La sconfitta contro gli Usa chiude la carriera in nazionale di Manu, il simbolo della Generacion Dorada che ha portato l’albiceleste in vetta al basket mondiale. “Volevo lasciare con una medaglia, ma è stata una notte emozionante”
RIO DE JANEIRO — Manu Ginobili ha giocato la sua ultima partita con la nazionale argentina. A 39 anni è il simbolo più alto della Generacion Dorada, il gruppo di giocatori che ha dominato il basket sudamericano per anni spingendosi a vette inimmaginabili dal 2002 al 2008, dal secondo posto al Mondiale di Indianapolis al bronzo di Pechino, passando – si fa per dire – per l’oro olimpico di Atene 2004 che noi italiani ricordiamo bene.
“UN REGALO” — “Sono triste perché avrei voluto lasciare con una medaglia e non in questo modo”, dice la stella degli Spurs, 4 titoli Nba, dopo la sconfitta ai quarti di finale contro Team Usa. “E’ una notte che mi emoziona per quello che mi lascia, per tutti i ricordi che porterò dentro di me. Siamo stati penalizzati da un girone equilibratissimo, con quattro squadre a pari merito e un tabellone che ci ha fatto finire subito dalla parte degli Stati Uniti. Un peccato, però se penso che non dovevo nemmeno esserci a queste Olimpiadi posso solo dire grazie. E’ un regalo che il basket mi ha fatto, e che apprezzato molto: sono stato fortunato a vivere quest’avventura”. Poco dopo Mike Krzyzewsky, coach di Team Usa, gli rende omaggio così: “Nessuno ha rappresentato l’Argentina come Manu. E’ un Hall of Famer. Dobbiamo tutti dirgli grazie”.
