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NAPOLI – Si chiude così la favola del più grande giocatore argentino di sempre, forse uno dei migliori di tutti i tempi: Diego Armando Maradona si è spento per un arresto cardio-circolatorio alle 17,30 (ora italiana) di mercoledì 25/11/2020 all’età di 60 anni nella sua casa di Tigre, quartiere residenziale di Buenos Aires 3 settimane dopo le dimissioni dall’ospedale in cui era stato operato per un problema al cervello.

Tutto il mondo, o quasi, è concorde di dire che va scisso l’uomo dal calciatore: la sua vita privata non deve interessare e gli esseri umani sono più che soggetti a commettere degli sbagli, ma sicuramente il mondo non potrà mai dimenticare i monologhi eterni di questo immenso artista del pallone fatti su i campi più disparati…da quelli di pozzolana tipo Acerra a quelli dall’erba tagliata, profumata e i riflettori che ti accecavano a livello dell'”Olimpico” di Roma.

Quando si parla di Diego Armando Maradona non si parla solo di un fenomeno, ma anche e soprattutto di un simbolo, il simbolo della rinascita dell’Argentina che voleva risorgere in seguito agli anni della dittatura di Videla prima ancora della riscossa di una città fin troppo bella e ricca di storia ma maltrattata, umiliata come poche a livello di Napoli…alla vecchia corte dei Borbone Diego arriverà nella calda mattina del 5/7/1984 e vi resterà per 7 lunghi anni, a misurarsi con i migliori del pianeta durante una buona fetta del miglior periodo di storia del calcio italiano.

All’epoca la Serie A era l'”NBA del calcio” e Maradona ne era uno dei migliori playmaker…il suo soggiorno campano (assai ricco di contraddittori da calciatore) si conclude il 17/3/1991 per poi avere una seconda parte nel nuovo millennio ma tutti coloro che, in quel tempo, lo videro dal vivo ne hanno un ricordo meraviglioso o anche solo un istante che “el pibe de oro” ha lasciato nelle menti di tutti: Maradona era questo, era un angelo che indossava una divisa da calciatore vendendo sogni ai suoi spettatori.

Napoli gli perdonerà tutto, anche un figlio illegittimo e diversi guai con la droga, ma quello che il mondo non gli perdonerà sarà il fatto di essersene andato così, nel modo meno atteso e il problema meno noto: adios Diego, gracias por todo desde todo el mundo del futbòl.

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