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Il club pensa al futuro: Inzaghi in corsa ma la conferma resta in bilico. Sfuma Mihajlovic, resistono Mazzarri e Lippi. E spunta la pista estera

Perché aspettare? Ecco la domanda più gettonata tra i tifosi della Lazio che non si fidano dell’attendismo di Lotito, in passato poco produttivo. Perché aspettare a svelare il nome del nuovo allenatore da cui provare a ripartire? La risposta non esiste o, meglio, c’è la sensazione che Simone Inzaghi sia in ballo, ma ancora sotto esame. Il giovane tecnico ha vinto le prime due partite con Palermo ed Empoli, perso contro Juventus e Sampdoria: il bilancio è di sei punti, la squadra ha dato qualche segnale di ripresa poi si è persa in trasferta, soprattutto a Marassi, dove ha mostrato i soliti difetti di personalità. All’orizzonte Inter, Carpi e Fiorentina, ma è difficile pensare che i prossimi risultati siano decisivi per giudicare Inzaghi. Ha lavorato bene le prime due settimane, ha preparato con attenzione le gare, poi si è incartato quando ci sono state tre partite in una settimana. Che, di sicuro, non ci saranno il prossimo anno e allora le possibilità di Simone di essere confermato ci sono, anche se in calo dopo le ultime prove.

Ormai è certo, la Lazio non farà le coppe europee, ha fallito tutti gli appuntamenti principali (Supercoppa, preliminare di Champions, Europa League, piazzamento in campionato e derby): che cosa ci sia ancora da capire sugli artefici di questo scempio è ignoto. C’è bisogno di una scossa per riaccendere un pò l’entusiasmo della tifoseria (tutti vorrebbero un cambio societario, ma Lotito continua a ribadire che non vuole vendere), una decisione di rottura per far comprendere alla gente che si sono capiti gli errori e non si vuole più ripeterli. La rifondazione deve cominciare proprio dal tecnico, con cui preparare un mercato aggressivo fatto di acquisti importanti e qualche cessione dolorosa solo sulla carta (il primo sarà sicuramente Candreva).

Il nome dell’allenatore sarebbe già un segnale e c’è già una prima certezza: è tramontata nelle ultime ore la candidatura di Mihajlovic. Sinisa tornerebbe a casa, dove ha vinto uno scudetto e tante coppe durante l’epopea cragnottiana, verrebbe di corsa, sarebbe anche stato offerto dall’amico Galliani che lo ha a libro paga per la prossima stagione, ma non convince. Quindi restano in lizza Prandelli (negli ultimi anni si è un pò smarrito), Mazzarri, Ventura e Lippi mentre i «romanisti» Montella e Di Francesco per il loro passato non arriveranno.

E allora ecco spuntare la pista straniera proprio come accadde tre anni fa con Petkovic (intriga Sampaoli, ex Cile, non escludono sorprese dalla Bundesliga o Bielsa). In ogni caso, sono giorni decisivi perché ormai non c’è più nulla di attendere. L’Europa non c’è più e la sconfitta del Milan a Verona di ieri non fa che aumentare i rimpianti biancocelesti per non essere stati in grado di rientrare nella lotta per il sesto posto.

 

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