I biancocelesti crollano di nuovo al San Paolo: 5-0 senza combattere. Higuain e Insigne infieriscono sulla difesa. In otto partite subiti 16 gol
ROMA – Senza parole. Senza scuse. Senza difesa. Senza idee. Senza gioco. Senza Lazio. Il Napoli rifila cinque gol a una squadra lontana parente di quella che il 31 maggio aveva violato il San Paolo prendendosi il posto ai preliminari di Champions. Come contro il Chievo, la banda di Pioli si consegna al nemico e Sarri vince così la sua prima di campionato, rilancia un gruppo che ha davvero tanta qualità in attacco.
La solita doppietta di Higuain (11 gol in 8 partite contro la Lazio da quando è al Napoli) che, quando vede i biancocelesti, ritrova la mira migliore, i sigilli di Insigne, Allan e Gabbiadini a certificare una vittoria netta e meritata in una gara senza storia (5-0 e tanti olè del pubblico). Per la Lazio sono quattro sconfitte in otto partite ufficiali e una vagonata di gol subiti che fanno scattare il campanello d’allarme. Altro che elettrochoc, qui servirebbe uno psicologo (uno bravo bravo) per capire che cosa stia accadendo. Qualcuno gioca controvoglia (sbagliato trattenere chiunque a dispetto dei santi), altri sono distratti e fuori forma e Pioli dovrebbe cominciare a spiegare il perché di un’altra notte da incubo. Tempo per rialzarsi c’è ma c’è bisogno di un intervento immediato della società per richiamare giocatori e tecnico alle loro responsabilità. Che vergogna.
SAGRA DEGLI ASSENTI – La Lazio riesce a centrare un record poco prestigioso: dopo solo quattro partite ha tutta la spina dorsale della squadra ferma ai box. Al San Paolo non ci sono De Vrij, Biglia, Candreva e Klose, i migliori giocatori nella rosa biancoceleste, un primato poco invidiabile che toglie a Pioli risorse fondamentali per sfidare il redivivo Napoli di Sarri, reduce dall’abbuffata europea contro un modesto Bruges. Il modulo è una novità con Mauri a lavorare alle spalle dei due attaccanti Matri e Keita. Quarta panchina consecutiva in campionato per Felipe Anderson così come resta fuori Milinkovic-Savic, reduce dall’ottima prova col Dnipro. Il tecnico di casa sceglie Insigne dietro alla coppia Higuain-Callejon con uno schema speculare a Pioli. In regia conferma per Jorginho al posto di Valdifiori.
MODELLO CHIEVO – La partenza è la stessa della precedente gara esterna di campionato, una squadra stanca, senza idee e soprattutto senza grinta. Come contro i veronesi la Lazio ci mette una mezz’ora a regalare certezze all’avversario e a dare la sensazione di non essere in grado reagire alle avversità che la partita le propone. E così Higuain sbaglia la prima azione (Marchetti fa una parata quasi involontaria), non la seconda con un assist involontario di Matri e fa 1-0 dopo meno di un quarto d’ora. Nel mezzo Keita fallisce dal dischetto del rigore un gol facile facile ma è l’unica volta che i biancocelesti arrivano alle parti di Reina. Poi solo Napoli, Lazio inguardabile, quasi un allenamento del giovedì non una sfida di serie A. Quando l’arbitro Amato fischia la fine del primo tempo è una liberazione per giocatori e tecnico (stessa cosa nella ripresa): davvero una delle peggiori prestazioni degli ultimi tempi.
RIPRESA FOTOCOPIA – Subito due cambi per Pioli che conferma con le sue scelte di aver sbagliato la formazione. Dentro Felipe Anderson e Milinkovic-Savic per gli spenti Lulic e Mauri. Ogni volta, però, che Higuain affonda, la Lazio va in barca: prima costruisce la terza rete di Insigne e al 13’ mette al sicuro la solita doppietta contro i biancocelesti prima di uscire per la standing ovation dei 20.000 del San Paolo. Torello e accademia vera danno la sensazione di impotenza che si ha osservando giocare la squadra di Pioli di questi tempi: 16 i gol subiti nelle 8 gare giocate finora. Tutti in castigo a riflettere sull’ennesima batosta subita in uno sgangherato avvio di stagione.
