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Meno 24 ore a Roma-Betis di Europa League, appuntamento in conferenza stampa a Trigoria con Josè Mourinho e Andrea Belotti.

MOURINHO

È una partita difficile, che tipo di difficoltà tecniche si aspetta? Come sta Dybala?
“Dybala sta bene e gioca. La difficoltà è quella di giocare contro una squadra di qualità, con un’identità chiara, un grande tecnico e una filosofia propria che si vede quando gioca. Il Real Betis ha vinto la Coppa del Re e non è facile farlo se non sei una delle tre squadre top, hanno giocatori d’esperienza e che vanno con le nazionali. Sarà difficile per noi e per loro, undici contro undici più 60.000 e speriamo che facciano il loro, la prossima settimana i loro tifosi faranno molto. Il loro stadio li appoggia molto, sono fantastici. Mi fido dei titolari, dei panchinari e dei nostri tifosi”.

Zalewski dove può giocare?
“Può fare più ruoli, può giocare anche sulla fascia come avete visto. Si è trasformato in questo tipo di giocatore, gioca anche con la Polonia che è di un livello alto e gioca in quella posizione. Noi ci sentiamo bene con le sue caratteristiche, se sta in panchina o in campo non cambia nulla, è molto importante per noi”.

Potrebbe essere il tecnico più vincente in Europa in caso di vittoria contro il Real Betis.
“Non è uno stimolo o essere orgoglioso, quando arriva io resterò sempre orgoglioso per la mia carriera. Quando finirò la carriera avrò tante cose da ricordare e da pensare, in questo momento mi interessa vincere la prossima partita e sarà difficile, è un match dal livello alto. Voglio vincere perché abbiamo bisogno di punti, ne abbiamo solo tre e non bastano”.

Abraham e Belotti insieme? 
“Giocatori bravi possono giocare insieme, non è mai un problema. Gli allenatori devono trovare il modo di far giocare insieme i giocatori bravi, per esempio non è che voglia cambiare la tua domanda, all’inizio per tanti di voi e soprattutto per i fenomeni che parlano in radio e non vengono mai qui, sembrava impossibile che Dybala, Zaniolo, Pellegrini, Abraham non potessero mai giocare insieme, purtroppo poche volte li ho avuti a disposizione e hanno fatto bene. Belotti e Abraham sono due giocatori bravi, noi tecnici dobbiamo capire e trovare il modo per farlo, per una squadra giocare contro una buona Roma con Abraham e Belotti non è facile. Ogni partita è un’opportunità, non voglio dire chi giocherà domani, soprattutto quando non ci sono dubbi sulla squadra avversaria. Il Betis è una squadra che ha tanta ricchezza di soluzioni, non sappiamo se faranno cambiamenti in merito all’ultima partita, non lo so se giocherà Iglesias o William José, o Canales o Fekir, non lo so. Il mio collega Pellegrini non dirà nulla e io non dirò nulla. Dico solo che sarà una partita difficile, undici contro undici più 60.000”.

Perché Zaniolo segna molto di più in Europa che in Serie A?
“Gli avversari si preoccupano sempre di Zaniolo, è un calciatore che non è egoista, il suo modo di giocare gli fa prendere delle decisioni individuali, di prendere palla e attaccare i difensori, ma non pensa mai a sé stesso. Zaniolo dà tutto per la sua squadra, è tanto importante in fase difensiva per noi, lui lavora tantissimo ed è normale che non segni 20 gol in una stagione. È un giocatore veramente importante per noi e per noi se segna di meno o di più non è una situazione drammatica. Ha segnato più in Europa che in Serie A… non lo so magari in Serie A le squadre hanno un livello superiore rispetto a squadre di Conference League o Europa League. Il Betis o il Leicester sono di un livello altissimo, però abbiamo giocato con squadre più deboli in Europa”.

Quanto sono importanti le parole di Mancini post Inter-Roma?
“Abbiamo perso contro Atalanta e Udinese quando abbiamo fatto quattro punti con loro l’anno scorso, mentre abbiamo preso quattro punti con Inter e Juventus e l’anno scorso zero. Non abbiamo guadagnato molto, ma dal punto di vista emozionale è stato importante, c’è un feeling diverso. La sconfitta contro l’Atalanta è stata analizzata ed è un ko diverso perché tu esci con una sensazione di superiorità, abbiamo perso ma siamo stati superiori, abbiamo giocato con fiducia. Prima della gara con l’Inter ho messo sul tavolo questa questione, cioè che potevamo vincere o perdere ma con la sensazione almeno di parità e non di inferiorità. L’anno scorso c’era sensazione di inferiorità, quest’anno no perché vogliamo uscire dal campo con una sensazione di superiorità e i giocatori lo stanno recependo. I punti con Inter e Juventus sono punti che portano qualcosa in più, Mancini è un trascinatore è uno che parla al momento giusto e sono contento di quello che è stato fatto”.

Le condizioni di Pellegrini? Perché guarda le partite dal pullman quando è squalificato?
“Non l’ho guardata dal pullman contro l’Inter, ero in un altro posto ed era un bel van. Mi piaceva sentire il rumore dello stadio, si capiva quando era gol dell’Inter, quando era gol della Roma, quando era quasi gol anche senza guardare la panchina. Dentro al van è peggio. Su Pellegrini vediamo, qualche volta sapete più di me, dobbiamo allenarci e sentire anche lui. Sa che la partita è fondamentale per noi, io lo conosco bene e so perfettamente e se dice di no è no perché non ha possibilità, se dice che sarà disponibile mi fido di lui. La fiducia è altissima e aspetto quello che mi dirà, mi fido delle sue parole”.

BELOTTI

Che effetto ti fa tutto l’affetto del pubblico?
“Mi fa molto piacere l’affetto di tutti i tifosi perché penso che si sia capito il mio entusiasmo e la mia voglia di venire qui alla Roma. Nonostante abbia giocato relativamente poco, penso che comunque si veda che sto dando il mio contributo nel poco tempo a disposizione. Allo stesso tempo penso tanto al collettivo, quindi cerco di dare il mio contributo anche quando non gioco perché so che in una squadra, con tante partite e tanti ragazzi, c’è bisogno di una parola, di un conforto e di un aiuto, cerco di essere il più utile possibile”.

Puoi giocare insieme ad Abraham?
“Ci alleniamo secondo le esigenze del mister, siamo sempre focalizzati sulla partita successiva. Dobbiamo solo farci trovare pronti, solo con l’Helsinki per un pezzo di partita abbiamo giocato insieme, se giocheremo insieme sapremo cosa fare perché ci lavoriamo durante gli allenamenti, è sempre una soluzione in più. Sono scelte del mister, dobbiamo farci trovare pronti”.

Se dovessi giocare con Abraham, come potreste integrarvi?
“Quando si affrontano determinate squadre, si pensa a un modo di giocare piuttosto che a un altro. Magari giochiamo in maniera diversa, ma decide il mister. Abraham è un attaccante della nazionale inglese e come ho sempre detto è un’opportunità e uno stimolo personale confrontarmi con lui, per poter giocare devo dimostrarlo in ogni allenamento e partita, sapendo che c’è un attaccante forte devo fare di più. Tutto questo mi dà carica e voglia”.

Ti è servita la pausa per le nazionali a livello fisico?
“Mi è servita tanto per allenarmi, mi sono fermato anche qualche giorno in più perché penso sia stata una cosa che potesse fare bene a me stesso e al mio corpo. Sapevo che sarebbe servito del tempo per recuperare la condizione migliore, ho cercato sempre di fare quel qualcosa in più e adesso posso dire che mi sento bene. Il giudizio, però, lo dà sempre il campo perché le parole se le porta via il vento, conta la prestazione”.

Cosa significa essere allenato da un tecnico come Mourinho?
“Per me è un onore. Mourinho non si conosce adesso, lo conosciamo nel lungo tempo e la sua storia parla da sé come i suoi titoli. La cosa che ti fa più impressione è che, nonostante tutto ciò, ogni giorno ha una voglia di vincere maggiore rispetto al giorno precedente e questa è una delle sue grandi forze e per questo ha allenato grandi squadri. Mourinho ha avuto a che fare con Drogba, Ronaldo e per me può essere solo un aiuto perché può darmi dei consigli per potermi migliorare. Se c’è una cosa utile per me, è giusto che la faccia”.

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