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Allo storico venditore di noccioline è stato vietato l’accesso allo stadio per mancanza di licenza, lui scoppia a piangere davanti ai cancelli. E parte l’appello dei tifosi e della città

MILANO – È una storia che sa di calcio antico. A Roma quasi nessuno conosce il suo nome, ma chiunque abbia frequentato l’Olimpico (Roma, Lazio, concerti o rugby non importa) almeno una volta sa chi è “Er Nocciolinaro”. Uomo magro ma con braccia muscolose, enormi baffi, età indefinita, praticamente da sempre (ufficiosamente cinquant’anni) vende noccioline nelle due curve dello stadio. Parla poco, molto spesso lancia i pacchetti e si diverte a far vedere le sue qualità acrobatiche, ma da qualche settimana non si vede più. Abbonato sia alla Roma sia alla Lazio, sembra non abbia mai avuto licenza di vendita e adesso che le regole si sono fatte più ferree gli viene vietato l’accesso. E lui, prima della partita della Roma contro l’Udinese, era davanti ai cancelli a piangere.

L’APPELLO – Tanto che l’appello partito dai tifosi della Roma: “Fatelo lavorare”, è dilagato a macchia d’olio nelle radio e nei social della città. E in tanti stanno cercando di capire cosa fare per aiutarlo, lui che ha visto dal vivo gli scudetti di Roma e Lazio, i Mondiali del 90, l’Olimpico rifatto e gran parte degli eventi sportivi della capitale. Sembra si chiami Rolando (ma non ci sono certezze) e quasi nessuno sa dove trovarlo: “Non è mai servito saperlo. Quando c’erano le partite era allo stadio – uno dei tanti commenti sui social -. L’Olimpico era casa sua”.

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