ROMA – C’è un nuovo motto a Formello: «Io ci credo». Niente americanate, Inzaghi non urla «Yes, we can», ma scandisce bene l’italiano nel lavaggio del cervello dei giocatori biancocelesti: «Dovete ancora avere la voglia di vincerle tutte». Poco importa che il destino della Lazio sia appeso anche alla finale di Coppa Italia del 21 maggio: se dovesse vincere il Milan con la Juve, non basterebbe più nemmeno il sesto posto. Questo è un altro discorso, finché rimangono sei giornate, c’è speranza. E guai a farsi inghiottire dal rimpianto di non averci provato a tutti i costi.
Oggi Inzaghi costruisce anche il suo futuro, del domani in panchina nemmeno lui ha alcuna certezza. Il debutto dei record non lo ha montato, dopo Palermo c’è l’Empoli all’Olimpico per rosicchiare altri punti al Milan, ora a -4. Il calendario sino al gong è double face, la difficoltà di ogni gara potrebbe aumentare o diminuire strada facendo, scandita dal ritmo degli up e down in classifica. Sia il Milan che il Sassuolo sembrano aver rallentato la loro marcia: i rossoneri hanno addirittura esonerato Mihajlovic e bisognerà vedere la reazione che avrà la squadra con Brocchi.
Insomma, i presupposti per puntare l’Europa League ci sono.
