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ROMA- Totti, ancora Totti, sempre Totti, fortunatamente Totti… Scrivere un articolo che incensi l’immensa carriera di Francesco Totti, è quanto di più semplice si possa fare: si potrebbe partire dai suoi 300 e passa gol con la stessa maglia, oppure dall’amore giurato in maniera eterna per questi colori quando avrebbe potuto scegliere lidi che gli avrebbero garantito più successi e anche più soldi e invece no. Oggi parliamo del parafulmine Francesco Totti. Al momento in cui nella gara di ieri col Cesena l’arbitro Maresca di Napoli, ha indicato al 95’ circa il dischetto del rigore nessuno e dico nessuno al mondo ha pensato ad un giocatore diverso da lui. “Questa è roba per il Capitano” ha tuonato la mente di tutti quelli che o dallo Stadio Olimpico, o attraverso la Tv o la Radio o siti internet, app per smartphone o chissà cos’altro, erano intenti a godersi il match. Si perché questa è realmente “Roba per il Capitano”. Tanto per rimembrare a chi magari ha la memoria corta: basta andare a ritroso nel tempo e ricordare per esempio il Roma-Samp più lungo della storia del calcio, in cui una fitta pioggia costrinse l’arbitro a sospendere la partita per un’oretta circa con la Samp avanti 1-2; beh alla ripresa del gioco dopo che l’Immenso aveva pennellato il cioccolatino col quale Dzeko aveva rimesso il punteggio in equilibrio, fu proprio lui a siglare il rigore del successo giallorosso a tempo scaduto, tanto che non si riprese neppure a giocare. Per tornare al campionato scorso in un Roma-Torino coi granata avanti di 1 gol, il Capitano che la rovescia in 5 minuti scarsi con il rigore all’ultimo secondo dopo aver segnato il pari 10 secondi dopo aver messo i tacchetti nell’erba dell’Olimpico; per arrivare fino a quell’indimenticabile Italia-Australia del 2006 al mondiale in Germania, in cui il suo rigore finale, regalò il passaggio del turno ai nostri, per quella che poi diventò una vera e propria cavalcata trionfale. Potremmo continuare per ore sviscerando nei meandri di queste 20 e passa stagioni, in cui Francesco Totti, ha fatto il suo e pure quello degli altri, caricandosi spesso il peso delle responsabilità addosso, sgravandone i compagni di squadra. E’ questo uno dei tanti motivi per cui Totti mancherà al calcio almeno tanto quanto il calcio mancherà a lui: perché lui è innamorato di questo sport tanto quanto chi ama questo sport è innamorato di lui. Al di là dei colori della maglia, del tifo e della fede. E allora cento di questi giorni (anzi anni) Capitano…

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