dove incontrarci senza per questo dover correre il rischio di incorrere in problemi amministrativi e penali».

Il corteo dei 1500 tifosi laziali verso lo stadio partirà, come indicato dalle autorità locali, alle 17 da Old Town Square; un’ora prima, alle 16, il ritrovo fissato dalla Curva Nord nella vicina (circa 5 minuti a piedi) piazza San Venceslao.

Insomma, ci sono i tempi e i modi per far conciliare i due raduni. L’importante è che si raggiunga lo Stadion Letna (ora Generali Arena) senza problemi e che si riesca a vedere la partita con un’unica ansia: quella del risultato salva-stagione.

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