I biancocelesti centrano la seconda vittoria consecutiva e superano il Verona 2-1 in rimonta. Ora sono al terzo posto in classifica
La Lazio si fa bella, sarà la voglia di tornare a vincere in trasferta. La preda designata è l’Hellas Verona, disperata alla ricerca della prima vittoria in campionato, senza Toni e Pazzini lì davanti. L’ultimo successo biancoceleste lontano da Roma datato 31 maggio, col Napoli a regalarsi la Champions poi buttata via.
C’è Biglia a dirigere il traffico, torna dopo l’infortunio e si riprende la regia. Pioli ha capito per bene che il progetto giovani funziona, o quantomeno che è il caso di affidare loro le chiavi della squadra. Anderson di nuovo Felipe, Milinkovic-Savic sale in cattedra, Kishna fa le scarpe a Keita: eccolo il tridente alle spalle di Djordjevic.
Altro che Lazio brutta, sporca e cattiva come nella vittoria col Genoa. Bella, aggressiva, certamente sfortunata. Ma che sa prendersi con le unghie e con i denti un’altra decisiva vittoria. Piovono occasioni, per i biancocelesti. Stregata la porta dell’Hellas, irreprensibile Moras a murare la difesa. Sembra la fotocopia di un’altra sciagurata partita, quella con il Grifone di un anno fa: era il 21 settembre, al Ferraris la Lazio regala una straordinaria prestazione ma Pinilla la punisce a tre minuti dal triplice fischio.
Tentano il colpaccio Djordjevic e Milinkovic-Savic, tra i più pericolosi. Felipe è scatenato, nonostante un guaio muscolare accusato nel riscaldamento. Ha il piede caldo, regala siluri dalla distanza, nella ripresa quasi bissa la sua ultima magia a sfiorare il pareggio. Perché in vantaggio, nonostante le tante chance, ci vanno gli scaligeri. One shot, one gol. Concreto l’Hellas Verona, solo fatti e poche chiacchiere. E infatti Viviani dà il la, Gomez rintrona la traversa ed Helander infila di testa grazie alla dormita della difesa biancoceleste. Il copione non sarà troppo diverso, da lì in poi. Halfredsson scippa letteralmente il colpo di testa decisivo a Milinkovic, Djordjevic si divora il gol da pochi metri. Per il serbo poi entra Keita, e cambia la partita.
Fa tutto l’arbitro Giacomelli, nel bene e nel male. La Lazio aveva alzato subito la voce, gonfia la rete Djordjevic, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma il fischietto aveva già suonato per un fallo (dubbio) di Parolo su Moras. Gridano ancor di più i biancocelesti quando Helander stende in area Felipe Anderson lanciato in velocità: forse non limpidissimo, ma il calcio di rigore poteva starci eccome. Premio di consolazione appena Keita tocca il suo primo pallone, Sala lo atterra e stavolta Biglia mette il pallone sul dischetto. Tiro, gol. E mentre la Lazio le prova tutte per prendersi la vittoria, Mauricio si becca il doppio cartellino giallo e l’espulsione. Niente paura, ci pensa Parolo, mi han detto così. Ancora Biglia, la appoggia e il centrocampista scarica un siluro per il primo gol stagionale. Su di giri Pioli, seconda vittoria consecutiva dopo tredici giornate e finalmente successo in trasferta. Si rilancia la Lazio, ora al terzo posto.