Condividi l'articolo
Il centrocampista in conferenza stampa: «Voglio gli ottavi di Champions League, passare un girone del genere occasione unica in carriera. Lo Stadio? Non credo che riuscirò a giocarci»

ROMA – «La squalifica? Ho parlato per primo, chiesto scusa, se tornassi indietro non lo rifarei ma di più non posso fare. Posso concentrarmi sulle prossime partite, perché domani è molto importante. Lo striscione della Curva mi ha fatto molto piacere, i tifosi sono sempre stati dalla mia parte quando ho passato momenti di difficoltà. Sono stato felice. Promesse non ne faccio, nel calcio non tutto dipende da te, ma domani sera dipende da noi». Così Daniele De Rossi in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Qarabag, decisiva per il passaggio del turno della Roma. «Il match lo prepariamo come tutte le partite importanti che giochi, come un derby, come un Roma-Juve, un Roma-Milan…Uno dei nostri punti di forza di questa stagione è la mentalità, un modo di scendere in campo sempre uguale, per vincere e aggredire».

IL RAPPORTO CON LA CHAMPIONS – Sedici anni fa esordio assoluto con la Roma in Champions: «Il mio rapporto con questa competizione? Serate di grandi gioie e di grosse e cocenti delusioni, anche un paio di brutte figure ma sempre in linea con quella che era la nostra dimensione. Ci sono squadre che sono nettamente più attrezzate, lo sappiamo senza fare troppi voli, ma passare questo girone sarebbe fondamentale per la nostra dimensione europea: ricordo quando abbiamo battuto il Real Madrid, quando eliminammo il Lione, ma non ricordo di aver mai passato il turno in un girone così difficile. Prima passiamo e poi potremo ricordarla come una delle mie serate migliori».

SU SPALLETTI E DI FRANCESCO – «Quando dissi che sarebbe stato complicato per la Roma sostituire Spalletti? Avevo ragione. Era complicato farne a meno, non impossibile. In quei giorni passava come uno sprovveduto, uno che aveva fatto danni a Roma, Qualche casino l’ha fatto, sappiamo tutti cosa è successo, la situazione particolare che si era creata con Francesco, ma aver detto complicato e non impossibile dà valore al lavoro del mister: in questi sei mesi abbiamo fatto meglio di qualsiasi altra partenza, neanche lo Spalletti-bis non aveva iniziato bene come lui. Se fossimo partiti così l’anno scorso avremmo vissuto i primi sei mesi da capolista».

SULLO STADIO – «E’ una cosa molto importante per la Roma, ma si parla di anni e il futuro immediato è questa partita. Nel 2021 avrò 38 anni, mi sembra un po’ difficile arrivare a giocarci, anche se per ora i dati sul mio fisico sono positivi. Ora però è più importante per me guadagnarmi gli ottavi di finale di Champions League». 

SULLO SCUDETTO – «Ho sempre detto che vorrei smettere prima di non farcela più e di non divertirmi più, sarebbe da folli dire “non smetto finché non vinciamo lo scudetto” ma sicuramente se vedessi che qui non c’è possibilità di vincere sarei da un’altra parte».

Lascia un commento