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Sacramento sfiora la clamorosa rimonta a Oklahoma City, ma i Kings cedono 98-95 piegati dai decisivi canestri di Durant. L’azzurro ci mette 16 punti, Westbrook la terza tripla doppia della sua stagione

MILANO — Un minuto. Un altro minuto. Sarebbe bastato tenere duro per l’ultimo conto alla rovescia a Sacramento per centrare la più bella impresa della sua stagione: vincere in casa di Oklahoma City dopo essere stata sotto di 17 punti nel terzo quarto. Invece i Kings tornano dalla rumorosissima casa dei Thunder, che erano clamorosamente riusciti a zittire, con un 98-95 che significa terza sconfitta di fila e quinta nelle ultime 6 partite. La squadra di George Karl tira fuori gli attributi in un devastante quarto periodo costruito sulle irreali invenzioni di Rajon Rondo (10 assist, compreso l’incredibile no-look per la tripla di Belinelli del +7 a 3’06” dalla fine), sulla grinta di Darren Collison e Marco Belinelli, 16 punti ciascuno dalla panchina, e macchiato dagli errori costati la vittoria di DeMarcus Cousins e Rudy Gay, che dei Kings dovrebbero essere l’anima. Oklahoma City si salva ritrovando in tempo il vero Kevin Durant: quello che ammassa 10 palle perse, seconda peggior prestazione in carriera, era il fratello cattivo di quello che negli ultimi 23” piazza prima il canestro del sorpasso definitivo nonostante la buona difesa di Koufos e poi mette i liberi del +3 a 4” dalla fine, dopo che Gay ha inspiegabilmente portato a spasso il pallone per 18” prima di perderlo, mandato in confusione dal muro difensivo dei Thunder. “Quello che ha fatto Rudy in quel possesso non era quello di cui avevamo parlato nel timeout – sbotta coach Karl a fine gara -. Non riesco a capire perché abbia deciso di far scadere il tempo”. Sacramento avrebbe un’ultima chance, un tiro della disperazione che finisce nelle mani di Belinelli. L’azzurro in equilibrio precario e con Waiters in arrivo non trova il ferro, ma fare di più sarebbe stata dura. E l’errore non macchia un’ottima partita, fatta di giocate intelligenti e canestri preziosi.

LE CHIAVI — Oklahoma City (12-8) vince, ma non convince. Westbrook ci mette la terza tripla doppia della sua stagione (19 punti, 11 rimbalzi, 10 assist), KD si ricorda quando serve di più di essere uno dei migliori giocatori del pianeta, in doppia cifra vanno altri 3 giocatori e a rimbalzo non c’è storia (62-41). Ma gli errori sono tanti, troppi, a cominciare dalle 21 palle perse a cui Durant dà un contributo insolitamente alto. Ibaka in panchina per quasi tutto il primo tempo con problemi di falli non ha aiutato, ma il quasi harakiri dell’ultimo periodo fa suonare qualche campanello di allarme a coach Donovan anche se è arrivata la prima vittoria dopo due k.o. Sacramento (7-15) ha ritrovato il vero Rondo ma deve ritrovare Cousins e capire come evitare le amnesie di Gay se vuole davvero correre per i playoff in questo West più aperto del previsto. Boogie, distrutto da Steven Adams, sarebbe uno dei migliori centri in circolazione, ma gira inspiegabilmente al largo dal canestro, spadellando 5/20 al tiro e sbagliando tanto anche in lunetta, compresi i due gravissimi errori a 43” dalla fine che avrebbero portato i Kings sul 97-94. Gay, che fino al 3° quarto aveva stravinto il duello con Durant, va invece in tilt quando conta di più, col possesso finale sprecato ultimo di una lunga lista di errori. “Non è colpa sua se abbiamo perso – prova a difenderlo Cousins -: se io non avessi sbagliato quei liberi… Il nostro problema sono io, sto giocando di merda”. Sacramento intanto continua ad accumulare sconfitte.

Oklahoma City: Durant 20 (6/7 da due, 1/6 da tre, 5/7 tiri liberi), Westbrook 19, Kanter 14. Rimbalzi: Adams 12. Assist: Westbrook 10.
Sacramento: Belinelli 16 (5/7, 1/6, 3/3 tl), 4 rimbalzi, 2 assist, 4 perse e 1 fallo in 25’49”. Gay 20 (6/12, 2/6, 2/2 tl), Collison 16, Cousins 13. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Rondo 10.

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