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Nella tiepida primavera del 1999 la Pasqua é passata da appena una settimana mentre la Francia si prepara a ospitare l’europeo di pallacanestro della prossima estate che l’Italia vincerà per la seconda volta quando il 3 luglio batterà 64-56 la Spagna a coronamento di un cammino in cui cadranno contro di noi tutte le principali accreditate tranne i padorni di casa…proprio la Francia si sta ancora godendo il mondiale di calcio vinto l’estate passata davanti al Brasile e intanto il campionato di Serie A va avanti con la giornata n.28 da giocare: la classifica recita, a inizio turno, Lazio 56 punti; Fiorentina 50; Milan 49; Parma 48; Roma, Udinese 42; Juventus 41; Bologna, Inter 39; Cagliari 33; Perugia, Venezia 32; Bari 31; Piacenza 28; Sampdoria, Vicenza 26; Salernitana 24; Empoli 18; sul fronte delle gare previste, invece, di cui 8 su 9 sono alle 15,00 di domenica, troviamo Fiorentina-Bari 2-2 (41′ Costa R.; 66′ Osmanovski; 72′ Padalino; 89′ Guerrero), Milan-Parma 2-1 (39′ Balbo; 59′ Maldini, 72′ Ganz), Cagliari-Udinese 1-2 (43′ Jorgensen, 61′ Walem; 81′ Kallon), Juventus-Bologna 2-2 (17′ Inzaghi F.; 34′ Kolyvanov, 52′ Cappioli; 81′ Di Livio), Salernitana-Inter 2-0 (8′ Di Michele, 90’+1 Giampaolo), Piacenza-Perugia 2-0 (90′ Lamacchi, 90’+2 Inzaghi S.), Sampdoria-Venezia 2-1 (6′ rig. Montella; 52′ Valtolina; 72′ Caté), Vicenza-Empoli 2-0 (51′ Negri, 73′ Otero) mentre il posticipo domenicale delle 20,30 é l’atteso derby della capitale Roma-Lazio.

Calendari e delusioni

Proprio la stracittadina prevista a sera é la sfida più interessante oltre a Milan-Parma…e all'”Olimpico” arrivano 80.000 persone fra cui ben 35.000 laziali con scontri violenti già prima della gara mentre sugli spalti si parlerà solo di coreografie e sfottò non sempre simpatici: i presidenti presenti in tribuna sono Franco Sensi e Sergio Cragnotti, che oltre ad essere colleghi in affari, stanno anche nello stesso schieramento federale, ovvero quello del centrosud in cui sono capi assieme a Cecchi Gori nella “lotta” contro il “quadrato” del nord Juventus-Milan-Inter-Parma. Inoltre va detto che, se la Roma é già fuori da ambo le coppe: a novembre l’Atalanta li aveva fatti fuori ai rigori per 4-5 fuori casa dopo un doppio 1-1 e in Coppa UEFA sono usciti ai quarti nel mese di marzo dopo un doppio 2-1 subito dall’Atletico Madrid semifinalista pur tra mille polemiche al ritorno per un gol regolare annullato e un rigore negato a Delvechcio, un espulsione inesistente per Womé prima di una rissa finale negli spogliatoi mentre la Lazio é uscita ai quarti di Coppa Italia contro i semifinalisti dell’Inter (vittoria 2-1 in casa e sconfitta 5-2 fra mille emozioni a Milano) ma a inizio stagione (29 agosto 1998) aveva vinto la prima Supercoppa Italia alla prima partecipazione vincendo 2-1 a Torino contro la Juventus nel recupero e da 4 giorni ha fatto 1-1 in casa della Lokomotiv Mosca per l’andata della semifinale di Coppa delle Coppe (anche qui prima partecipazione in assoluto) con il ritorno da giocare in Italia il 22 aprile…finirà 0-0 e i romani andranno in finale per giocare contro il Maiorca a Birmingham il 19 maggio (il loro percorso li aveva visti passare il primo turno contro il Losanna facendo 1-1 e 2-2, poi contro il Partizan Belgrado ecco lo 0-0 in casa con vittoria 3-2 in trasferta per proseguire con un rotondo 4-0 in casa del Panionios condito dal 3-0 fra le “mura amiche” per un 7-0 totale).

Tattiche semplici, abbastanza infortuni e una marea di campioni

Va detto che gli allenatori sono fra i più quotati del campionato oltre che ex: da un lato l’ex laziale Zdenek Zeman, al suo secondo anno in maglia romanista, integralista del 4-3-3 iper-offensivo ma che deve fare i conti con parecchie assenze, a parte quella per scelta tecnica del centrocampista Frau, come quelle del mediano Di Biagio assente per squalifica oltre agli infortunati a livello del portiere di riserva Chimenti, il libero Petruzzi, il difensore Womé, il bomber Fabio Junior; la Lazio di Sven-Goran Eriksson, tecnico arrivato nel 1997 ma che nel 1985/86 aveva perso lo scudetto passato alla storia come quello di “Roma-Lecce 2-3”, adopera, invece, un utilitaristico 4-4-2 a rombo (Mancini nel ruolo di regista-rifinitore dietro al tandem Salas-Vieri con Almeyda davanti alla difesa e Conceicao-Nedved sulle ali) in cui troviamo solo lo stopper Couto infortunato, il mediano Baronio (futuro nazionale italiano alle olimpiadi di Sydney del 2000 ma che uscirà ai quarti con la Spagna finalista per 1-0) infortunato mentre Stankovic va in tribuna per sopperire all’eccesso di extracomunitari insieme al giovane terzino Lombardi escluso per carenza di convocazioni disponibili. Erano stati in tantissimi a giocare il mondiale dell’estate precedente in Francia: il transalpino Candela vinse 3-0 la finale contro il Brasile di Cafù e Aldair mentre Paulo Sergio aveva già detto addio ai carioca dopo il mondiale vinto nel 1994 negli Stati Uniti intanto che Zago andrà a giocarsi la prossima Copa America nel periodo 28 giugno-18 luglio per vincerla in Paraguay contro l’Uruguay in finale 3-0 intanto che il Cile di Salas, battuto dai brasiliani 4-1 agli ottavi del mondiale dopo aver impattato 2-2 all’esordio contro di noi proprio con doppietta di “el matador” dopo il vantaggio di Vieri e il pari di Roberto Baggio su rigore a 5′ dal termine, uscirà in semifinale di Copa America ai rigori 3-5 dopo l’1-1 sul campo; inoltre, nel girone che l’Italia di Nesta, Vieri e Di Biagio (sconfitta dai francesi ai quarti per 4-3 causa gli errori di Albertini e Di Biagio dopo aver fatto 0-0) vincerà arrivando prima, c’erano l’Austria di Konsel (che batteremo 2-1 grazie a Vieri-Baggio all’ultimo turno certificandone l’eliminazione) e il Camerun di Womé (che supereremo 3-0 nella seconda sfida: la sblocca Di Biagio e poi doppietta di Vieri) poi laureatosi campione d’Africa nel 2000 battendo 4-3 dal dischetto la Nigeria in seguito al rocambolesco 2-2 nel torneo organizzato in Ghana…fra le altre che si faranno notare nel 1998 troveremo la Jugoslavia del duo Mihajlovic-Stankovic (Tomic resterà a casa) ma andrà fuori agli ottavi contro l’Olanda poi arrivata quarta, dietro alla Croazia di Boksic (esordiente nel torneo e sconfitta dalla Francia 2-1 in rimonta in semfinale prima di vincere 2-1 la finale di consolazione) per 2-1 nel finale mentre l’Argentina cadrà contro i quarti ancora per mano degli “orange” col medesimo punteggio mentre l’anno dopo, agli europei, il cammino degli slavi finirà ancora contro gli olandesi nei quarti, ma stavolta con un rotondo 6-1 intanto che la Russia di Alenichev non si qualificherà a nessun torneo come la Svizzera di Gottardi; sul piano di chi ben figurerà ancora nel 2000 in Olanda e Belgio, invece, ecco Nedved, capitano della Repubblica Ceca giunta terza nel gruppo di Olanda e Francia, la coppia Couto-Conceicao che trascinerà il Portogallo fino alle semifinali in cui cadranno 2-1 in rimonta su rigore al golden gol contro i futuri vincitori francesi, che in finale riserveranno lo stesso punteggio in ribaltone all’Italia di capitan Nesta, Negro e capitan Totti, Delvecchio in un torneo pieno di campioni ma senza alcune delle squadre migliori.

Delvecchio-Marchegiani 2-0

I padroni di casa vengono da 3 gare di imbattiblità (non perdono dal rovente Udinese-Roma 2-1 del 7 marzo, poi hanno vinto 3-1 col Bologna, pareggiato 1-1 in casa della Juve e vinto 4-1 a Bari) mentre gli ospiti arrivano a questa sfida con un’imbattiblità di ben 17 giornate, frutto di 14 vittorie e 4 pari: l’ultima volta che persero fu a Milano col Milan nel girone di andata…1-0 firmato Leonardo al 92′; poi sono arrivati il 3-3 nel derby casalingo, 0-1 nella Torino Bianconera, 5-2 alla Samp, 3-1 all’Udinese, 1-0 a Bologna, 2-0 alla Fiorentina, 3-1 a Parma, 4-1 al Piacenza, 3-1 a Bari, 3-0 al Perugia, 0-0 a Cagliari, 1-0 all’Inter, 2-1 a Vicenza, 6-1 alla Salernitana, 0-0 ad Empoli, 2-0 al Venezia, 0-0 col Milan fra le proteste per un gol regolare annullato a Vieri al 1′ che avrebbe mandato i biancocelesti in testa temporanemente a +10 sui rossoneri con 6 turni da giocare (Juve in casa, Samp fuori, Udine, Bologna a Roma, Firenze, Parma nella capitale) dando un impulso quasi decisivo ai romani oltre a spegnere, forse definitivamente, le velleità rossonere. Ormai c’é poco da parlare: lo spettacolo che accoglie le 2 squadre toglie il fiato specie dopo il pirotecnico 3-3 dell’andata in cui alla Roma (rimasta in 10 per espulsione di Petruzzi dopo aver subito una rimonta da 0-1 a 3-1) in cui furono annullati 3 gol dichiaratamente buoni che avrebbero significato vittoria (uno a Candela e 2 a Delvecchio, che aveva giurato vendetta: saranno decisivi alla fine dell’annata…) e fine di un digiuno dalle vittorie nei confronti dei cugini che per la Roma dura da Lazio-Roma 0-3 del 27 novembre 1994 (c’erano Mazzone sulla panchina giallorossa e Zeman su quella laziale) mentre per le vittorie in casa in campionato i romanisti stanno aspettando addirittura dall’1-0 del 27 marzo 1977, visto che poi hanno vinto solo 2-0 il 9 settembre 1984 nell’ultima giornata, decisiva, dei gironi di Coppa Italia che sanciranno l’uscita degli avversari dal torneo in favore del Genoa; non va poi scordato che l’anno passato la Lazio vinse 4 derby su 4 giocati (ad oggi record: 1-3 in campionato fuori casa, 4-1 in casa in coppa, 1-2 al 90′ al ritorno di coppa, 2-0 in campionato nella seconda parte del torneo)…non va anche scordato che Zeman, con le “aquile”, di 6 confronti ne ha vinti 2 pareggiandone 3 oltre alla suddetta batosta all’esordio mentre Eriksson, quando era fra i “lupi”, aveva vinto solo quello di coppa per poi ottenere uno 0-0 in casa e 1-1 fuori (dal suo secondo anno su 3 la Lazio retrocesse e tornò quando lui era già andato via) facendo vedere che, quindi, i numeri sono nettamente dalla parte del tecnico svedese piuttosto che del boemo. E’ una partita speciale anche peri capitani: Nesta non ha mai perso una gara con i cugini mentre Totti non ha mai vinto…proprio Totti ha la prima occasione al 2′ quando va via sulla sinsitra e mette in area di sinistro basso ma Nesta stesso sporca la conclusione favorendo Marchegiani mentre al 4′ Salas alza la palla oltre la difesa nemica mandando in porta Vieri ma Konsel esce a “corpo morto” riuscendo a murare sul centravanti mentre al 10′ Mancini scocca il destro da fuori area trovando la deviazione di Aldair col fianco che manda alto ma l’arbitro non accorda il corner in un inizio di gara in cui non ci sono marcature strette tranne Almeyda-Totti, Tommasi-Mancini, Aldair-Vieri, Zago-Salas solo in caso in cui uno dei giocatori prenda il pallone ma risulta anche chiaro che é una sfida senza timore reverenziale soprattutto vedendo un tridente offensivo per parte oltre a 2 centrocampi molto larghi con pochi uomini. Al 13′ ecco l’1-0: Tommasi rinviene al limite dell’area su Nedved, andato via a sinistra, rischiando il fallo (la panchina laziale protesterà molto dicendo che fosse una rete da annullare ma con scarsi risultati) e poi rilancia per Delvecchio, che prima scatta superando Pancaro, poi finta su Mihajlovic col mancino scoccando di sinistro dal basso in alto appena entrato in area vanificando pure la scivolata di Nesta oltre a rendere Marchegiani impotente…da qui la sfida si fa ancora più spettacolare con occasioni da tutte e 2 le parti come quando al 20′ Vieri riesce ad arrivare a colpire di testa su lancio di Mancini da sinsitra ma il centravanti incorna troppo alto senza vedere la porta perché stretto fra Konsel che gli usciva incontro e Aldair che stava accorciando. Al 22′ Alenichev scambia con Cafù, che rientra dalla destra servendo Totti e il capitano gli ridà subito la sfera con un pallonetto di destro ma il terzino brasiliano appoggia di piatto a Marchegiani non riuscendo a beffarlo intanto che Zeman si rende conto che la sua squadra manca di un metronomo soprattutto quando serve abbassare i ritmi per amministrare una situazione di vantaggio; al 26′ Conceicao salta secco Candela e mette in mezzo per Vieri, che prima si libera di Aldair e poi costringe Konsel a respinge a terra sul primo palo mentre al 27′ ancora Mancini mette in mezzo per Vieri ma il suo colpo di testa finisce fuori…al 28′ Gautieri riesce a superare Pancaro a destra per poi servire Delvecchio a centroarea ma Marchegiani lo arpiona con le mani rischiando il rigore ma Alenichev continua a giocare calciando a porta vuota trovando i salvataggio di Nesta a colpo sicuro. Al 33′ ecco il primo giallo della partita: Pancaro stende Cafù toccando pure la palla ma l’arbitro di Mantova Borriello lo sanziona e questa sarà un’ammonizione pesante visto che Pancaro era diffidato e salterà Lazio-Juventus, al 35′ anche Gautieri commette un fallo inutile su Nedved che era spalle alla porta oltre che vicino al fallo laterale sulla fascia destra di casa ottenendo di raggiungere Pancaro fra i cattivi di gara…Zeman, col passare dei minuti, ha fatto di necessità virtù trasformando il suo in un 4-4-1-1 quando difende (Gautieri-Tommasi-Alenichev-Di Francesco, Totti, Delvecchio) e al 40′ anche Nedved rimedia il giallo avendo protestato per un mancato fallo a suo danno da parte di Gautieri; la gara proesgue fra assalti senza velleità della Lazio mentre la Roma riparte sempre dando grande pericolosità alla manovra come quando al 42′ Totti riesce a saltare Negro che lo stende al limite dell’area rischiando l’espulsione per possibile fall oda ultimo uomo: anche Negro era diffidato e mancherà fra una settimana ma sulla punizione seguente Vieri manda in angolo la parabola di destro a giro di Totti, che sul seguente corner dalla sinistra scambia corto con Alenichev per poi crossare di destro sul secondo palo, dove Delvecchio arriva in allungo girando dietro a Nesta per il 2-0 di destro sul primo palo in sospetto fuorigioco che si rivelerà inesistente (per lui sono 16+1+4 in stagione ed é la prima doppietta nella stracittadina nonché il quarto gol contro la Lazio…a fine anno ne conterà 18+1+4 risultando il miglior marcatore dei suoi in modo da chiudere completamente le ruggini che aveva avuto con la curva dal giorno del suo arrivo 3 anni prima, senza contare che era dai tempi di Pedro Manfredini detto “piedone”, che un giocatore giallorosso non segnava una doppietta nel derby: era Roma-Lazio 3-0 del 18 ottobre 1959 mentre il 13 novembre 1960 sarà l’ultimo a fare una tripletta, stavolta in trasferta per un confronto chiuso 0-4 in favore dei suoi a chiudere una striscia di 5 vittorie consecutive, poi eguagliato nel 2009-11 contando pure una gara di Coppa italia); al 44′ la Lazio si rilancia all’attacco ma riesce solo a creare una bella palla gol al 45′ con Salas che serve Vieri sul filo del fuorigioco ma il centravanti trova un Konsel impeccabile a bloccare a terra appena prima del duplice fischio dell’arbitro.

I laziali perdono le staffe, Vieri ci crede ma Totti chiude i giochi

Nella ripresa la Lazio continua a spingere forte mentre la roma si compatta: al 49′ Candela rischia l’autogol su corner di Conceicao dalla destra mentre infuriano gli contri a centrocampo fra Tommasi e Almeyda e al 52′ anche Totti finisce fra gli ammoniti per aver steso Nedved da dietro sotto la “Tribuna Tevere” quando il ceko era ormai inoffensivo e nella sua metà campo; al 55′ altra grandissima occasione per Vieri: Salas riceve da Almeyda sulla trequarti per poi liberare il suo partner, che improvisa il tiro di sinistro al volo spedendo fuori la palla di pochissimi centimetri alla destra di Konsel proprio nel momento in cui la Roma aveva scelto di sistemarsi 4-1-4-1 con Tommasi davanti alla difesa e Delvecchio unica punta (Gautieri-Alenichev-Di Francesco-Totti sulla trequarti) e la Lazio risponde con un 4-3-3 (Conceicao-Almeyda-Nedved in mezzo e Salas-Vieri-Mancini davanti)…al 60′ é la Roma a reclamare per un evidente rigore di Nesta, che trattiene Delvecchio dopo essersi visto saltare rientrando dal lato sinistro dell’area mentre al 62′ Eriksson inserisce Lombardo per Conceicao e Boksic per Salas tornando, paradossalmente, ad un modulo più prudente come il 4-4-2 a rombo di partenza (sempre Mancini dietro a Boksic-Vieri con Lombardo che va a destra e Nedved a sinistra). Al 65′ Delvecchio si invola da solo verso Marchegiani su filtrante di Tommasi ma il segnalinee annulla per un fuorigioco inesistente di almeno un metro in un secondo tempo in cui gli uomini di Eriksson hanno alzato il baricentro prendendosi il doppio rischio di dover poi rincorrere su eventuali palle filtranti oltre a dover seguire gli avversari in minoranza numerica; al 68′ esce lo stremato Gautieri ed entra Paulo Sergio (per lui già una rete segnata contro la Lazio: nell’1-2 di Coppa Italia del 21 gennaio 1998) lasciando tutto uguale a livello tattico (4-3-3 quando si attacca, 4-1-4-1 quando si copre) mentre De La Pena rileva il mattatore dello scorso anno Mancini passando al 4-4-1-1 in linea (Lombardo-De La Pena-Almeyda-Nedved in mediana, Boksic a rifinire, Vieri come terminale di sfondamento). Al 70′ ecco un altro episodio chiave: fallo di Nesta su Delvecchio che vince l’ennesimo duello in velocità venendo atterrato sempre a sinistra, Totti calcia a giro di destro trovando la parata di Marchegiani ma subito Borriello viene richiamato dal segnalinee perché in area Paulo Sergio con Mihajlovic si sono trattenuti fino a cadere a terra e poi si sono scalciati con un successivo schiaffo di Paulo Sergio all’avversario (la sua gara é durata appena 60″, di certo non la sua migliore performance)…sono espulsi tutti e 2 con le squadre che devono riorganizzarsi usando il 3-4-2 per i biancocelesti (Negro-Nesta-Pancaro dietro) e 4-4-1 per i giallorossi (Alenichev-Tommasi-Di Francesco-Totti in mezzo con Delvecchio solo davanti); al 74′ ottima occasione per i romanisti, con Totti che sfrutta una sponda di Delvecchio dalla destra tirando al volo di destro sul fondo di poco da fuori area mentre al 73′ Cafù si stira nel tentativo di stoppare una palla a destra e al 79′ Almeyda serve Nedved sempre sulla sinistra degli ospiti (il lato di Cafù) che mette subito in mezzo di mancino rasoterra appena dentro l’area per Vieri, che di sinistro a porta vuota realizza il 2-1 (per il centravanti, al primo anno a Formello e al primo timbro contro i dirimpettai, sono 8+1+0+0+0…a primavera ne conteremo 12+1+1+0+0 e in estate il giocatore salurerà per andare all’Inter all’astronomica cifra di 90 miliardi) appena prima che Quadrini rilevi Cafù sempre al 79′ (Cafù rientrerà solo il 16 maggio nel 3-1 col Cagliari e Zeman si ritroverà a fare i conti con un suo errore: l’aver lasciato in campo un infortunato e ed aver lasciato scoperta quella fascia dei suoi, da cui nascerà il gol che riapre la sfida). All’81’ arriva la seconda espulsione per la Lazio: Totti recupera la palla e lancia in contropiede Di Francesco che si invola da solo venendo steso da Nesta al limite…Borriello non può esimersi dall’estrarre il cartellino rosso per il capitano degli “aquilotti” ufficializzando che la prossima settimana Eriksson dovrà rinunciare all’intera difesa titolare a cui si aggiungono l’infortunio di Couto e Favalli in panchina a mezzo servizio per una vera e propria emergenza (verosimilmente Couto e Favalli dovranno forzare i tempi per esserci); nel finale di gara vediamo che i biancocelesti si risistemano 3-3-2 (Lombardo-Negro-Pancaro dietro, Almeyda-De La Pena-Nedved al centro, Boksic-Vieri avanti) ma proprio al 90′ scoccato la Roma fa 3-1: ancora Totti lancia Alenichev nello spazio, il russo supera con una grande giocata Lombardo in area ma Marchegiani respinge su Totti, che prima calcia trovando il salvatggio di Negro, e poi realizza di destro al volo fra le proteste avversarie per un presunto stop di mano (le immagini chiariranno che la prende con il busto) sfoggiando la maglia divenuta leggenda “VI HO PURGATO ANCORA” essendo questa la sua seconda firma dopo la quella del pareggio all’andata sotto la “Sud” (stavolta segna sotto la “Nord”) riuscendo ad aumentare un bilancio di 8+1+3 mentre a maggio ne conterà 12+1+3 nell’anno del primo derby vinto in seguito a 7 sconfitte sommate a 3 pari mentre una vittoria con un pari erano arrivati solo avendolo in panchina (sarà la prima stracittadina persa da Nesta con Mihajlovic, che da romanista, nel 1992-94, li aveva pareggiati 1-1 fuori per poi chiudere 0-0 in casa al primo anno mentre poi aveva raccolto un 1-1 e 1-0 in trasferta per poi partecipare al suddetto 3-3 dell’andata mentre il capitano laziale finora aveva totalizzato 5 soddisfazioni con 2 delusioni…per Negro sarà la seconda batosta dopo il 1994, per Aldair la seconda gioia, per Pancaro la prima sconfitta, giusto per citare quelli col bilancio più ampio) e della prima annata in cui rimane imbattuto vincendo almeno una contesa contro i cugini (per i “lupi” non accadeva dal 1989/90, quando fecero 1-1 in casa e 1-0 fuori grazie a Giannini che pareggiò la rete di Bertoni e Voller che decise il ritorno mentre l’ultimo anno senza sconfitte fu il 1996/97, quando Lazio-Roma fu 0-0 e Roma-Lazio 1-1 in cui Protti pareggiò al 93′ il vantaggio di Balbo). Al triplice fischio, intanto che Sensi si gode la sua seconda vittoria (la prima casalinga) contro Cragnotti (che da parte sua é la seconda volta che perde ma la prima fu in trasferta), la Roma giallorossa si riversa ad esultare fuori dallo stadio per una Champions che sembra più vicina mentre la Lazio capisce che la corsa scudetto si sta riaprendo pericolosamente, visto che ora il Milan é a -4 e la Fiorentina a -5: la classifica dice Lazio 56 punti; Milan 52; Fiorentina 51; Parma 48; Roma, Udiense 45; Juventus 42; Bologna 40; Inter 39; Cagliari 33; Bari, Perugia, Venezia 32; Piacenza 31; Sampdoria, Vicenza 29; Salernitana 27; Empoli 19…il calendario della Lazio si sa, mentre quello del Milan (i più in forma del momento) é Udine, Vicenza, Samp in casa, Juve fuori, Empoli a Milano, trasferta a Perugia…ci sarà ancora moltissimo da vedere ma la sensazione é che il campionato abbia cambiato direzione.

Lazio a 2 facce, Roma insoddisfatta

A fine anno la Lazio perderà lo scudetto di appena un punto dietro al Milan (70-69) fra roventi polemiche oltre al gol annullato a Vieri contro i rossoneri in casa e al derby: nella domenica successiva la Juventus vincerà ancora 3-1 nella capitale contro una squadra decimata dalle squalifiche soprattutto in difesa (ci saranno Lombardo-Okon-Couto-Favalli con il primo adattato a terzino, gli ultimi 2 in precarie condizioni fisiche e Marchegiani ci metterà pure del suo…) portando i meneghini a -1 ma poi il colpo finale arriverà alla penultima giornata a Firenze, quando finirà 1-1 (traversa di Vieri) e sarà negato un evidente rigore di Mirri su Vieri negli ultimi scampoli di gara proprio nella domenica in cui i rossoneri vinceranno 4-0 con l’Empoli già retrocesso piazzando il loro primo sorpasso in vetta da inizio anno, sorpasso che conserveranno il 23 maggio vincendo a Perugia 2-1 mentre la Lazio supererà con lo stesso risultato il Parma vincitore di Coppa Italia e Coppa UEFA mentre in Coppa delle Coppe arriverà il trionfo (nell’ultima edizione del torneo, soppresso da settembre 1999 per far posto a una Champions e una UEFA con più partecipanti) per 2-1 col Maiorca nel finale di gara la sera del 19 maggio 1999 per poi ottenere anche la loro unica Supercoppa Europa il 27 agosto 1999 nel Principato di Monaco superando 1-0 il Manchester United campione d’Europa. La Roma, da parte sua, arriverà quinta peggiorando la sua posizione dell’anno passato (furono quarti dietro a Juve, Inter, Udinese) arrivando alle spalle di Milan, Lazio, Fiorentina, Parma (70-69-56-55-54 in graduatoria) riuscendo a perdere un posto in Champions che appariva alla portata pur avendo il miglior attacco del torneo (69 reti) ma pure molto di cui lamentarsi dopo che Zeman, in estate, aveva parlato di “calcio che deve uscire dalle farmacie” e doping in maniera fin troppo diretta…un errore pagato caro e che costerà la panchina al boemo (che poi tornerà per 6 mesi nel 2012/13 sotto la dirigenza di Pallotta) in favore di Fabio Capello, miglior tecnico al mondo del periodo. La storia di Roma-Lazio ha ancora tantissime pagine da raccontarci…ma per adesso ci limitiamo a vedere la prossima essere narrata sul terreno di gioco come gara di domenica 6 novembre alle 18.

Il tabellino

ROMA-LAZIO 3-1

ROMA (4-3-3): Konsel; Cafù (79′ Quadrini), Aldair, Zago, Candela; Alenichev, Tommasi, Di Francesco; Totti (cap.), Delvecchio, Gautieri (68′ Sergio P.). A disposizione: Campagnolo, Ferri, Conti D., Tomic, Bartelt. Infortunati: Chimenti, Petruzzi, Womé, Junior F. Squalificati: Di Biagio. Scelta tecnica: Frau. Allenatore: Zeman.

LAZIO (4-4-2): Marchegiani; Negro, Nesta (cap.), Mihajlovic, Pancaro; Almeyda; Conceicao (62′ Lombardo), Nedved; Mancini (69′ De La Pena); Vieri, Salas (62′ Boksic). A disposizione: Ballotta, Favalli, Gottardi, Okon. Infortunati: Couto. Squalificati: Stankovic, Baronio. Scelta tecnica: Lombardi. Allenatore: Eriksson.

ARBITRO: Borriello di Mantova.

MARCATORI: 13′ e 43′ Delvecchio (R); 79′ Vieri (L); 90′ Totti (R).

NOTE: Espulsi Mihajlovic (L) e Sergio P. (R) al 70′ per reciproche scorrettezze, Nesta (L) all’81’ per fallo da ultimo uomo. Ammoniti Pancaro (L) al 33′, Gautieri (R) al 35′, Negro (L) al 42′, Totti (R) al 52′ per gioco falloso, Nedved (L) al 40′ per proteste.

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