«Tornare alla guida della Nazionale? Se avessi ragionato in termini prettamente economici o di convenienza avrei potuto dire di si, ma non sono fatto così, non mi piace. È una grande responsabilità e devi dar conto a tutta una Nazione e a un movimento calcistico di grande tradizione, importante. Non me la sono sentita».
L’allenatore del Bologna, Roberto Donadoni, ospite a ‘Radio anch’io Sport’ su Rai RadioUno, conferma di esser stato molto vicino ad un ritorno in azzurro. «Qualcuno mi diceva che era una grande occasione di rivincita, io non voglio vivere di rivincite, voglio alzarmi la mattina e dire di aver fatto la cosa che ritengo giusta. Ho fatto una scelta diversa, ho dato la parola a un grande presidente ed è giusto andare avanti così», prosegue Donadoni. Per quanto riguarda i paragoni tra la sua Nazionale, eliminata agli Europei del 2008 ai rigori contro la Spagna nei quarti, Donadoni chiarisce: «La Nazionale di allora veniva da un mondiale vinto e quello va a influire sul metro di giudizio. Ormai quella è storia ed è inutile fare troppi discorsi che possono dare più risalto all’una o all’altra nazionale».
«Peccato che la Nazionale sia uscita un’altra volta ai rigori. Quando si arriva ai rigori tutto può accadere, magari con un pò di freddezza in più anche se è anche vero che nell’economia della partita è lecito dire che la Germania ha fatto qualcosa di più. Gli abbiamo tenuto testa con spirito di sacrificio e coesione poi ci poteva anche stare di passare il turno che tutti ci auguravamo, ma sul campo loro meritavano maggiormente». È il commento al ko degli azzurri ai calci di rigore contro la Germania dell’ex tecnico azzurro Roberto Donadoni.
Sul futuro della Nazionale e delle difficoltà che un ct può incontrare, come ha ricordato lo stesso Conte, l’attuale tecnico del Bologna aggiunge: «Il problema è capire che per la Nazionale c’è la necessità di fare qualcosa di concreto, lavorare a 360 gradi tutti assieme per far si che possa avere uno sviluppo migliore. Il commissario tecnico è solo ed è proprio questo che preoccupa e deve far riflettere. È un discorso che feci io a suo tempo e ora ha fatto Conte, purtroppo le cose rimangono in una situazione di stallo». «Non c’è la voglia di tutte le componenie affinché le cose migliorino e si torna sempre a ripetere le stesse cose. Se si vuole migliorare non si possono fare sempre le stesse cose, è un pò un cane che si morde la coda, tante belle parole ma non corredate da qualcosa di concreto».