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roma fiorentina2La qualità al potere. Spalletti prova con i “tecnici” e vince la sua scommessa. Uno dice: con la Fiorentina che è solita pressare alto e la Roma avendo difensori non troppo abili a impostare il gioco e quindi a uscire dal soffocamento avversario, diventa la partita per Dzeko. Il bosniaco gioca sul pallone lungo e fa salire gli incursori. Invece? Niente. Lucio sceglie la qualità e, difensori a parte, inserisce registi in ogni zona del campo: Keita davanti alla difesa, Pjanic libero di inventare dal basso e dall’alto, Perotti in giro per tutto il fronte offensivo.

E poi piedi buoni anche sugli esterni, Salah da una parte, El Shaarawy dall’altra. Nainggolan a fare su e giù per il campo, in verticale, lui unico incursore vero. Non è, quello della Roma, un calcio alla spagnola, non esiste il possesso palla fine a se stesso, quello no nonostante i tanti calciatori di qualità, Spalletti lo detesta. Ora vediamo una squadra veloce e tecnica, come la sua prima Roma, che aveva altri interpreti (e un altro modulo) ma che interpretava il calcio in questo modo. Al suo primo anno, con una formazione assai più modesta, Lucio ha toccato quota undici vittorie di fila, ora è fermo a sette. Ora la Roma affronterà Udinese, Inter, e dopo la sosta, Lazio e Bologna. Chissà. E chissà dove sarà la Roma in quel periodo. Sognare (il secondo posto) è lecito, considerando che il 24 aprile qui all’Olimpico arriverà proprio il Napoli. Caro Spalletti – echeggia da Trigoria – t’avessi incontrato prima…

Di admin

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