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ROMA – Roma nel segno del 3 quella che annienta la sorpresa del campionato, fino a ieri miglior difesa del torneo: si prende 3 punti di rabbia dopo lo 0-3 a tavolino dell’andata, difende il terzo posto in classifica staccando l’Atalanta sconfitta in casa dalla Lazio, lo fa segnando 3 gol. Il Verona si presentava all’Olimpico come uno spauracchio anche grazie al bel risultato ottenuto domenica contro il Napoli, battuto al Bentegodi per 3-1 ma soprattutto per il bel campionato che la squadra di Juric sta conducendo. Se ci metti pure che la settimana per la Roma è stata a dir poco turbolenta per la vicenda Dzeko tra l’altro non ancora risolta le trappole per i giallorossi erano molteplici. Invece dopo un inizio equilibrato ma con la Roma sicuramente molto più intraprendente degli ospiti, in 9 minuti (multiplo di 3…) i giallorossi risolvono la pratica sciorinando un calcio bello e concreto. A dare il via alle danze ci pensa Mancini con la specialità della casa, gol di testa da calcio d’angolo, che tanto lo rese celebre in maglia Atalanta. Nemmeno il tempo di riorganizzarsi per il Verona, che Borja Mayoral serve a Mkhitaryan, un assist da trasformare in rete, dopo che lo spagnolo aveva provato a saltare Silvestri in uscita. La botta dell’armeno sul primo palo è gioia per gli esteti del calcio. A completare l’opera ci pensa proprio Borja Mayoral lesto a riprendere una corta respinta del portiere scaligero, su tiro al volo di Lorenzo Pellegrini, ancora una volta tra i migliori in campo. Nella ripresa la Roma potrebbe dilagare ma Silvestri è bravo (non a caso a Trigoria lo seguono con attenzione) e annulla i tentativi di Spinazzola e Veretout, permettendo ai suoi di rientrare in partita con il gol di Colley, dopo l’ennesima incertezza stagionale di Pau Lopez. Il 3-1 dà forza e vitalità a Juric che con 5 cambi prova a cambiare l’inerzia del match. Ma la Roma questa volta non cede, riesce a soffrire ed a portare a casa un risultato importantissimo. Ora testa a Torino con uno sguardo particolare a questo lunedì, ultimo giorno di un mercato che ha già portato nella capitale El Sharaawy e Reynolds.

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