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E’ bella la Lazio dei giovani. I biancocelesti superano il tabù Genoa con un secco 2-0 che non ammette repliche, dopo 4 anni di sconfitte contro il Grifone. Felipe, Milinkovic e Kishna illuminano la notte dell’Olimpico e i biancocelesti tornano alla vittoria dopo il ritiro punitivo: segna anche Djordjevic, il bomber a secco dal derby dello scorso maggio e la Lazio ritrova con un colpo solo gioco, vittoria ed entusiasmo.

LA CRONACA

La Lazio cambia 6 effettivi degli 11 che hanno subito 5 schiaffi a Napoli e Pioli torna al 4-2-3-1. Marchetti tra i pali; Basta, Gentiletti, Mauricio e Lulic in difesa. In mediana Parolo e Cataldi, mentre sulla trequarti Anderson, Milinkovic e Kishna sono a supporto del recuperato Djordjevic. Gasperini risponde con il solito 3-4-3: Lamanna in porta, linea difensiva con Marchese, Burdisso e De Maio. Sulle fasce Cissokho e Laxalt, in mezzo Rincon e Tachtsidis e davanti Perotti, Ntcham, e Pandev. La Lazio parte bene, con voglia e caparbietà, ma è il Genoa ad avere le prime occasioni: due volte Rincon va vicino al gol, prima con un palo interno a Marchetti battuto, poi con un tiro centrale dal limite dell’area. Rossoblù ancora pericolosi al 28’ con un destro da fuori di Ntcham, palla fuori di un soffio. La prima grande occasione per la Lazio arriva solo al 32’ con Milinkovic-Savic, che arriva per primo di testa sul bel cross di Kishna: il serbo però non ripete il gol già messo a segno con il Dnipro e trova sulla sua strada un superbo Lamanna.

E’ il preludio al gol, che arriva appena 2 minuti dopo: Lulic pesca al centro Djordjevic, che scatta sul filo del fuorigioco e di testa segna il più facile dei gol. Al 39’ ancora pericoloso l’autore del gol, stavolta su punizione, ma la sua conclusione mancina a giro esce di poco sopra la traversa. Finisce così un primo tempo con un buon Genoa e una Lazio non al meglio, brava però a sfruttare le occasioni e cinica a segnare nel suo momento migliore.

La ripresa si apre con un doppio cambio per il Genoa: Capel e Dzemaili prendono il posto di Ntcham e Tachtsidis, ma in campo c’è solo la Lazio. Al 55’ numero di Felipe Anderson che se ne va in mezzo a due e viene steso da Cissokho: secondo giallo ed espulsione per l’esterno genoano. Gasperini si dispera e cambia ancora: Figueiras prende il posto di uno spento Perotti, ma nessuno del Grifone si accende. Il 62 è il minuto della rinascita della stella biancoceleste: numero 10 sulle spalle, tiro a giro sotto l’incrocio e Felipe Anderson torna a sorridere. Un arcobaleno che riaccende sogni e speranze, una rete che mancava da ben 5 mesi, da quel Lazio-Empoli 4-0 che fu il punto più alto della bella squadra di Pioli.

La Lazio si scioglie e va sul velluto. Belle giocate e intese che sembrano tutto d’un tratto affinate. La migliore è quella di Milinkovic, che libera Felipe Anderson in area con un tacco. Il brasiliano supera Burdisso con una giocata di suola e centra teso in mezzo per Kishna: provvidenziale, però, l’anticipo di Marchese che libera l’area. Intanto Pioli opera il primo cambio: Keita rileva Djordjevic e pochi minuti dopo, all’82’ sono proprio Milinkovic e Anderson ad uscire per far posto a Mauri e Morrison. C’è ancora il tempo per vedere il brutto gesto di Pandev, che colpisce con una gomitata Mauricio: espulso anche lui e Genoa che finisce in 9. Rizzoli concede 4 minuti di recupero, ma sono inutili ai fini del risultato. Torna la Lazio e tutti sorridono, ora serve quella continuità che fino ad ora è mancata, soprattutto lontano dalle mura amiche dell’Olimpico. A Verona vedremo se questa Lazio è davvero guarita.

Giorgio Marota

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