Quarto successo consecutivo per i biancocelesti
L’urlo di Keita accende quello di tutto l’Olimpico. È il man of the match, il giovane spagnolo, non ci sono dubbi. Come a Verona, entra e riesce a sbloccare una partita prevedibilmente complicata, contro un Frosinone avvelenato e desideroso di regalarsi un debutto da sogno all’Olimpico. E la squadra di Stellone ci va anche vicino, facilitata dagli infortuni biancocelesti: Marchetti (ferito allo zigomo) e Basta (lussazione della spalla) costretti a uscire, più Lulic, rimasto in campo nonostante i crampi per oltre 20 minuti e Djordjevic, anche lui colpito allo zigomo.
Sembra una serata stregata, poi però entra Keita, al 61′ sullo 0-0, e succede ciò che sintetizza Mauri su Twitter a fine gara: “Bum, bum. 2-0, tre punti e andiamo”. All’80’ il classe ’95 annienta il fortino avversario con un diagonale chirurgico e in pieno recupero avvia il contropiede che propizia il 2-0 di Djordjevic: “Provo sempre a essere decisivo – dice Keita al triplice fischio – per mettermi al servizio della squadra: ho cercato di dare velocità e imprevedibilità, sono orgoglioso di esserci riuscito”.
Già, perché con le sue qualità la Lazio è riuscita a centrare la quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa: “Dovevamo vincere – continua l’ex Barcellona – e non è stato semplice. La classifica? Guardiamo solo noi stessi e pensiamo una partita alla volta”. Ma ripartendo da questa prestazione. Di carattere, come sottolineato platealmente da Cataldi sotto la Nord dopo l’1-0: “È stato un gesto istintivo, perché queste partite sono complicate e si rischia di prenderle sotto gamba. Siamo stati bravi a restare concentrati fino alla fine”.
