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ROMA – «Le forze di sicurezza dovranno gestire il problema delle barriere. Dal primo giorno abbiamo ritenuto di lavorare per misurarlo, perché lo stadio che pensiamo è senza barriere. Sui iniziativa dei ministri competenti e del ministro Luca Lotti si è deciso di fare un passo avanti sul tema. Si elimineranno le barriere a breve, non so la data precisa ma decide la questura». Lo ha detto il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni all’università Luiss nel corso della presentazione del bilancio d’impatto della società. A confermare la notizia anche il presidente del Con Giovanni Malagò: «Il Coni è è proprietario dell’Olimpico ed è stato pre allertato per abbattere le barriere. Siamo in attesa della disposizione».

Nel tardo pomeriggio la Roma ha presentato il primo bilancio d’impatto del club all’università Luiss. Presente il presidente del club James Pallotta, il direttore generale Mauro Baldissoni, il numero uno del Coni Giovanni Malagò e il dg dell’Università Giovanni Lo Storto. Il documento, redatto da ItaliaCamp Srl con il supporto accademico del centro di ricerca Luiss Governance & Sustainability è la prima esperienza di una società calcistica che misura la propria capacità di generare impatto sociale, integrando le tradizionali metriche di valutazione aziendale e dotandosi di innovativi strumenti di analisi. «In una realtà come la Roma è importante il per chi si lavora. In uno dei primi dialoghi con Pallotta mi sentii dire: “Abbiamo acquistato la Roma ma non ne saremo mai proprietari, ma i custodi di ciò che la Roma rappresenta” – ha detto Mauro Baldissoni ad una platea di 500 persone tra ospiti e studenti -. Quello di cui siamo sicuri è che la Roma sia una piattaforma sociale che fa riferimento ad una comunità. Per questo chi la acquista si ritiene un custode. Possiamo definirla senz’altro una realtà in grado di produrre, contenere e trasferire le emozioni di una comunità». Al termine del suo discorso Baldissoni ha letto una lettera del nipote di Attilio Ferraris IV, centrocampista giallorosso nella Roma del 1938/39.

PALLOTTA E LA COMUNITÀ – Il Bilancio d’Impatto è la prima esperienza di questo genere fatta in Italia. James Pallotta ne ha spiegato il significato: «Con questo progetto abbiamo voluto avviare un percorso strutturato di avvicinamento all’innovativa metodologia di misurazione dell’impatto sociale, consapevoli che ogni società non possa esimersi dall’obbligo morale di esercitare un ruolo attivo a favore delle comunità in cui opera». Ha preso la parola anche il presidente del Con Giovanni Malagò: «Non è un problema di essere dispiaciuti per la mancata candidatura alle Olimpiadi, ma è una ferita grave. Non so se il tempo rimarginerà questa ferita. Quando qualcuno ha sostenuto la tesi : “Ma quella operazione costa 1 miliardo di euro” io rispondo che a me non piace la parola costa. Io faccio un investimento per migliorare la vita delle persone, nel nostro mondo questo numero non si può fare. Io penso che nello sport è il porta bandiera di questo valore.

IL BILANCIO D’IMPATTO – Questo nuovo strumento valorizza la trasparenza e le attività realizzate per i suoi stakeholder e per la città di Roma, misurandone le potenziali esternalità in chiave sociale, occupazionale, ambientale, culturale ed appunto economica. L’analisi si è focalizzata su quattro aree: attività educative e formative per i giovani, storia del club e brand identity, rapporto con i tifosi e ruolo della Società sportiva in veste di ambasciatrice virtuosa della città di Roma. Dodici gli indicatori individuati per i quattro campi di analisi, che hanno permesso di mappare i 30 principali stakeholder della Società. Dal Report è emerso che, in base agli indicatori scientifici e accademici utilizzati, il valore dell’impatto prospettico prodotto dalle attività di AS Roma al termine del biennio di implementazione del modello impact (nel biennio 2015 – 2017) è stimabile tra i 10 e 15 milioni di euro.

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